UDC: raccolta sangue, inaccettabile Gorizia come sede unica
(ACON) Trieste, 03 feb - COM/AB - "Sembra proprio che il
presidente Illy e la sua Giunta conoscano poco la situazione e le
potenzialità del territorio regionale, in particolare che circa
il 65% dei donatori di sangue del Friuli Venezia Giulia risiedano
in Friuli. Un esercito di quasi 50.000 volontari che il progetto
di Piano sanitario e socio-sanitario regionale 2006-2008 adottato
dalla Giunta regionale non considera, dal momento che si prevede
un'unica sede regionale a Gorizia per la certificazione delle
sacche del sangue raccolto. Una scelta inaccettabile che va
modificata".
I consiglieri regionali dell'UDC Roberto Molinaro e Giorgio
Venier Romano prendono posizione sulla previsione del documento
programmatico che nelle prossime settimane sarà esaminato dalla
competente Commissione del Consiglio regionale.
"Tra le diverse scelte criticabili nel progetto regionale, quella
dell'ubicazione del Centro di validazione e classificazione di
tutto il sangue proveniente dal gratuito dono dei volontari è
incomprensibile - precisano i due esponenti centristi - dal
momento che una razionalizzazione rispetto alla situazione
attuale va fatta, ma tenendo conto della dislocazione dei centri
di maggior raccolta per evitare una sede non baricentrica, come
quella di Gorizia, una sede dove sono necessari numerosi
investimenti ex novo e certamente maggior costi nella
manutenzione del sangue raccolto".
"Non sono evidenti le ragioni di economicità ed efficienza a
supporto di tale scelta - precisano Molinaro e Venier - mentre
emergono ancora una volta le logiche di spartizione territoriale,
che già si erano viste con la repentina modifica del Piano
regionale materno infantile per salvare il punto nascita nella
città isontina e quelle di assecondare precisi interessi dei
professionisti che sono, guarda caso, quelli dell'Azienda
ospedaliera di Trieste che attraverso un dipartimento
interaziendale guiderà il centro goriziano".
"Diciamo basta a queste continue appropriazioni di parte
dell'offerta sanitaria regionale da parte dei potenti di turno,
senza alcuna considerazione delle aspettative sacrosante dei
cittadini - concludono i due consiglieri regionali dell'UDC -
proponendo il mantenimento della funzione di certificazione delle
sacche di sangue raccolto e la classificazione delle stesse in
un'unica sede, baricentrica nel territorio regionale e,
soprattutto, con una diretta responsabilità regionale nella
gestione, coinvolgendo le associazioni dei donatori anche per
superare gli interessi delle corporazioni autoreferenziali".