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Verdi: Metz, legge voto contro i CPT

09.02.2006
16:06
(ACON) Trieste, 09 feb - COM/RC - Ai sensi dell'articolo 121 della Costituzione, il consigliere regionale Alessandro Metz (Verdi) ha presentato agli organi di informazione una proposta di legge regionale alle Camere per la soppressione dei Centri di permanenza temporanea e assistenza (CPT).

Si tratta di una legge voto - commenta lo stesso Metz - che, se approvata dalla nostra Aula, vedrà costrette le Camere a discuterla e votarla. E' una legge molto semplice, addirittura banale nella sua articolazione, ma con un impatto politico molto rilevante. E' composta da un unico articolo suddiviso in quattro commi, che va a cassare gli articoli del decreto legislativo n.286 del 25 luglio 1998 (legge Turco-Napolitano) e quelli successivamente modificati dalla legge n.189 del 30 luglio 2002 (legge Bossi-Fini) i quali istituivano i CPT.

Mi sembra evidente che la contraddizione interna al centro-sinistra in merito a queste strutture sia enorme - prosegue il consigliere - ma penso sia dirimente in questo momento, quando si va a chiedere il voto ai cittadini per governare il Paese, la necessità di chiarezza di proposta e intenti su questo tema. In questi otto anni, da quando i CPT sono stati istituiti, chi ha mantenuto aperta questa contraddizione denunciandone la pericolosità e la barbarie sono stati i movimenti, assieme alle molte associazioni antirazziste e a quelle ONG che della difesa dei diritti umani fanno il loro lavoro. Oggi, anche grazie a numerosi reportage giornalistici fatti dall'interno di queste strutture, possiamo dire a quei politici meno "accorti" che queste strutture non sono umanizzabili né riformabili, ma devono essere immediatamente chiuse per poter ripristinare una garanzia di diritto a tutte le persone che si trovano, o arrivano, nel nostro Paese.

Una persona che non ha commesso alcun tipo di reato - così ancora Metz - non può essere rinchiusa e detenuta, e non possiamo tollerare che in Italia esistano dei luoghi inaccessibili ed esclusi da qualsiasi controllo, in cui sistematicamente vengano calpestati i diritti umani. Pochi mesi fa, in Consiglio regionale è stato approvato un Ordine del giorno votato da tutta la maggioranza contro il CPT di Gradisca d'Isonzo, quindi non dovrebbero esserci problemi a sostenere questa proposta di legge e a portarla velocemente al voto in Aula. Capisco che un Ordine del giorno a volte è un semplice esercizio di retorica, mentre una legge come questa apre sicuramente delle contraddizioni, ma spero nella coerenza da parte di chi, in questi mesi ha avuto parole di contrasto all'apertura di quel CPT senza mai trovare, poi, i necessari atti concreti per dare sostanza a queste dichiarazioni. Oggi, per chi volesse dimostrare coerenza tra pensiero espresso e azione materiale concreta, può agire affinché questa legge arrivi alle Camere.

Solamente a luglio dell'anno scorso a Bari, quindici presidenti di Regione, tutti di centro-sinistra, firmavano un documento contro queste strutture - conclude l'esponente dei Verdi. Da quel momento, poco o niente è stato fatto dalle istituzioni, molto ancora oggi viene, invece, prodotto da chi porta avanti una critica radicale e attiva, fatta anche di azioni di denuncia e impedimento dei lavori di funzionamento di questi centri. Chi ha criticato queste azioni affermando che sono controproducenti e inopportune rispetto agli obiettivi perseguiti, adducendo una superiorità dei percorsi legislativi e istituzionali rispetto alla reale possibilità di impedire l'apertura del CPT di Gradisca d'Isonzo, adesso ha la possibilità di dimostrare, votando questa legge, che quelle parole non erano strumentali, frutto di insofferenza verso i percorsi dei movimenti, ma modalità diverse per perseguire il medesimo obiettivo. Tolta la "foglia di fico", andiamo a vedere chi è realmente contro i CPT.