CR: pdl ecomusei, relatore di maggioranza Franzil (9)
(ACON) Trieste, 25 mag - RC - Due relatori, Kristian Franzil
(PRC) per la maggioranza e Claudio Violino (LN) per le
opposizioni, per la proposta di legge sull'istituzione degli
ecomusei di cui lo stesso Franzil era stato primo firmatario nel
depositarla con i Gruppi del centro-sinistra.
L'ecomuseo - ha così avuto modo di affermare il consigliere - è
atto a valorizzare e far conoscere i patrimoni ambientali e
culturali della nostra regione, mettendo in gioco valori, storie
ed esperienze peculiari di una comunità. Fondamentale è la
partecipazione dei cittadini, per questo è importante che i
Comuni, le istituzioni culturali e quelle scolastiche siano
fortemente coinvolte.
Piemonte e Trentino Alto Adige hanno già legiferato in materia,
ma il tempo ha rilevato alcune lacune che noi cerchiamo di
colmare. Nel mondo esistono centinaia di Ecomusei, la maggior
parte in Europa (una novantina in Italia), e lavorano spesso in
rete. Quindi non stiamo facendo un salto nel buio, ma ci
inseriamo in un processo che già dà dei risultati.
In Friuli Venezia Giulia due sono le realtà già presenti, e che
hanno contribuito in modo decisivo all'impostazione della
presente legge: l'ecomuseo delle Acque del Gemonese e l'ecomuseo
Lis Aganis nel Pordenonese. Il primo intende valorizzare i siti
naturali e tutto quanto ha costruito nel tempo un vero e proprio
sistema dell'acqua nel Gemonese, il secondo è iniziativa di 15
tra associazioni e Comuni che si occupano di valorizzare la vita
nelle aree rurali e si articola in due percorsi principali:
dell'acqua e degli antichi mestieri.
Riteniamo il numero degli ecomusei regionali destinato a
crescere, causa la nostra specificità, la ricchezza delle
tradizioni, le diverse lingue, il patrimonio diffuso, le
diversità paesaggistiche. Inoltre, le caratteristiche
dell'ecomuseo, spendibili anche turisticamente, possono
contribuire all'uscita dalla marginalità delle zone attualmente
più in difficoltà.
L'orizzonte dell'ecomuseo, si legge nell'articolo 1, deve essere
la cura del territorio e quindi favorire uno sviluppo
sostenibile, anche attraverso l'attività di ricerca scientifica e
didattico-educativa. L'elenco di chi può dar vita a queste realtà
è inserito nell'articolo 2 e ogni anno si determinerà, sulla base
delle richieste, la creazione di quelle nuove, con un intervento
diretto della Regione nella formazione degli operatori. Gli
ecomusei riconosciuti avranno diritto a un marchio esclusivo,
così come la rete degli ecomusei potrà averne uno collettivo
(articolo 3). L'articolo 4 istituisce un Comitato, di nomina
giuntale, che esprimerà pareri sull'individuazione degli
ecomusei, sulle attività di formazione, sul regolamento
attuativo, e coordinerà le strutture riconosciute.
(segue)