III Comm: legge welfare, dibattito generale (1)
(ACON) Trieste, 07 feb - MPB - Il provvedimento sul welfare,
ovvero sul sistema integrato di interventi e servizi nel sociale
è tornato oggi all'attenzione della III Commissione consiliare -
presieduta da Nevio Alzetta (DS), presente l'assessore Ezio
Beltrame - nella forma del testo proposto dal comitato ristretto
(che riunisce le proposte di legge n°136, di iniziativa della
CdL, e n°151, di Intesa Democratica) per la discussione generale,
mentre domani si inizierà l'esame di articoli ed emendamenti.
Si conferma - ha esordito Alzetta - la scelta di incidere in
maniera profonda nell'organizzazione del sistema dei servizi
della nostra regione, che pure sono di livello e la pongono ai
primi posti nel Paese, e ciò per conseguire un forte
coordinamento di tutte le politiche, mettendo in rete e
integrando i servizi. Trattandosi di una legge quadro, di
riforma, è l'occasione per ridefinire, in attuazione alla 328, le
politiche sul territorio individuando anche nuove aree di
intervento, i destinatari e le modalità in base alle quali sia
garantito l'accesso ai servizi, non in base a valutazioni fine a
se stesse ma legate a ogni singolo caso.
La valorizzazione della centralità dei cittadini, attraverso
l'associazione dei Comuni, non è una scelta per svilire il ruolo
dell'ente intermedio, ha evidenziato ancora Alzetta parlando del
ruolo del pubblico e del privato, preannunciando un emendamento
inerente il fondo per l'autonomia, e indicando il reddito di
cittadinanza come uno strumento che fa capo al sistema dei
Comuni, in cui si combina l'intervento economico-finanziario con
i servizi per favorire l'inclusione sociale dei cittadini e per
concorrere al superamento di difficoltà stringenti. Permangono
distanze fra le due proposte - ha concluso - ma c'è
collaborazione e il lavoro dei prossimi giorni ci permetterà di
migliorare ulteriormente il testo, da trasmettere poi ad
Assemblea delle Autonomie e Conferenza permanente.
Massimo Blasoni (FI), evidenziando le differenze che permangono,
ha sottolineato che Fondo dell'autonomia possibile e assistenza a
lungo termine (art.43) mostrano il limite del testo: cosa sarà
questo fondo per l'autosufficienza, si è chiesto parlando di come
è inteso in altri Paesi, mentre da noi non sarà un fatto nuovo ma
una allocazione diversa di risorse già esistenti. Sulle nuove
povertà, il testo del comitato ridimensiona l'attenzione posta
dalla proposta della CdL, secondo Blasoni per il quale il reddito
di cittadinanza deve essere un intervento nei confronti di chi
deve far fronte a difficoltà oggettive e non un aiuto
indiscriminato a tutti. E aggiunge: c'è un problema di risorse,
non diciamo che daremo risposte a tutti se non siamo in grado di
farlo.
Per Roberto Molinaro (UDC), questa Commissione, anche in forza
delle materie di cui si occuperà, deve diventare un interlocutore
forte a livello regionale per le politiche socio sanitarie, senza
nulla togliere alla dimensione di governo. Quanto al testo, sulle
divergenze si deve fare un lavoro di ulteriore affinamento, senza
pensare che l'individuazione di un punto di incontro avvenga
perché una delle due parti ha ceduto. Questione in sospeso è la
ristrutturazione delle aree di intervento di questa legge: se le
nuove povertà sono una nuova realtà da considerare o sono un
nuovo modo riproporsi di situazioni già esistenti, non c'è
condivisione sulla facoltà di scegliere delle famiglie e va
prevista una pluralità di erogatori di servizi. Una dimensione da
recuperare, poi, è il ruolo di presidio di area vasta delle
Province. Sul reddito di cittadinanza, per Molinaro il testo
proposto è insufficiente ed è necessario fare chiarezza dal
titolo: togliamo la parola reddito e parliamo di progetto che
punta alla coesione sociale.
(immagini alle tv)
(segue)