CR: ddl comunitaria, relatore di minoranza Pedicini (3)
(ACON) Trieste, 03 mag - MPB - Antonio Pedicini (FI), secondo
relatore di minoranza, ha evidenziato che, in base al nostro
sistema ordinamentale, una cosiddetta legge comunitaria che
assegna in prevalenza all'organo legislativo regionale funzioni
di intervento nella fase discendente ne comprime e mortifica
l'azione sino a renderla una mera presa d'atto di scelte e
decisioni altrui. Viene, cioè, messo in discussione non tanto il
limite dell'esercizio del potere legislativo dell'Assemblea
regionale quanto il rapporto fra questa e l'organo apicale
dell'Esecutivo.
In sintesi, per Pedicini, il Consiglio regionale è assolutamente
estraneo alla fase ascendente da cui origina l'atto normativo o
esecutivo dell'Unione Europea, e alla quale eventualmente
partecipa solo l'Esecutivo regionale, e viene solo chiamato a
ratificare gli accordi senza possibilità di intervento
modificativo.
Poiché l'intervento di discipline comunitarie si fa sempre più
esteso, incidendo anche per questioni che nell'ordinamento
statuale, nella nostra regione, sono oggetto di disciplina
speciale, ed essendo lo strumento legislativo il mezzo con cui
raggiungere obiettivi nell'interesse comune, rimanendo il
Consiglio regionale estraneo alla formazione delle normative
comunitarie, anche in quelle materie oggetto della fonte
legislativa di autonomia regionale, se ne deve dedurre - conclude
il relatore - uno scadimento della specialità a puro fenomeno
eventuale.
(segue)