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Tesini a convengo su terremoto del 1976 30 anni dopo

28.04.2006
15:27
(ACON) Udine, 28 apr - MPB - In questi 30 anni la progettualità politica, istituzionale e amministrativa non ha aggiunto molto a intuizioni che si erano avute allora, sostenute dallo Stato, e che fecero apparire subito chiare alcune scelte. Come pure immediatamente si capì che avevano bisogno dell'Università non solo come risarcimento e gratificazione ma perché servivano professionalità, conoscenze e competenze, poiché a questo territorio, che aveva grandi possibilità, occorrevano strumenti di autogoverno e il luogo per formare la nuova classe dirigente.

Il presidente del Consiglio regionale Alessandro Tesini - intervenendo alla seconda giornata del convegno che l'Università di Udine, insieme con la Regione e le Associazioni dei Comuni terremotati e dei Consiglieri regionali, ha organizzato su "Il Terremoto del 1976 - 30 anni dopo" centrando il tema sull'ingegneria sismica ma affrontandolo in chiave multidisciplinare e intersettoriale - ha così sintetizzato le ragioni che portarono all'istituzione dell'ateneo friulano nato, aveva ricordato in precedenza il magnifico rettore Furio Honsell, sullo slancio di una legge di iniziativa popolare.

Ricordando le scelte di allora - prima le fabbriche, poi le case e poi le chiese: ovvero, prima di tutto l'economia e poi il resto, con l'individuazione delle responsabilità e delle competenze, come il ruolo dei sindaci - che hanno fatto parlare di modello Friuli, Tesini si è chiesto cosa questo modello, se ancora c'è, può trasferire, alla luce dei dati di quel sisma, nella realtà di oggi, come ci può aiutare non solo nella comprensione del passato ma anche di quanto ci sta di fronte.

Non è immaginabile che nel 2006 ci rassegnamo a subire un deficit di consenso, se fare o meno un elettrodotto o una cassa di espansione o se intervenire nelle grandi infrastrutture, quando il Friuli lo abbiamo ricostruito con una capacità di amministrazione e di consenso incredibili - ha affermato il presidente del Consiglio, ricordando che la ricostruzione non è stata solo l'epopea di una ristretta e illuminata classe dirigente ma è stato un grande e straordinario evento di partecipazione popolare. La dannazione del tempo che stiamo vivendo - ha insistito - è sapere che siamo di fronte a scelte importantissime dalle quali dipende lo sviluppo e il benessere della nostra regione da qui ai prossimi decenni e avere un deficit di consenso. A distanza di 30 anni, per la politica, le amministrazioni e le istituzioni questa è la lezione del terremoto, come cioè affrontare scelte anche difficili spiegandole alla gente, e porre al centro questi temi è l'unico modo perché le celebrazioni del trentesimo anniversario non restino meramente tali.

Al convegno è intervenuto anche l'assessore Franco Iacop che ricordando come il Friuli Venezia Giulia sia capofila in Italia per la Protezione Civile, ha fra l'altro sottolineato che l'esperienza, le conoscenze, la capacità gestionale maturate obbliga le istituzioni a guardare avanti privilegiando soprattutto la prevenzione.