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CR: Regione-Autonomie locali, relatore Ciriani (7)

23.11.2005
16:19
(ACON) Trieste, 23 nov - AB - Le ragioni, ha precisato Luca Ciriani (AN), relatore di minoranza, per le quali insieme alle altre forze di minoranza abbiamo condotto in Commissione una energica opposizione, sono molteplici e hanno natura tecnico giuridica, ma inevitabilmente, anche politica.

Intravediamo dietro questa legge un disegno politico di neocentralismo regionale indirizzato a cancellare nei fatti, al di là delle dichiarazioni formali, il principio della equiordinazione tra Comuni Province e Regione. Il provvedimento rischia di far esplodere i conflitti territoriali tra un asse che inevitabilmente si concentra su Trieste e il resto del territorio, in particolare con le sue Province. Questo vale per l'area goriziana in riferimento al progetto della città metropolitana, ma anche per l'area udinese e pordenonese, nelle quali alle Province viene tolto e negato il riconoscimento di enti che rappresentano le comunità locali allo scopo di indebolire i possibili antagonisti di un disegno conformista e omologante. La Provincia in questo modo non risulta essere un ente rappresentativo della sua comunità, ma solo un ente intermedio di raccordo al pari delle Comunità montane.

La legge presenta aspetti preoccupanti di involuzione e di arretramento politico e legislativo su temi quali decentramento e federalismo e le correzioni apportate in Commissione dopo un lunghissimo dibattito sono riuscite solo in piccolissima parte a modificare questo impianto.

Si contraddice e si cancella nei fatti il principio costituzionale della pari dignità tra i livelli istituzionali, così ancora Ciriani, l'istituzione delle ASTER crea un conflitto di competenze con le Province e moltiplica i livelli decisionali e amministrativi, oltre a obbligare i sindaci a una defatigante concertazione sociale per le attività di propria esclusiva competenza e a costringere i Comuni che non volessero aderire all'esclusione praticamente totale dai finanziamenti delle leggi regionali di settore.

Quello a cui assisteremo - ha concluso Ciriani - sarà un territorio che si organizza e si sviluppa non autonomamente, ma in forza di una ferrea logica neocentralista e burocratica; sotto lo stretto controllo politico della Giunta regionale e con il rischio, o forse la certezza, di creare favoritismi, discriminazioni, squilibri territoriali, confusione, inefficienze.

(segue)