UDC/Misto: no alla Finanziaria regionale 2006
(ACON) Trieste, 23 dic - COM/RC - Attenzione per le condizioni
sociali del Friuli Venezia Giulia con molte parole, ma con
stanziamenti insufficienti, interventi per l'economia regionale
con pesanti sperequazioni tra i diversi settori produttivi.
Pochissime scelte positive, oscurate da un'impostazione "di
sinistra" che vuole accontentare l'ideologia e gli interessi
organizzati e non persegue l'interesse generale. Da ciò, un voto
convintamente negativo.
Spiegano così, in una nota, i consiglieri regionali Roberto
Molinaro e Gina Fasan (UDC), Maurizio Salvador e Paolo Panontin
(Misto) il voto contrario espresso alla legge finanziaria
regionale 2006 in Aula.
Tra le tante scelte contraddittorie, quelle per le Autonomie
locali e in particolare per i piccoli Comuni, dove si apre una
stagione di incertezza - precisano i consiglieri centristi - per
l'effetto congiunto di una riforma sbagliata appena approvata e
dei nuovi criteri di trasferimento delle risorse finanziarie da
parte della Regione, contenuti nella Finanziaria 2006. Per la
salute e la protezione sociale, la distanza tra annunci e
interventi sarà ben presto evidente ai cittadini poiché il Fondo
sanitario regionale dovrà essere implementato in quanto non copre
tutto il fabbisogno dei nuovi contratti del personale che
saranno presto sottoscritti; il ricorso al leasing e alla finanza
di progetto, poi, per il completamento degli investimenti renderà
la gestione corrente ancora più pesante di quello che già
attualmente è. Quindi le risorse per i servizi dovranno sostenere
anche gli investimenti.
Insufficienti anche gli stanziamenti per il nuovo fondo per la
non autosufficienza e per l'abbattimento delle rete di ricovero.
Si continuano a tagliare le risorse per la famiglia, meno tre
milioni di euro anche nel 2006, con il rischio di compromettere
la nuova legge in corso di elaborazione. Tutto questo -
sottolineano - perché si è voluto pervicacemente accantonare per
il fantomatico reddito di cittadinanza ben 33 milioni di euro,
riducendo, conseguentemente, la spesa sociale.
Per le attività economiche si è proceduto a senso unico e con
palesi contraddizioni - spiegano Molinaro, Fasan, Salvador e
Panontin - da una parte si esonerano, giustamente, dall'IRAP le
Aziende pubbliche per i Servizi alle Persone, per un beneficio
indiretto alle famiglie, ma contemporaneamente si concede lo
sconto dell'1% sulla medesima Imposta alle banche e non ai
liberi professionisti che operano in forma singola o associata.
Sempre per l'IRAP, le modalità di riduzione dell'aliquota non
trovano il consenso di artigiani e commercianti ovvero dei
piccoli imprenditori che continuano ad essere penalizzati
rispetto alla grande impresa.
Si tagliano, poi, in maniera consistente i fondi all'agricoltura,
mentre si allocano ben 200 milioni di euro di risorse fresche in
favore di Promotur per interventi nei centri turistici invernali
e quasi si dimenticano i centri turistici balneari. Se queste
sono le premesse della seconda fase di questa IX legislatura
regionale annunciata dal presidente Illy - concludono - non ci
resta che guardare ad altri tempi, quando le esigenze di tutta la
comunità regionale erano al centro delle scelte della politica
regionale.