IV Comm: audizioni su laguna di Marano e Grado (2)
(ACON) Trieste, 19 gen - RC - L'assessore all'Ambiente della
Provincia di Udine ha affermato che la situazione è complessa,
che una certa attività antropica si è realizzata ancora nei primi
anni del secolo scorso sino ad arrivare a uno stato di degrado e
di inquinamento manifesto. Da parte sua, per quanto attiene
l'inquinamento della laguna, la Provincia, a cui compete
autorizzare i controlli e i dragaggi, ha sempre supportato in tal
senso il ministero e il suo commissario. Attualmente ci sono
sperimentazioni in atto, da parte dell'Università di Udine,
sull'estrazione di metalli pesanti e sullo scarico delle acque di
una centrale a turbogas.
Il sindaco di Grado ha affermato che sarà difficile potersi
inserire nel procedimento giudiziario come persone offese, in
quanto si tratta di uno scarico a mare a 6 miglia dalla costa. Ha
poi spiegato che la perizia tratta la classificazione dei
sedimenti mentre i Comuni classificano le acque, ad esempio per
la possibile raccolta dei molluschi. Ha quindi fatto presente che
ci sono dati storici, antecedenti alla creazione del Tubone, che
parlano di inquinamento addirittura superiore ad oggi e che
bisogna fare attenzione alle notizie che si divulgano perché - ha
detto - siamo tutti amministratori di località che vivono di
turismo e rischiamo che i turisti vadano altrove.
Che non si debbano creare allarmismi tra la popolazione lo crede
anche il sindaco di Torviscosa, che ha parlato anche a nome di
San Giorgio e Cervignano, ma - ha aggiunto - la Procura è giusto
faccia i suoi controlli e i sindaci devono assumersi le loro
responsabilità per le autorizzazioni concesse, e anche dal
Consorzio si attendono delle risposte. Né aspettative né false
preoccupazioni, dunque, ma equilibrio su come portare avanti la
questione, giudizio a cui si è aggiunto il sindaco di Lignano.
Da parte delle associazioni ambientaliste, invece, è stato
chiesto che fossero chiariti quali danni potrebbero subire i
consumatori, visto che si tratta di zone note anche per i fanghi
termali; è stato fatto presente che il problema del Tubone è solo
la fine di un percorso di inquinamento ben più lungo, iniziato
nel '38 con un impianto allora abusivo; sono state inoltre
avanzate perplessità sulla depurazione in regione.
Infine, il rappresentante del ministero dell'Ambiente ha
sottolineato che l'area di cui si parla è all'esterno del sito di
interesse nazionale e si è detto d'accordo con l'ARPA sulla
necessità di una campagna di dati a lungo raggio da prendere come
riferimento.
(fine)