UDC: legge comunitaria inadeguata
(ACON) Trieste, 03 mag - COM/AB - "La Regione non può
rinunciare alla difesa della sua specialità, neppure quando deve
adeguare la propria legislazione alle direttive dell'Unione
europea operando tempestivamente per assicurare a Comuni e
imprese certezze di operatività. Questo manca nella legge
comunitaria regionale 2005, approvata dal Consiglio regionale,
che non tutela adeguatamente Comuni e imprese che operano in
Friuli Venezia Giulia".
Lo affermano i consiglieri regionali dell'UDC Roberto Molinaro,
Maurizio Salvador, Gina Fasan e Giorgio Venier Romano in merito
all'approvazione della legge comunitaria 2005.
"L'appuntamento annuale con le disposizioni comunitarie è
importante per comprendere la direzione verso la quale la
legislazione regionale va indirizzata - sottolineato gli
esponenti dell'UDC - ma non può essere un momento di riduzione
della specialità regionale, che nel settore degli appalti non è
un privilegio ma solo la possibilità di adeguare le procedure
alle peculiarità del territorio regionale".
"Con la legge regionale comunitaria 2005 si risponde in maniera
inadeguata alla procedura di infrazione aperta dalla Commissione
dell'Unione europea rispetto ai contenuti della legge regionale
14/2002 in materia di opere pubbliche - precisano i consiglieri
dell'UDC - dal momento che non sono considerati anche gli
obblighi derivanti da due ulteriori direttive comunitarie nel
frattempo emanate. Da ciò il perdurare dell'intercertezza
operativa che ricade soprattutto sulle stazioni appaltanti e
sulle imprese. L'ANCI e l'Associazione Piccole Imprese sono
rimaste ancora una volta inascoltate".
"Le modifiche approvate innovano profondamente le procedure di
affidamento dei lavori e degli incarichi di progettazione, di
direzione lavori e di collaudo - chiariscono ulteriormente i
consiglieri UDC - restringendo gli ambiti di operatività e
assoggettando sempre a gara anche gli incarichi per i servizi,
con conseguente allungamento di tempi e di aggravio di spese e
nessuna conseguente decisione su base fiduciaria dei Comuni".
"Ciò che colpisce negativamente è che tutte queste scelte sono
state approvate senza sentire - come l'UDC aveva chiesto - i
rappresentanti delle categorie interessate, imprese,
professionisti e Comuni. Davvero un bell'esempio di legislazione
regionale partecipata da dimenticare e da superare, quanto prima,
con una nuova legge regionale di settore".