UDC: Molinaro, referendum e cambiamenti in regione
(ACON) Trieste, 27 giu - COM/AB - "Il referendum costituzionale
dei giorni scorsi, al di là degli effetti prodotti su scala
nazionale, ha invece confermato l'orientamento politico presente
tra gli elettori della nostra regione, che rimane sostanzialmente
di centro destra".
Così si esprime il capogruppo consiliare regionale UDC, Roberto
Molinaro, secondo il quale "il lieve margine a favore del no
registratosi nel nostro ambito regionale è da attribuirsi al
forte sentimento nazionalistico storicamente radicato nella
città di Trieste. Per il resto, nella stragrande maggioranza dei
comuni del Friuli Venezia Giulia ha vinto il sì e, dove è stato
battuto, il distacco con il no è veramente minimo - continua
l'esponente centrista - per cui si rende necessario e urgente un
rafforzamento della coesione tra le forze politiche che
compongono la CDL in vista delle elezioni regionali del 2008".
"Riguardo al referendum - prosegue Molinaro - restano in ogni
caso irrisolti i nodi provocati dalla precedente riforma del
Titolo V approvata nel 2001 dal centrosinistra, che continueranno
a causare conflitti costituzionali tra lo Stato e le Regioni,
motivo in più per dare l'avvio veloce a un nuovo percorso di
revisione costituzionale, cosa che appare però difficile e
lontana dopo la vittoria dei no, contrassegnata da entusiasmi di
stampo conservatore".
"Il centrosinistra si dimostra in ogni modo ancora distante dalle
questioni che interessano il Nord Italia, ancora aperte nella
loro problematicità e inammissibili per un'area così dinamica e
produttiva - prosegue l'esponente UDC - mentre per quanto
riguarda la nostra regione si attendono ora cambiamenti di
carattere istituzionale, primo fra tutti l'approvazione statale
del nuovo Statuto. In questa fase non ci sono più alibi - afferma
- dato che il centrosinistra è al potere sia localmente che al
governo nazionale; da qui l'urgenza di accelerare le modifiche
costituzionali necessarie all'approvazione della Carta statutaria
di autonomia regionale, tanto più che dopo questo risultato
referendario non sarà nemmeno necessaria l'intesa con la Regione
sulle nuove norme da varare, ma basterà solo un semplice parere
non vincolante".
Da ultimo, Molinaro si domanda come mai Illy, in un'intervista a
un quotidiano nazionale, sostenga che, in futuro, i poteri del
presidente del Consiglio dei Ministri non debbano prevedere lo
scioglimento delle Camere. "Perché allora - si chiede
retoricamente il capogruppo UDC - non ha accettato che nella
proposta di Statuto all'esame del nostro Consiglio regionale ci
fosse una norma del genere (quella del non scioglimento in caso
di dimissioni del presidente) e ha diffidato l'Aula
dall'approvarla, pena gravi conseguenze, scrivendo così in quella
occasione una delle più brutte pagine della nostra Assemblea
legislativa?"