CR: Regione-Autonomie locali, fine dibattito generale (6)
(ACON) Trieste, 24 nov - RC - Norma di molte parole e di pochi
contenuti, per Piero Camber (FI), quella presentata sul sistema
Regione-Autonomie locali. Non Trieste ma solo Udine può divenire
città metropolitana; gli Aster sono solo un nuovo legaccio per i
Comuni; non si fa nulla per aumentare le funzioni di
coordinamento delle Province e solo per ripicca per non essere
riusciti a creare la Provincia dell'Alto Friuli.
Obiettivo raggiunto, per Patrizia Della Pietra (DS), per la quale
si tratta del risultato di un confronto ampio, articolato e non
sempre facile. La filosofia di fondo è concertazione e
programmazione tra gli Enti locali, passare dal concetto superato
di Regione ponte a quello di Regione di concertazione. Vera
novità gli Aster, dove si dà risalto alla dimensione associativa
dei territori comunali e si diminuisce la burocrazia. Prevista la
razionalizzazione delle Comunità montane, cosa diversa dalla loro
soppressione tout court, paventata con la scorsa legislatura; la
montagna trova la sua dimensione, ma per i Comuni di valle é
necessario un ulteriore approfondimento.
Non grandi riforme, ma un gran pasticcio, per Adriano Ritossa
(AN), causa la poca chiarezza con cui si vuole operare. La
Regione vuole a sé tutta la questione finanziaria e svuota le
Province delle loro prerogative; gli Aster rendono le procedure
lunghe e costose; il nostro territorio sarebbe facilmente
gestibile senza tante strutture intermediarie quali i consorzi e
le Comunità montane. Stando all'ISTAT, il 65% degli italiani
vogliono che tutto torni in capo allo Stato. Non si presenta un
Piano strategico volto a snellire la burocrazia, ma un insieme di
norme che contrastano l'un l'altra e che porteranno a un
impoverimento del territorio.
Claudio Violino (LN) ha detto di non aver trovato grandi punti di
innovazione e svolta, nella legge. Scontentata la gente della
montagna, falliti i programmi delle società di multiservizi,
presentate le città metropolitana (per le quali non ha
contrarietà) in un momento in cui la politica é sbilanciata su
Trieste a discapito di Udine, Pordenone e Gorizia. Il Friuli é in
grande carenza di rappresentatività e di potere: Violino invita
udinesi e pordenonesi a votare un suo emendamento che
riporterebbe un po' di equilibrio.
A detta di Paolo Panontin (Misto), per come la legge è stata
congeniata non si può dire che si ispiri al federalismo. Nuove
fonti di spesa sono gli Aster e gli istituti di garanzia che
fanno riferimento agli enti locali. Punto saliente della legge,
il Consiglio delle Autonomie, che però finirà per castrare il
ruolo dei consiglieri regionali e delle Commissioni consiliari.
Quanto agli Aster, non si è creato nulla di nuovo perché legati
alla vecchia idea dei mandamenti, degli ambiti territoriali
ottimali (ATO) e degli ambiti socio-sanitari; l'idea che
condivido è quella di incentivare l'aggregazione delle aree, ma
si può arrivare ad una sovrapposizione degli enti e dunque creare
confusione. La formula della città metropolitana é tagliata su
Trieste, idea che non scandalizza ma di cui non si ravvede la
necessità; meglio era dire chiaramente che la Provincia di
Gorizia dovrebbe essere inglobata in quella di Trieste. Mantenere
la logica degli interventi di settore porta a uno spreco di
risorse per opere inutili, meglio creare un Fondo comune
specifico.
L'Italia è un Paese che ha paura del nuovo - così Bruno Malattia
(Citt). Fare le riforme, anche a livello regionale, é un'impresa
quasi disperata. Dire che si vogliono eliminare le Province
significa avere contro non solo l'UPI, ma chi nella Provincia
vede un luogo simbolo; lo stesso dicasi per i piccoli Comuni. Le
critiche ora sono strumentali: il problema si porrà quando le
cose dovranno iniziare a funzionare e andremo a vedere i
risultati. Certo che, a vedere cosa hanno prodotto sinora le
fusioni, lo scettico sarebbe un realista, ma é altrettanto vero
che gli Aster potranno sviluppare un sistema di pianificazione di
servizi adeguato su scala sovra-comunale, sebbene alla
sovrabbondanza di livelli decisionali farà riscontro più lentezza
nel prendere decisioni. Per la montagna si prevedono
incentivazioni economiche per i Comuni che si trasformano in
Comuni di valle: certo ci vuole una legge che dia dignità ai
cittadini, ma l'aggregazione potrà portare una ottimizzazione dei
servizi erogati.
Si affidano a leggi attuative le parti di primaria importanza; la
grande politica manca da quest'Aula troppo spesso - così
Alessandra Guerra (LN) - per non parlare della politica friulana,
che non esiste più. Vedasi quanto fatto per il commercio, per la
grande viabilità, per le città metropolitane, senza preparare un
Piano energetico o un Piano per le estrazioni, insomma tutto
quanto potrebbe dare fastidio alla Venezia Giulia. E avete
concentrato tutto nelle mani di un'unica persona, di un
presidente, che lavora solo per questa parte di territorio.
Concordo con quanto affermato da Maurizio Paselli (Citt),
relatore di maggioranza, ha sostenuto l'assessore alle Autonomie
locali, Franco Iacop, che ha voluto così sottolineare il favore
compatto di Intesa Democratica per un lavoro che - ha detto - é
stato di tutti e non solo dell'assessore, come c'è chi vorrebbe
far credere. Si é voluto dare risposta alle aspettative degli
Enti locali della Regione; é un provvedimento che dà
un'opportunità per trasferire a livello regionale le novità
importanti che lo Stato ha demandato con il rinnovato Titolo V
della Costituzione. La legge troverà una seconda fase in un testo
unico regionale delle Autonomie locali, dovrà incrociare un
progetto organico sul comparto unico e le altre trasformazioni
del settore; si tratta di un bicchiere mezzo pieno che dovrà
riempirsi con leggi di settore. Non si crea una nuova sudditanza
tra Autonomie locali e Regione, ma percorsi di concertazione
attraverso determinati strumenti. I trasferimenti finanziari sono
adeguati e definiamo puntuali sistemi di trasferimento che
invitano gli Enti locali a essere più virtuosi nella loro
organizzazione e nel risparmio delle risorse.
(segue)