News


Tutore minori su nuova legge sulla famiglia

05.05.2006
12:46
(ACON) Trieste, 05 mag - COM/AB - Intervento del Tutore pubblico dei minori, Francesco Milanese, sulla nuova legge sulla famiglia.

"Seguo, a livello tecnico e da diverso tempo, il percorso che sta portando alla definizione di una legge regionale sulla famiglia. Seguo anche il modo con il quale si sta sviluppando il dibattito politico sul tema, che mi pare caratterizzato da posizioni ideologicamente radicalizzate che impediscono di cogliere il senso delle proposte avanzate.

Stando alle dichiarazioni e alla lettura dei giornali, il dibattito è bloccato sulla questione se la legge debba o no riconoscere le coppie di fatto. Non se ne può uscire perché è un dibattito assolutamente inutile, sterile e fuori luogo, per la evidente e banale considerazione che non è nella competenza del legislatore regionale modificare né la norma né lo spirito della costituzione e dunque riconoscere come famiglia realtà diverse da quelle previste nella Costituzione e nella interpretazione della Corte costituzionale.

Fine del dibattito.

Diversamente, è competenza regionale la definizione dell'accesso a prestazioni o servizi che essa eroga. Su questo il legislatore ha fatto una scelta chiara, che è quella contenuta nel testo unico uscito dal Comitato ristretto della Commissione consiliare, non pura espressione di maggioranza dunque. In esso la Regione propone una serie di servizi e prestazioni a carattere universalistico in cui privilegia l'azione di sostegno alla genitorialità senza entrare nel merito, come per altro si legge nella Costituzione (art. 30), se tale genitorialità sia espressa dentro o fuori del matrimonio.

È questa l'unica strada possibile consentita dal vincolo costituzionale.

Ciò che più turba dunque è che i partiti e certe forze sociali che si sono così impegnati a mobilitare il dibattito tra i cittadini denunciando gli uni una visione poco moderna della famiglia, gli altri il tentativo di sfaldare la famiglia stessa, non spendano una parola sul merito dei provvedimenti che da questa legge verrebbero. Oggi la donna che fa un figlio e, come la quasi totalità delle persone sotto i 35 anni vive di mille contratti precari, non ha diritto alle provvidenze garantite in ambito lavorativo a chi ha un lavoro dipendente stabile, che se ne fa di un bonus bebè se quel bebè non gli consentirà di mantenere un lavoro stabile? In una casa dove vive una coppia con due figli che vanno a scuola sono accese tutte le luci e la lavatrice viaggia a ritmo pieno, così come il riscaldamento e l'acqua calda. La famiglia, costituita o no con il matrimonio, è innanzitutto un grande utente dei servizi a tariffa: acqua, luce, gas, trasporti pubblici, tasse scolastiche, rifiuti, etc. e forse su questo costo fisso dell'essere famiglia che deve incidere una politica di sostegno a natalità e genitorialità responsabile.

È su questi costi che inciderebbe la proposta di realizzare una Carta Famiglia che renderebbe i nuclei in cui siano presenti figli a carico in grado di acquisire sconti su tariffe e servizi in modo graduato per reddito e numero dei figli. Questa proposta è assolutamente innovativa nel panorama nazionale, ma forse non ce ne rendiamo conto perché apparentemente il dibattito si avvita su questioni di principio; anche se proprio il fatto di averle rese tali, le sottrae alla competenza regionale.

La scelta di fondo dunque non è quella tra coppie di fatto e famiglie coniugali, bensì è quella su quale sia il modo corretto per sostenere chi ha responsabilità genitoriali, se con un semplice trasferimento di denaro o incidendo sui fattori che rendono oggi oneroso il fatto di essere una famiglia e di avere dei figli. Queste sono tematiche ricorrenti nell'utenza quotidiana che si rivolge ai servizi e ora anche all'Organo di garanzia regionale che io rappresento. A questo mi pare, che la proposta fatta cerca di dare coerenza e risposta".