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V Comm: devolution, approvata delibera indizione referendum

12.01.2006
13:30
(ACON) Trieste, 12 gen - RC - La V Commissione consiliare ha approvato all'unanimità la delibera con la quale il Consiglio regionale richiederà l'indizione del referendum popolare nei confronti della legge costituzionale "Modifiche alla parte seconda della Costituzione" (devolution) approvata in seconda votazione, tanto dalla Camera dei deputati quanto dal Senato, a maggioranza assoluta, ma inferiore dei due terzi, dei componenti i due rami del Parlamento. Proprio l'esito della votazione fa sì che, stante l'articolo 138 della Costituzione stessa, il referendum può essere richiesto, tra l'altro, da 5 Consigli regionali.

La delibera sarà illustrata in Aula dal presidente della V Commissione, Antonio Martini (Margh), e dal suo vicepresidente, Antonio Pedicini (FI).

Siamo d'accordo con la richiesta del centrosinistra - aveva sintetizzato prima del voto il capogruppo di FI, Isidoro Gottardo, parlando a nome della Casa delle Libertà - perché, al di là dell'essere consapevoli che si tratta di una questione strumentalizzata politicamente, le modifiche alla Costituzione sono delle ottime modifiche ed è giusto siano supportate, attraverso il referendum, dal volere del popolo.

Da Roberto Molinaro (UDC) a Fulvio Follegot (LN), Antonio Pedicini e Bruno Marini (FI), avevano parlato in termini di inutilità tecnica ad appoggiare l'iniziativa della Regione Sardegna, capofila della richiesta di referendum popolare, in quanto il Friuli Venezia Giulia sarà la decima ad unirsi a tale richiesta. Ad essersi già espresse in tal senso, infatti, sono già state Campania, Lazio, Lombardia, Valle d'Aosta, Toscana, Marche e Umbria. Rimane, invece, molto forte il dissenso prettamente politico di Intesa Democratica alle modifiche volute dal Governo nazionale e questo - aveva affermato Pedicini - esclusivamente perché sono firmate centrodestra, secondo una logica riprovevole.

La modifica dell'articolo 138, terzo comma - aveva detto Molinaro - è importantissima perché toglie il divieto di indire il referendum se una legge è stata approvata, in seconda lettura, a maggioranza dei due terzi. Per non parlare della diminuzione che si avrà del numero dei parlamentari - aveva aggiunto Follegot, ricordando come la Lega abbia sempre sostenuto la riforma in senso federale della Costituzione. Aderiamo come lo ha già fatto un'altra Regione retta da Forza Italia, la Lombardia - aveva spiegato Marini - ed è giusto che il popolo si esprima su questioni così importanti.

Certamente è un'azione politica e tecnicamente nulla - avevano concordato un po' tutti i rappresentanti della maggioranza, da Franco Brussa (Margh) per il quale chiedere il consenso del popolo è atto dovuto da parte del Consiglio ai suoi cittadini, a Mauro Travanut (DS) che ha fatto presente che quella all'articolo 138 non è l'unica modifica e le altre non sono altrettanto sostenibili, Bruna Zorzini (PDCI) per la quale la presenza di Regioni tanto diverse tra loro, tra le nove già firmatarie, dimostra come la questione trovi un interesse trasversale, a Carlo Monai (Citt) che avrebbe voluto che il popolo fosse stato chiamato ad esprimersi anche sulla Costituzione europea, come ad esempio avvenuto in Francia, e si è augurato che il cittadino possa comprendere bene gli argomenti che gli saranno sottoposti con il referendum, argomenti che hanno visto delle lacerazioni in seno al Governo nazionale.

(immagini e interviste alle tv)