CR: Regione-Autonomie locali, relatore Pedicini (6)
(ACON) Trieste, 23 nov - AB - Che nella nostra Regione vi fosse
la necessità di porre mano al sistema delle Autonomie è
innegabile, ha affermato Antonio Pedicini (FI), relatore di
minoranza. Il disegno di legge della maggioranza, però, si
articola lungo direttrici che convergono verso un unico
obiettivo, non dichiarato ma di solare evidenza: il ferreo
accentramento di ogni scelta fondamentale nelle rinsaldate mani
pianificatorie dell'apparato regionale che si riassume nell'unico
"capo": il presidente della Regione.
Premessa principale per rendere possibile l'attuazione del
disegno - ha aggiunto - è la frantumazione dell'assetto regionale
che si poggia su identità territoriali equilibrate come si sono
venute definendo nel contesto regionale. A questo fine si
provvede depauperando le Province, soprattutto del ruolo politico
di riferimento d'area, e attraverso l'introduzione nel nostro
ordinamento della Città metropolitana.
Altra direttrice, la definitiva sostanziale soppressione
dell'autonomia dei Comuni. La grande innovazione introdotta con
gli ASTER non serve ad altro che a sottrarre alle Amministrazioni
comunali la scelta degli obiettivi da perseguire per la cura e la
promozione degli interessi della popolazione e del proprio
territorio in un rapporto basato sulla delega diretta e la
conseguente responsabilità politica: risalta in maniera
inequivoca dal dettato normativo che o i Comuni stanno
all'interno di un ASTER oppure non ricevono trasferimenti per lo
sviluppo territoriale e infrastrutturale. Si aggiunga che gli
interveti regionali sono subordinati alla definizione da parte
della Giunta regionale degli obiettivi e dei criteri generali che
gli ASTER devono perseguire.
Inoltre, il piano di valorizzazione territoriale, asse portante
del progetto, non è neppure definito con il concorso degli ASTER,
ma con una ulteriore vertice piramidale costituito dal Consiglio
delle autonomie.
Ultima direttrice, la ridistribuzione perequata delle risorse,
che in questo modo non ci sarà restando queste in buona parte
nelle mani dell'apparato regionale col quale ASTER e Consiglio
delle autonomie dovranno discutere non la quantità di risorse di
cui potranno disporre le singole autonomie locali, ma che cosa
potranno realizzare negli stretti paletti del piano regionale.
Per essere la nostra una Regione che ha fatto dell'autonomia un
elemento caratterizzante e di sviluppo - ha concluso Pedicini - è
un bel salto mortale all'indietro verso un centralismo
asfissiante. Non è proprio quello che la nostra comunità si
attendeva.
(segue)