FI: depositata pdl riduzione liste d'attesa sanità
(ACON) Trieste, 25 nov - COM/AB - I consiglieri regionali di
Forza Italia Asquini, Camber, Galasso, Gottardo e Valenti hanno
depositato una proposta di legge che contiene norme per la
riduzione dei tempi delle liste d'attesa per prestazioni
sanitarie.
"Una proposta di legge in 3 articoli, semplice ma efficace,
spiega Piero Camber: laddove il cittadino si vedrà proporre un
tempo di attesa troppo lungo, potrà rivolgersi a un qualunque
soggetto privato a sua scelta (purché certificato), al quale il
pubblico rimborserà il costo di una prestazione equivalente
presso la struttura pubblica. In tal modo si otterrà tanto una
riduzione dei costi del pubblico quanto uno sgravio delle liste
di attesa con la conseguenza di riportarle entro tempo
accettabili".
"E' dall'inizio della legislatura, in materia di sanità regionale
e tutela della salute, che la situazione tende ad aggravarsi -
dichiara Piero Camber - e rileviamo da parte della Giunta
regionale un'assenza politica e strategica: il risultato più
evidente è che la spesa aumenta, la qualità dei servizi
diminuisce e i tempi relativi alle liste di attesa per
prestazioni di tipo sanitario si allungano a dismisura".
"Assistiamo - dichiara il consigliere azzurro - a continue
profusioni di ottimismo da parte della Giunta e tranquillizzanti
sulla volontà di non ridurre prestazioni e migliorare i servizi,
che si scontrano con la realtà di un Sistema sanitario regionale
che, sulla prevenzione e diagnosi, rischia il collasso. La
domanda di salute dei cittadini del Friuli Venezia Giulia, in
particolare a seguito di un progressivo invecchiamento della
popolazione, ma anche da una richiesta di miglior qualità della
vita rispetto al passato in tema di tutela della salute, richiede
risposte urgenti e non da piano quinquennale di datata memoria".
"L'allungamento delle liste d'attesa per le prestazioni a
carattere convenzionato, con tempi drasticamente più lunghi di
quanto richiederebbe un normale buon senso (e di quanto richiede
il medesimo intervento a pagamento), comporta - afferma Camber -
l'effetto di penalizzare proprio i soggetti più deboli (a basso
reddito o a salute cagionevole) e determinare una ricaduta
negativa per la credibilità dell'intero sistema di prevenzione
sanitaria di massa".
"I casi più grotteschi di questa situazione - aggiunge - sono
relativi a tipologie di esami in cui il costo della prestazione
privatizzata è uguale, o anche inferiore, a quello medio a carico
del sistema sanitario. La discrasia evidente dimostra, peraltro,
come il SSR, nel suo complesso pubblico e privato, sia in grado
però di assorbire la domanda di maggiore tutela della salute
richiesta dai nostri cittadini".
"Al Consiglio regionale - conclude Camber - la responsabilità di
intervenire con un provvedimento legislativo che sblocchi la
situazione a tutela della salute dei nostri concittadini".