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Verdi: Metz, sui rigassificatori deve esprimersi la gente

19.06.2006
11:59
(ACON) Trieste, 19 giu - COM/AB - Intervento del consigliere regionale dei Verdi Alessandro Metz sulla questione rigassificatori, alla luce di quanto emerso nel corso delle audizioni effettuate dalla IV Commissione del Consiglio regionale e dal Consiglio comunale di Trieste.

"In Consiglio regionale i rappresentanti di numerosi Comuni e delle Province interessate hanno in maniera molto chiara espresso i loro pareri di contrarietà, avallati molto spesso all'unanimità dai rispettivi Consigli: pareri che ricordo essere solamente consultivi e quindi non vincolanti, ma che esprimono una valenza politica impegnativa e ampia. Nonostante questo, l'assessore regionale Sonego, nel suo intervento ha ribadito il parere favorevole dell'Amministrazione regionale alla volontà di avere almeno un impianto di rigassificazione nella nostra regione".

"Molti esponenti della maggioranza regionale - aggiunge Metz - hanno sostenuto che su questa tematica è importante non passare tramite il voto dei cittadini, in quanto rischierebbe di essere un voto emotivo più che ragionato e quindi non consapevole. Mi chiedo, allora, come mai l'assessore Sonego continui a utilizzare, a sostegno della sua scelta a favore degli impianti di rigassificazione, la ormai consolidata frase ad effetto che chi è contro questi impianti è a favore della politica della fame e del freddo (mancano solo lutto e miseria, ma chissà che prima o poi nell'enfasi si arrivi anche a questa) suscitando quegli aspetti emotivi che, come ha detto il presidente della IV Commissione Uberto Drossi Fortuna per replicare in contrasto alla mia auspicata volontà referendaria come momento di scelta da parte dei cittadini, mirano alla pancia più che alla testa delle persone".

"Cambiato registro e luogo - così ancora Metz - in Consiglio comunale a Trieste la musica non è cambiata; mentre si fanno le audizioni delle società proponenti i due progetti, il sindaco Dipiazza afferma la propria contrarietà al progetto off shore di Endesa, ma dà un parere positivo al progetto Gas Natural a Zaule: quindi, le pur ottime e doverose audizioni sembrano non incidere poi molto sulle possibili scelte che dovranno essere fatte per quanto riguarda il parere ai due progetti, ma sono evidentemente già state prese. Allora una domanda: se le audizioni servono per informarsi e acquisire valori di conoscenza, ma le scelte sono già espresse, le scelte sono state prese emotivamente?"

"Io vorrei - precisa Metz - che su questo tema fossero invece tutti consapevoli che approvando i due progetti, o anche uno solo dei due, impegneremmo notevolmente il futuro della nostra città e della nostra Regione diventando, di fatto, quello che pochi mesi fa veniva auspicato dall'ex ministro Scaiola, il polo energetico più grande d'Europa, precludendo in questo modo ad altre possibilità di sviluppo che invece Trieste e la Regione Friuli Venezia Giulia storicamente hanno dimostrato di avere. Proprio per questo motivo, per capire veramente se la vocazione unica che i cittadini hanno, rispetto al proprio territorio, sia di diventare un grande distributore di carburante, che penso si debba fare un referendum in cui questa volontà venga espressa tramite il voto e quindi la decisione di chi questo territorio lo vive".

"Faccio parte - precisa in conclusione Metz - di un Comitato promotore di un referendum comunale a Trieste sui rigassificatori che proprio in questi giorni inizierà a raccogliere le firme a sostegno di questa proposta, e anche in questo modo intendo rivendicare la mia emotività, che continuo a non pensare come sentimento negativo da esprimere, perché sono convinto che la politica e la decisione non sia e non debba essere solo scienza e matematica economica, ma sia anche e soprattutto emozioni e partecipazione, penso addirittura che il bello sia un valore, che gli abitanti di un luogo abbiano saperi e sapori da esprimere e far valere, che un paesaggio molto spesso è un valore aggiunto da mantenere, che l'ambiente sia un patrimonio di tutti e che come tale vada tutelato e che quindi, in ultima analisi, la conoscenza non sia un patrimonio unicamente presente nelle aule dei Consigli o nella sale giunte, ma che molto spesso risieda nel territorio e nelle genti che lo abitano, e nel momento di scelte decisive sulla vita di questi territori, bisogna sapervi attingere e permettere che esprimano decisione".