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CR: 30° terremoto a Gemona, segue intervento Tesini (3)

04.05.2006
17:36
(ACON) Gemona, 04 mag - MPB - Quanto alle assegnazioni finanziarie, quest'anno lo Stato - con l'ultima rata di 7 miliardi di vecchie lire di un limite di impegno ventennale sulla quarta legge di rifinanziamento (la 879 del 1986) cesserà di erogare alla Regione i fondi per la ricostruzione.

Dal 1976 a oggi lo Stato ha assegnato alla Regione, sulle cinque leggi di finanziamento, un importo complessivo in numerario di 6.315 miliardi di vecchie lire (altri 2.585 mld sono andati a enti diversi). L'importo delle assegnazioni statali devoluto alla Regione, rivalutato al 2005 ammonta a 20.916 miliardi di lire pari a 10,802 miliardi di euro. E il denaro investito dallo Stato per ogni cittadini danneggiato nel Friuli - da uno studio sul costo dei terremoti, fatto dall'architetto Luciano Di sopra - è pari a 74 milioni, il più basso rispetto a quello investito nelle altre realtà regionali colpite dal terremoto, a sfatare che il Friuli sia stato privilegiato dallo Stato nei finanziamenti della ricostruzione.

Nel citare queste cifre Tesini ha anche sottolineato che in termini percentuali, per la fase di emergenza e per la fase della ricostruzione e sviluppo sono state utilizzate rispettivamente il 12,46% e l'87,54% delle risorse complessivamente assegnate alla Regione. Ora che la ricostruzione può dirsi compiuta, pensare ad essa come a un possibile modello per i tempi attuali per affrontare non solo le emergenze, ma anche l'impatto delle grandi infrastrutture può sembrare una forzatura - ha affermato Tesini ricordando però che l'immediata coniugazione tra ricostruzione e sviluppo e scelte strategiche da subito compiute riguardo a economia, territorio e modello sociale portarono a decisioni efficaci, ma anche sostenute da una forte condivisione e da un vasto consenso.

Questo è un tema sul quale in autunno ci sarà un confronto approfondito - ha detto sottolineando che la situazione e il dibattito qui vedono le grandi infrastrutture (Corridoi 5 e Adriatico, reti tecnologie e dell'energia, grandi opere di difesa idraulica) al centro dell'attenzione e che accanto a una condivisione generalizzata della loro necessità c'è attesa e preoccupazione rispetto alle scelte concrete e ai loro esiti.

I problemi che investono contemporaneamente più livelli devono essere trattati da tutti i livelli interessati attraverso la costruzione di percorsi decisionali trasparenti e concertati che conducano alla conciliazione degli interessi generali con quelli concreti.

La ricerca di un equilibrio nel conflitto tra interessi generali e locali è compito imprescindibile della democrazia, a cui hanno adempiuto degnamente le forze politiche e gli enti locali al tempo della ricostruzione e questa è una preziosa eredità - ha concluso Tesini: il modo migliore per non isterilire questa giornata sta nel far tesoro dell'esperienza positiva della ricostruzione. Il futuro è davanti e aperta è la sfida sulle grandi opere. Sta a noi raccoglierla e vincerla se crediamo nella forza del dialogo.

(segue)