V Comm: devolution, approvata delibera indizione referendum
(ACON) Trieste, 12 gen - RC - La V Commissione consiliare ha
approvato all'unanimità la delibera con la quale il Consiglio
regionale richiederà l'indizione del referendum popolare nei
confronti della legge costituzionale "Modifiche alla parte
seconda della Costituzione" (devolution) approvata in seconda
votazione, tanto dalla Camera dei deputati quanto dal Senato, a
maggioranza assoluta, ma inferiore dei due terzi, dei componenti
i due rami del Parlamento. Proprio l'esito della votazione fa sì
che, stante l'articolo 138 della Costituzione stessa, il
referendum può essere richiesto, tra l'altro, da 5 Consigli
regionali.
La delibera sarà illustrata in Aula dal presidente della V
Commissione, Antonio Martini (Margh), e dal suo vicepresidente,
Antonio Pedicini (FI).
Siamo d'accordo con la richiesta del centrosinistra - aveva
sintetizzato prima del voto il capogruppo di FI, Isidoro
Gottardo, parlando a nome della Casa delle Libertà - perché, al
di là dell'essere consapevoli che si tratta di una questione
strumentalizzata politicamente, le modifiche alla Costituzione
sono delle ottime modifiche ed è giusto siano supportate,
attraverso il referendum, dal volere del popolo.
Da Roberto Molinaro (UDC) a Fulvio Follegot (LN), Antonio
Pedicini e Bruno Marini (FI), avevano parlato in termini di
inutilità tecnica ad appoggiare l'iniziativa della Regione
Sardegna, capofila della richiesta di referendum popolare, in
quanto il Friuli Venezia Giulia sarà la decima ad unirsi a tale
richiesta. Ad essersi già espresse in tal senso, infatti, sono
già state Campania, Lazio, Lombardia, Valle d'Aosta, Toscana,
Marche e Umbria. Rimane, invece, molto forte il dissenso
prettamente politico di Intesa Democratica alle modifiche volute
dal Governo nazionale e questo - aveva affermato Pedicini -
esclusivamente perché sono firmate centrodestra, secondo una
logica riprovevole.
La modifica dell'articolo 138, terzo comma - aveva detto Molinaro
- è importantissima perché toglie il divieto di indire il
referendum se una legge è stata approvata, in seconda lettura, a
maggioranza dei due terzi. Per non parlare della diminuzione che
si avrà del numero dei parlamentari - aveva aggiunto Follegot,
ricordando come la Lega abbia sempre sostenuto la riforma in
senso federale della Costituzione. Aderiamo come lo ha già fatto
un'altra Regione retta da Forza Italia, la Lombardia - aveva
spiegato Marini - ed è giusto che il popolo si esprima su
questioni così importanti.
Certamente è un'azione politica e tecnicamente nulla - avevano
concordato un po' tutti i rappresentanti della maggioranza, da
Franco Brussa (Margh) per il quale chiedere il consenso del
popolo è atto dovuto da parte del Consiglio ai suoi cittadini, a
Mauro Travanut (DS) che ha fatto presente che quella all'articolo
138 non è l'unica modifica e le altre non sono altrettanto
sostenibili, Bruna Zorzini (PDCI) per la quale la presenza di
Regioni tanto diverse tra loro, tra le nove già firmatarie,
dimostra come la questione trovi un interesse trasversale, a
Carlo Monai (Citt) che avrebbe voluto che il popolo fosse stato
chiamato ad esprimersi anche sulla Costituzione europea, come ad
esempio avvenuto in Francia, e si è augurato che il cittadino
possa comprendere bene gli argomenti che gli saranno sottoposti
con il referendum, argomenti che hanno visto delle lacerazioni in
seno al Governo nazionale.
(immagini e interviste alle tv)