II Comm: sì ddl razionalizzazione e promozione montagna
(ACON) Trieste, 28 giu - RC - Approvato da DS, Margherita,
Cittadini per il Presidente e PRC, astenuta invece l'UDC, il
disegno di legge sulla razionalizzazione fondiaria e la
promozione dell'attività agricola nelle aree montane che
l'assessore Enzo Marsilio ha portato all'attenzione della II
Commissione consiliare, presidente Mirio Bolzan (DS). Il testo
era già stato illustrato il 13 giugno scorso, mentre questa
mattina sull'argomento erano stati sentiti i rappresentanti dei
Comuni, delle Comunità montane e degli agricoltori.
Il provvedimento prevede due forme di avvio della
razionalizzazione: a iniziativa privata o a iniziativa pubblica
dei Comuni così come delle Comunità Montane. L'iniziativa privata
richiede l'adesione di un numero di proprietari che rappresentino
almeno il 60% dell'area interessata (così dopo l'approvazione di
un emendamento del diessino Renzo Petris, in quanto
originariamente si richiedeva almeno il 55% dei proprietari che
rappresentassero come minimo il 70% dell'area). I terreni
resteranno indivisibili per 30 anni (inizialmente erano 15, ma un
emendamento della maggioranza ha innalzato il periodo).
Gli articoli dedicati alla promozione dell'attività agricola in
montagna individuano quattro tipologie di intervento: Piano di
insediamento produttivo agricolo; costituzione di consorzi e
cooperative di proprietari; costituzione di imprese agricole
funzionali; negozi di accertamento dell'usucapione.
Per promuovere l'imprenditorialità e arginare i fenomeni di
abbandono dei fondi, è incentivata la costituzione di consorzi e
cooperative di proprietari cui affidare la gestione e il
miglioramento del territorio a fini agricoli, la manutenzione
delle opere pubbliche previste dal Piano di razionalizzazione
fondiaria, la creazione di imprese agricole. Inoltre (altro
emendamento del centro-sinistra), sempre per gli stessi fini,
Comuni e Comunità montane potranno avvalersi di società a
prevalente partecipazione pubblica per effettuare acquisti o
vendite di terreni agricoli per scopi ben precisi.
Daniele Gerolin (Margh), che sarà relatore di maggioranza per
l'Aula, ha affermato che non si tratta della panacea di tutti i
mali della montagna, ma si comincia a razionalizzarne i problemi.
Giorgio Venier Romano (UDC) si è detto contrario all'innalzamento
a 30 anni del periodo di indivisibilità dei terreni (meglio era
non portarlo a più di 20); se alcune sue perplessità, tra cui
questa, saranno risolte dalla Giunta prima che il testo arrivi in
Aula, potrebbe anche rinunciare ad essere relatore di minoranza.
Scettico sulla portata della legge, ovvero su quanti alla fin
fine la utilizzeranno, si è detto Renzo Petris (DS), mentre più
ottimista è stato il suo collega Mirio Bolzan, che ha parlato in
termini di nuove opportunità per la montagna e dunque nuovi
benefici, concetto espresso anche da Uberto Fortuna Drossi (Citt)
che ravvede la possibilità di nuove forme di sviluppo economico.
La preoccupazione di Pio De Angelis (PRC), invece, è che l'aver
tolto il limite percentuale dell'adesione dei proprietari possa
portare a speculazioni di ampliamenti della propria azienda
agricola da parte di alcuni a discapito di molti più piccoli.