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III Comm: legge welfare, dibattito generale (1)

07.02.2006
16:47
(ACON) Trieste, 07 feb - MPB - Il provvedimento sul welfare, ovvero sul sistema integrato di interventi e servizi nel sociale è tornato oggi all'attenzione della III Commissione consiliare - presieduta da Nevio Alzetta (DS), presente l'assessore Ezio Beltrame - nella forma del testo proposto dal comitato ristretto (che riunisce le proposte di legge n°136, di iniziativa della CdL, e n°151, di Intesa Democratica) per la discussione generale, mentre domani si inizierà l'esame di articoli ed emendamenti.

Si conferma - ha esordito Alzetta - la scelta di incidere in maniera profonda nell'organizzazione del sistema dei servizi della nostra regione, che pure sono di livello e la pongono ai primi posti nel Paese, e ciò per conseguire un forte coordinamento di tutte le politiche, mettendo in rete e integrando i servizi. Trattandosi di una legge quadro, di riforma, è l'occasione per ridefinire, in attuazione alla 328, le politiche sul territorio individuando anche nuove aree di intervento, i destinatari e le modalità in base alle quali sia garantito l'accesso ai servizi, non in base a valutazioni fine a se stesse ma legate a ogni singolo caso.

La valorizzazione della centralità dei cittadini, attraverso l'associazione dei Comuni, non è una scelta per svilire il ruolo dell'ente intermedio, ha evidenziato ancora Alzetta parlando del ruolo del pubblico e del privato, preannunciando un emendamento inerente il fondo per l'autonomia, e indicando il reddito di cittadinanza come uno strumento che fa capo al sistema dei Comuni, in cui si combina l'intervento economico-finanziario con i servizi per favorire l'inclusione sociale dei cittadini e per concorrere al superamento di difficoltà stringenti. Permangono distanze fra le due proposte - ha concluso - ma c'è collaborazione e il lavoro dei prossimi giorni ci permetterà di migliorare ulteriormente il testo, da trasmettere poi ad Assemblea delle Autonomie e Conferenza permanente.

Massimo Blasoni (FI), evidenziando le differenze che permangono, ha sottolineato che Fondo dell'autonomia possibile e assistenza a lungo termine (art.43) mostrano il limite del testo: cosa sarà questo fondo per l'autosufficienza, si è chiesto parlando di come è inteso in altri Paesi, mentre da noi non sarà un fatto nuovo ma una allocazione diversa di risorse già esistenti. Sulle nuove povertà, il testo del comitato ridimensiona l'attenzione posta dalla proposta della CdL, secondo Blasoni per il quale il reddito di cittadinanza deve essere un intervento nei confronti di chi deve far fronte a difficoltà oggettive e non un aiuto indiscriminato a tutti. E aggiunge: c'è un problema di risorse, non diciamo che daremo risposte a tutti se non siamo in grado di farlo.

Per Roberto Molinaro (UDC), questa Commissione, anche in forza delle materie di cui si occuperà, deve diventare un interlocutore forte a livello regionale per le politiche socio sanitarie, senza nulla togliere alla dimensione di governo. Quanto al testo, sulle divergenze si deve fare un lavoro di ulteriore affinamento, senza pensare che l'individuazione di un punto di incontro avvenga perché una delle due parti ha ceduto. Questione in sospeso è la ristrutturazione delle aree di intervento di questa legge: se le nuove povertà sono una nuova realtà da considerare o sono un nuovo modo riproporsi di situazioni già esistenti, non c'è condivisione sulla facoltà di scegliere delle famiglie e va prevista una pluralità di erogatori di servizi. Una dimensione da recuperare, poi, è il ruolo di presidio di area vasta delle Province. Sul reddito di cittadinanza, per Molinaro il testo proposto è insufficiente ed è necessario fare chiarezza dal titolo: togliamo la parola reddito e parliamo di progetto che punta alla coesione sociale.

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(segue)