UDC: Molinaro, in welfare emendamento su salute mentale
(ACON) Trieste, 13 feb - COM/AB - "Nell'ambito della legge
quadro in materia di interventi e servizi sociali, le politiche
per la salute mentale devono essere parte del sistema integrato,
al fine di contrastare la esclusione sociale delle persone
affette da patologie psichiche e da disturbo mentale,
coinvolgendo in primis, negli interventi, le famiglie dei malati
e le loro associazioni rappresentative."
Questo il significato di un emendamento che il capogruppo UDC in
Consiglio regionale, Roberto Molinaro, presenterà in Commissione
nell'ambito dell'esame del progetto di legge sul nuovo welfare
regionale, arrivato alle ultime battute, raccogliendo le
sollecitazioni delle associazioni rappresentative delle famiglie
stesse.
"Tra le diverse aree d'intervento, quella della salute mentale
richiede scelte precise, anche per contrastare nei fatti volontà
controriformiste che non considerano come l'attuale legislazione
nazionale deve essere ancora in parte attuate - precisa
l'esponente centrista - partendo dalla piena applicazione del
principio di sussidiarietà sociale che in Friuli Venezia Giulia
vede già in campo associazioni di famiglie e cooperative sociali
che affiancano i servizi territoriali e ospedalieri. E' questa
una condizione che va riconosciuta e ulteriormente promossa, un
punto fermo dal quale partire per il miglioramento
dell'organizzazione della rete dei servizi".
"Solo con questa scelta che mobilita risorse ed energie, si
potrà fare di più e meglio - sottolinea il capogruppo UDC - per
l'abitare assistito, per percorsi di riabilitazione e
reinserimento volti a promuovere l'autonomia personale, per
l'inserimento lavorativo, per lo sviluppo delle relazioni
interpersonali, per il sostegno al reddito del malato e della sua
famiglia e, soprattutto, per la domiciliarità assistenziale con i
progetti relativi al dopo di noi".
"Non possiamo perdere l'occasione di aumentare la qualità dei
servizi con norme che siano innanzitutto promotive e di
coinvolgimento di una pluralità di soggetti - conclude il
capogruppo UDC - quali le famiglie e l'intero terzo settore che
già stanno dando ottima prova d'impegno, evitando di relegarli in
ruoli di supplenza dei servizi pubblici che non possono esistere
in un moderno sistema di tutela della salute mentale, pluralista
ed integrato".