CR: Regione-Autonomie locali, relatore Ciriani (7)
(ACON) Trieste, 23 nov - AB - Le ragioni, ha precisato Luca
Ciriani (AN), relatore di minoranza, per le quali insieme alle
altre forze di minoranza abbiamo condotto in Commissione una
energica opposizione, sono molteplici e hanno natura tecnico
giuridica, ma inevitabilmente, anche politica.
Intravediamo dietro questa legge un disegno politico di
neocentralismo regionale indirizzato a cancellare nei fatti, al
di là delle dichiarazioni formali, il principio della
equiordinazione tra Comuni Province e Regione. Il provvedimento
rischia di far esplodere i conflitti territoriali tra un asse che
inevitabilmente si concentra su Trieste e il resto del
territorio, in particolare con le sue Province. Questo vale per
l'area goriziana in riferimento al progetto della città
metropolitana, ma anche per l'area udinese e pordenonese, nelle
quali alle Province viene tolto e negato il riconoscimento di
enti che rappresentano le comunità locali allo scopo di
indebolire i possibili antagonisti di un disegno conformista e
omologante.
La Provincia in questo modo non risulta essere un ente
rappresentativo della sua comunità, ma solo un ente intermedio di
raccordo al pari delle Comunità montane.
La legge presenta aspetti preoccupanti di involuzione e di
arretramento politico e legislativo su temi quali decentramento e
federalismo e le correzioni apportate in Commissione dopo un
lunghissimo dibattito sono riuscite solo in piccolissima parte a
modificare questo impianto.
Si contraddice e si cancella nei fatti il principio
costituzionale della pari dignità tra i livelli istituzionali,
così ancora Ciriani, l'istituzione delle ASTER crea un conflitto
di competenze con le Province e moltiplica i livelli decisionali
e amministrativi, oltre a obbligare i sindaci a una defatigante
concertazione sociale per le attività di propria esclusiva
competenza e a costringere i Comuni che non volessero aderire
all'esclusione praticamente totale dai finanziamenti delle leggi
regionali di settore.
Quello a cui assisteremo - ha concluso Ciriani - sarà un
territorio che si organizza e si sviluppa non autonomamente, ma
in forza di una ferrea logica neocentralista e burocratica; sotto
lo stretto controllo politico della Giunta regionale e con il
rischio, o forse la certezza, di creare favoritismi,
discriminazioni, squilibri territoriali, confusione,
inefficienze.
(segue)