Tesini a convengo su terremoto del 1976 30 anni dopo
(ACON) Udine, 28 apr - MPB - In questi 30 anni la
progettualità politica, istituzionale e amministrativa non ha
aggiunto molto a intuizioni che si erano avute allora, sostenute
dallo Stato, e che fecero apparire subito chiare alcune scelte.
Come pure immediatamente si capì che avevano bisogno
dell'Università non solo come risarcimento e gratificazione ma
perché servivano professionalità, conoscenze e competenze, poiché
a questo territorio, che aveva grandi possibilità, occorrevano
strumenti di autogoverno e il luogo per formare la nuova classe
dirigente.
Il presidente del Consiglio regionale Alessandro Tesini -
intervenendo alla seconda giornata del convegno che l'Università
di Udine, insieme con la Regione e le Associazioni dei Comuni
terremotati e dei Consiglieri regionali, ha organizzato su "Il
Terremoto del 1976 - 30 anni dopo" centrando il tema
sull'ingegneria sismica ma affrontandolo in chiave
multidisciplinare e intersettoriale - ha così sintetizzato le
ragioni che portarono all'istituzione dell'ateneo friulano nato,
aveva ricordato in precedenza il magnifico rettore Furio Honsell,
sullo slancio di una legge di iniziativa popolare.
Ricordando le scelte di allora - prima le fabbriche, poi le case
e poi le chiese: ovvero, prima di tutto l'economia e poi il
resto, con l'individuazione delle responsabilità e delle
competenze, come il ruolo dei sindaci - che hanno fatto parlare
di modello Friuli, Tesini si è chiesto cosa questo modello, se
ancora c'è, può trasferire, alla luce dei dati di quel sisma,
nella realtà di oggi, come ci può aiutare non solo nella
comprensione del passato ma anche di quanto ci sta di fronte.
Non è immaginabile che nel 2006 ci rassegnamo a subire un deficit
di consenso, se fare o meno un elettrodotto o una cassa di
espansione o se intervenire nelle grandi infrastrutture, quando
il Friuli lo abbiamo ricostruito con una capacità di
amministrazione e di consenso incredibili - ha affermato il
presidente del Consiglio, ricordando che la ricostruzione non è
stata solo l'epopea di una ristretta e illuminata classe
dirigente ma è stato un grande e straordinario evento di
partecipazione popolare. La dannazione del tempo che stiamo
vivendo - ha insistito - è sapere che siamo di fronte a scelte
importantissime dalle quali dipende lo sviluppo e il benessere
della nostra regione da qui ai prossimi decenni e avere un
deficit di consenso. A distanza di 30 anni, per la politica, le
amministrazioni e le istituzioni questa è la lezione del
terremoto, come cioè affrontare scelte anche difficili
spiegandole alla gente, e porre al centro questi temi è l'unico
modo perché le celebrazioni del trentesimo anniversario non
restino meramente tali.
Al convegno è intervenuto anche l'assessore Franco Iacop che
ricordando come il Friuli Venezia Giulia sia capofila in Italia
per la Protezione Civile, ha fra l'altro sottolineato che
l'esperienza, le conoscenze, la capacità gestionale maturate
obbliga le istituzioni a guardare avanti privilegiando
soprattutto la prevenzione.