News


CR: Regione-Autonomie locali, fine dibattito generale (6)

24.11.2005
17:47
(ACON) Trieste, 24 nov - RC - Norma di molte parole e di pochi contenuti, per Piero Camber (FI), quella presentata sul sistema Regione-Autonomie locali. Non Trieste ma solo Udine può divenire città metropolitana; gli Aster sono solo un nuovo legaccio per i Comuni; non si fa nulla per aumentare le funzioni di coordinamento delle Province e solo per ripicca per non essere riusciti a creare la Provincia dell'Alto Friuli.

Obiettivo raggiunto, per Patrizia Della Pietra (DS), per la quale si tratta del risultato di un confronto ampio, articolato e non sempre facile. La filosofia di fondo è concertazione e programmazione tra gli Enti locali, passare dal concetto superato di Regione ponte a quello di Regione di concertazione. Vera novità gli Aster, dove si dà risalto alla dimensione associativa dei territori comunali e si diminuisce la burocrazia. Prevista la razionalizzazione delle Comunità montane, cosa diversa dalla loro soppressione tout court, paventata con la scorsa legislatura; la montagna trova la sua dimensione, ma per i Comuni di valle é necessario un ulteriore approfondimento.

Non grandi riforme, ma un gran pasticcio, per Adriano Ritossa (AN), causa la poca chiarezza con cui si vuole operare. La Regione vuole a sé tutta la questione finanziaria e svuota le Province delle loro prerogative; gli Aster rendono le procedure lunghe e costose; il nostro territorio sarebbe facilmente gestibile senza tante strutture intermediarie quali i consorzi e le Comunità montane. Stando all'ISTAT, il 65% degli italiani vogliono che tutto torni in capo allo Stato. Non si presenta un Piano strategico volto a snellire la burocrazia, ma un insieme di norme che contrastano l'un l'altra e che porteranno a un impoverimento del territorio.

Claudio Violino (LN) ha detto di non aver trovato grandi punti di innovazione e svolta, nella legge. Scontentata la gente della montagna, falliti i programmi delle società di multiservizi, presentate le città metropolitana (per le quali non ha contrarietà) in un momento in cui la politica é sbilanciata su Trieste a discapito di Udine, Pordenone e Gorizia. Il Friuli é in grande carenza di rappresentatività e di potere: Violino invita udinesi e pordenonesi a votare un suo emendamento che riporterebbe un po' di equilibrio.

A detta di Paolo Panontin (Misto), per come la legge è stata congeniata non si può dire che si ispiri al federalismo. Nuove fonti di spesa sono gli Aster e gli istituti di garanzia che fanno riferimento agli enti locali. Punto saliente della legge, il Consiglio delle Autonomie, che però finirà per castrare il ruolo dei consiglieri regionali e delle Commissioni consiliari. Quanto agli Aster, non si è creato nulla di nuovo perché legati alla vecchia idea dei mandamenti, degli ambiti territoriali ottimali (ATO) e degli ambiti socio-sanitari; l'idea che condivido è quella di incentivare l'aggregazione delle aree, ma si può arrivare ad una sovrapposizione degli enti e dunque creare confusione. La formula della città metropolitana é tagliata su Trieste, idea che non scandalizza ma di cui non si ravvede la necessità; meglio era dire chiaramente che la Provincia di Gorizia dovrebbe essere inglobata in quella di Trieste. Mantenere la logica degli interventi di settore porta a uno spreco di risorse per opere inutili, meglio creare un Fondo comune specifico.

L'Italia è un Paese che ha paura del nuovo - così Bruno Malattia (Citt). Fare le riforme, anche a livello regionale, é un'impresa quasi disperata. Dire che si vogliono eliminare le Province significa avere contro non solo l'UPI, ma chi nella Provincia vede un luogo simbolo; lo stesso dicasi per i piccoli Comuni. Le critiche ora sono strumentali: il problema si porrà quando le cose dovranno iniziare a funzionare e andremo a vedere i risultati. Certo che, a vedere cosa hanno prodotto sinora le fusioni, lo scettico sarebbe un realista, ma é altrettanto vero che gli Aster potranno sviluppare un sistema di pianificazione di servizi adeguato su scala sovra-comunale, sebbene alla sovrabbondanza di livelli decisionali farà riscontro più lentezza nel prendere decisioni. Per la montagna si prevedono incentivazioni economiche per i Comuni che si trasformano in Comuni di valle: certo ci vuole una legge che dia dignità ai cittadini, ma l'aggregazione potrà portare una ottimizzazione dei servizi erogati.

Si affidano a leggi attuative le parti di primaria importanza; la grande politica manca da quest'Aula troppo spesso - così Alessandra Guerra (LN) - per non parlare della politica friulana, che non esiste più. Vedasi quanto fatto per il commercio, per la grande viabilità, per le città metropolitane, senza preparare un Piano energetico o un Piano per le estrazioni, insomma tutto quanto potrebbe dare fastidio alla Venezia Giulia. E avete concentrato tutto nelle mani di un'unica persona, di un presidente, che lavora solo per questa parte di territorio.

Concordo con quanto affermato da Maurizio Paselli (Citt), relatore di maggioranza, ha sostenuto l'assessore alle Autonomie locali, Franco Iacop, che ha voluto così sottolineare il favore compatto di Intesa Democratica per un lavoro che - ha detto - é stato di tutti e non solo dell'assessore, come c'è chi vorrebbe far credere. Si é voluto dare risposta alle aspettative degli Enti locali della Regione; é un provvedimento che dà un'opportunità per trasferire a livello regionale le novità importanti che lo Stato ha demandato con il rinnovato Titolo V della Costituzione. La legge troverà una seconda fase in un testo unico regionale delle Autonomie locali, dovrà incrociare un progetto organico sul comparto unico e le altre trasformazioni del settore; si tratta di un bicchiere mezzo pieno che dovrà riempirsi con leggi di settore. Non si crea una nuova sudditanza tra Autonomie locali e Regione, ma percorsi di concertazione attraverso determinati strumenti. I trasferimenti finanziari sono adeguati e definiamo puntuali sistemi di trasferimento che invitano gli Enti locali a essere più virtuosi nella loro organizzazione e nel risparmio delle risorse.

(segue)