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FI: depositata pdl riduzione liste d'attesa sanità

25.11.2005
14:49
(ACON) Trieste, 25 nov - COM/AB - I consiglieri regionali di Forza Italia Asquini, Camber, Galasso, Gottardo e Valenti hanno depositato una proposta di legge che contiene norme per la riduzione dei tempi delle liste d'attesa per prestazioni sanitarie.

"Una proposta di legge in 3 articoli, semplice ma efficace, spiega Piero Camber: laddove il cittadino si vedrà proporre un tempo di attesa troppo lungo, potrà rivolgersi a un qualunque soggetto privato a sua scelta (purché certificato), al quale il pubblico rimborserà il costo di una prestazione equivalente presso la struttura pubblica. In tal modo si otterrà tanto una riduzione dei costi del pubblico quanto uno sgravio delle liste di attesa con la conseguenza di riportarle entro tempo accettabili".

"E' dall'inizio della legislatura, in materia di sanità regionale e tutela della salute, che la situazione tende ad aggravarsi - dichiara Piero Camber - e rileviamo da parte della Giunta regionale un'assenza politica e strategica: il risultato più evidente è che la spesa aumenta, la qualità dei servizi diminuisce e i tempi relativi alle liste di attesa per prestazioni di tipo sanitario si allungano a dismisura".

"Assistiamo - dichiara il consigliere azzurro - a continue profusioni di ottimismo da parte della Giunta e tranquillizzanti sulla volontà di non ridurre prestazioni e migliorare i servizi, che si scontrano con la realtà di un Sistema sanitario regionale che, sulla prevenzione e diagnosi, rischia il collasso. La domanda di salute dei cittadini del Friuli Venezia Giulia, in particolare a seguito di un progressivo invecchiamento della popolazione, ma anche da una richiesta di miglior qualità della vita rispetto al passato in tema di tutela della salute, richiede risposte urgenti e non da piano quinquennale di datata memoria".

"L'allungamento delle liste d'attesa per le prestazioni a carattere convenzionato, con tempi drasticamente più lunghi di quanto richiederebbe un normale buon senso (e di quanto richiede il medesimo intervento a pagamento), comporta - afferma Camber - l'effetto di penalizzare proprio i soggetti più deboli (a basso reddito o a salute cagionevole) e determinare una ricaduta negativa per la credibilità dell'intero sistema di prevenzione sanitaria di massa".

"I casi più grotteschi di questa situazione - aggiunge - sono relativi a tipologie di esami in cui il costo della prestazione privatizzata è uguale, o anche inferiore, a quello medio a carico del sistema sanitario. La discrasia evidente dimostra, peraltro, come il SSR, nel suo complesso pubblico e privato, sia in grado però di assorbire la domanda di maggiore tutela della salute richiesta dai nostri cittadini".

"Al Consiglio regionale - conclude Camber - la responsabilità di intervenire con un provvedimento legislativo che sblocchi la situazione a tutela della salute dei nostri concittadini".