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IV Comm: audizioni su laguna di Marano e Grado (2)

19.01.2006
13:36
(ACON) Trieste, 19 gen - RC - L'assessore all'Ambiente della Provincia di Udine ha affermato che la situazione è complessa, che una certa attività antropica si è realizzata ancora nei primi anni del secolo scorso sino ad arrivare a uno stato di degrado e di inquinamento manifesto. Da parte sua, per quanto attiene l'inquinamento della laguna, la Provincia, a cui compete autorizzare i controlli e i dragaggi, ha sempre supportato in tal senso il ministero e il suo commissario. Attualmente ci sono sperimentazioni in atto, da parte dell'Università di Udine, sull'estrazione di metalli pesanti e sullo scarico delle acque di una centrale a turbogas.

Il sindaco di Grado ha affermato che sarà difficile potersi inserire nel procedimento giudiziario come persone offese, in quanto si tratta di uno scarico a mare a 6 miglia dalla costa. Ha poi spiegato che la perizia tratta la classificazione dei sedimenti mentre i Comuni classificano le acque, ad esempio per la possibile raccolta dei molluschi. Ha quindi fatto presente che ci sono dati storici, antecedenti alla creazione del Tubone, che parlano di inquinamento addirittura superiore ad oggi e che bisogna fare attenzione alle notizie che si divulgano perché - ha detto - siamo tutti amministratori di località che vivono di turismo e rischiamo che i turisti vadano altrove.

Che non si debbano creare allarmismi tra la popolazione lo crede anche il sindaco di Torviscosa, che ha parlato anche a nome di San Giorgio e Cervignano, ma - ha aggiunto - la Procura è giusto faccia i suoi controlli e i sindaci devono assumersi le loro responsabilità per le autorizzazioni concesse, e anche dal Consorzio si attendono delle risposte. Né aspettative né false preoccupazioni, dunque, ma equilibrio su come portare avanti la questione, giudizio a cui si è aggiunto il sindaco di Lignano.

Da parte delle associazioni ambientaliste, invece, è stato chiesto che fossero chiariti quali danni potrebbero subire i consumatori, visto che si tratta di zone note anche per i fanghi termali; è stato fatto presente che il problema del Tubone è solo la fine di un percorso di inquinamento ben più lungo, iniziato nel '38 con un impianto allora abusivo; sono state inoltre avanzate perplessità sulla depurazione in regione.

Infine, il rappresentante del ministero dell'Ambiente ha sottolineato che l'area di cui si parla è all'esterno del sito di interesse nazionale e si è detto d'accordo con l'ARPA sulla necessità di una campagna di dati a lungo raggio da prendere come riferimento.

(fine)