CR: 30° terremoto a Gemona, segue intervento Tesini (3)
(ACON) Gemona, 04 mag - MPB - Quanto alle assegnazioni
finanziarie, quest'anno lo Stato - con l'ultima rata di 7
miliardi di vecchie lire di un limite di impegno ventennale sulla
quarta legge di rifinanziamento (la 879 del 1986) cesserà di
erogare alla Regione i fondi per la ricostruzione.
Dal 1976 a oggi lo Stato ha assegnato alla Regione, sulle cinque
leggi di finanziamento, un importo complessivo in numerario di
6.315 miliardi di vecchie lire (altri 2.585 mld sono andati a
enti diversi). L'importo delle assegnazioni statali devoluto alla
Regione, rivalutato al 2005 ammonta a 20.916 miliardi di lire
pari a 10,802 miliardi di euro. E il denaro investito dallo Stato
per ogni cittadini danneggiato nel Friuli - da uno studio sul
costo dei terremoti, fatto dall'architetto Luciano Di sopra - è
pari a 74 milioni, il più basso rispetto a quello investito nelle
altre realtà regionali colpite dal terremoto, a sfatare che il
Friuli sia stato privilegiato dallo Stato nei finanziamenti della
ricostruzione.
Nel citare queste cifre Tesini ha anche sottolineato che in
termini percentuali, per la fase di emergenza e per la fase della
ricostruzione e sviluppo sono state utilizzate rispettivamente il
12,46% e l'87,54% delle risorse complessivamente assegnate alla
Regione. Ora che la ricostruzione può dirsi compiuta, pensare ad
essa come a un possibile modello per i tempi attuali per
affrontare non solo le emergenze, ma anche l'impatto delle grandi
infrastrutture può sembrare una forzatura - ha affermato Tesini
ricordando però che l'immediata coniugazione tra ricostruzione e
sviluppo e scelte strategiche da subito compiute riguardo a
economia, territorio e modello sociale portarono a decisioni
efficaci, ma anche sostenute da una forte condivisione e da un
vasto consenso.
Questo è un tema sul quale in autunno ci sarà un confronto
approfondito - ha detto sottolineando che la situazione e il
dibattito qui vedono le grandi infrastrutture (Corridoi 5 e
Adriatico, reti tecnologie e dell'energia, grandi opere di difesa
idraulica) al centro dell'attenzione e che accanto a una
condivisione generalizzata della loro necessità c'è attesa e
preoccupazione rispetto alle scelte concrete e ai loro esiti.
I problemi che investono contemporaneamente più livelli devono
essere trattati da tutti i livelli interessati attraverso la
costruzione di percorsi decisionali trasparenti e concertati che
conducano alla conciliazione degli interessi generali con quelli
concreti.
La ricerca di un equilibrio nel conflitto tra interessi generali
e locali è compito imprescindibile della democrazia, a cui hanno
adempiuto degnamente le forze politiche e gli enti locali al
tempo della ricostruzione e questa è una preziosa eredità - ha
concluso Tesini: il modo migliore per non isterilire questa
giornata sta nel far tesoro dell'esperienza positiva della
ricostruzione. Il futuro è davanti e aperta è la sfida sulle
grandi opere. Sta a noi raccoglierla e vincerla se crediamo nella
forza del dialogo.
(segue)