Verdi: Metz, legge voto contro i CPT
(ACON) Trieste, 09 feb - COM/RC - Ai sensi dell'articolo 121
della Costituzione, il consigliere regionale Alessandro Metz
(Verdi) ha presentato agli organi di informazione una proposta di
legge regionale alle Camere per la soppressione dei Centri di
permanenza temporanea e assistenza (CPT).
Si tratta di una legge voto - commenta lo stesso Metz - che, se
approvata dalla nostra Aula, vedrà costrette le Camere a
discuterla e votarla. E' una legge molto semplice, addirittura
banale nella sua articolazione, ma con un impatto politico molto
rilevante. E' composta da un unico articolo suddiviso in quattro
commi, che va a cassare gli articoli del decreto legislativo
n.286 del 25 luglio 1998 (legge Turco-Napolitano) e quelli
successivamente modificati dalla legge n.189 del 30 luglio 2002
(legge Bossi-Fini) i quali istituivano i CPT.
Mi sembra evidente che la contraddizione interna al
centro-sinistra in merito a queste strutture sia enorme -
prosegue il consigliere - ma penso sia dirimente in questo
momento, quando si va a chiedere il voto ai cittadini per
governare il Paese, la necessità di chiarezza di proposta e
intenti su questo tema. In questi otto anni, da quando i CPT sono
stati istituiti, chi ha mantenuto aperta questa contraddizione
denunciandone la pericolosità e la barbarie sono stati i
movimenti, assieme alle molte associazioni antirazziste e a
quelle ONG che della difesa dei diritti umani fanno il loro
lavoro. Oggi, anche grazie a numerosi reportage giornalistici
fatti dall'interno di queste strutture, possiamo dire a quei
politici meno "accorti" che queste strutture non sono
umanizzabili né riformabili, ma devono essere immediatamente
chiuse per poter ripristinare una garanzia di diritto a tutte le
persone che si trovano, o arrivano, nel nostro Paese.
Una persona che non ha commesso alcun tipo di reato - così ancora
Metz - non può essere rinchiusa e detenuta, e non possiamo
tollerare che in Italia esistano dei luoghi inaccessibili ed
esclusi da qualsiasi controllo, in cui sistematicamente vengano
calpestati i diritti umani. Pochi mesi fa, in Consiglio regionale
è stato approvato un Ordine del giorno votato da tutta la
maggioranza contro il CPT di Gradisca d'Isonzo, quindi non
dovrebbero esserci problemi a sostenere questa proposta di legge
e a portarla velocemente al voto in Aula. Capisco che un Ordine
del giorno a volte è un semplice esercizio di retorica, mentre
una legge come questa apre sicuramente delle contraddizioni, ma
spero nella coerenza da parte di chi, in questi mesi ha avuto
parole di contrasto all'apertura di quel CPT senza mai trovare,
poi, i necessari atti concreti per dare sostanza a queste
dichiarazioni. Oggi, per chi volesse dimostrare coerenza tra
pensiero espresso e azione materiale concreta, può agire affinché
questa legge arrivi alle Camere.
Solamente a luglio dell'anno scorso a Bari, quindici presidenti
di Regione, tutti di centro-sinistra, firmavano un documento
contro queste strutture - conclude l'esponente dei Verdi. Da quel
momento, poco o niente è stato fatto dalle istituzioni, molto
ancora oggi viene, invece, prodotto da chi porta avanti una
critica radicale e attiva, fatta anche di azioni di denuncia e
impedimento dei lavori di funzionamento di questi centri. Chi ha
criticato queste azioni affermando che sono controproducenti e
inopportune rispetto agli obiettivi perseguiti, adducendo una
superiorità dei percorsi legislativi e istituzionali rispetto
alla reale possibilità di impedire l'apertura del CPT di Gradisca
d'Isonzo, adesso ha la possibilità di dimostrare, votando questa
legge, che quelle parole non erano strumentali, frutto di
insofferenza verso i percorsi dei movimenti, ma modalità diverse
per perseguire il medesimo obiettivo. Tolta la "foglia di fico",
andiamo a vedere chi è realmente contro i CPT.