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II Comm: sì ddl razionalizzazione e promozione montagna

28.06.2006
16:33
(ACON) Trieste, 28 giu - RC - Approvato da DS, Margherita, Cittadini per il Presidente e PRC, astenuta invece l'UDC, il disegno di legge sulla razionalizzazione fondiaria e la promozione dell'attività agricola nelle aree montane che l'assessore Enzo Marsilio ha portato all'attenzione della II Commissione consiliare, presidente Mirio Bolzan (DS). Il testo era già stato illustrato il 13 giugno scorso, mentre questa mattina sull'argomento erano stati sentiti i rappresentanti dei Comuni, delle Comunità montane e degli agricoltori.

Il provvedimento prevede due forme di avvio della razionalizzazione: a iniziativa privata o a iniziativa pubblica dei Comuni così come delle Comunità Montane. L'iniziativa privata richiede l'adesione di un numero di proprietari che rappresentino almeno il 60% dell'area interessata (così dopo l'approvazione di un emendamento del diessino Renzo Petris, in quanto originariamente si richiedeva almeno il 55% dei proprietari che rappresentassero come minimo il 70% dell'area). I terreni resteranno indivisibili per 30 anni (inizialmente erano 15, ma un emendamento della maggioranza ha innalzato il periodo). Gli articoli dedicati alla promozione dell'attività agricola in montagna individuano quattro tipologie di intervento: Piano di insediamento produttivo agricolo; costituzione di consorzi e cooperative di proprietari; costituzione di imprese agricole funzionali; negozi di accertamento dell'usucapione.

Per promuovere l'imprenditorialità e arginare i fenomeni di abbandono dei fondi, è incentivata la costituzione di consorzi e cooperative di proprietari cui affidare la gestione e il miglioramento del territorio a fini agricoli, la manutenzione delle opere pubbliche previste dal Piano di razionalizzazione fondiaria, la creazione di imprese agricole. Inoltre (altro emendamento del centro-sinistra), sempre per gli stessi fini, Comuni e Comunità montane potranno avvalersi di società a prevalente partecipazione pubblica per effettuare acquisti o vendite di terreni agricoli per scopi ben precisi.

Daniele Gerolin (Margh), che sarà relatore di maggioranza per l'Aula, ha affermato che non si tratta della panacea di tutti i mali della montagna, ma si comincia a razionalizzarne i problemi. Giorgio Venier Romano (UDC) si è detto contrario all'innalzamento a 30 anni del periodo di indivisibilità dei terreni (meglio era non portarlo a più di 20); se alcune sue perplessità, tra cui questa, saranno risolte dalla Giunta prima che il testo arrivi in Aula, potrebbe anche rinunciare ad essere relatore di minoranza.

Scettico sulla portata della legge, ovvero su quanti alla fin fine la utilizzeranno, si è detto Renzo Petris (DS), mentre più ottimista è stato il suo collega Mirio Bolzan, che ha parlato in termini di nuove opportunità per la montagna e dunque nuovi benefici, concetto espresso anche da Uberto Fortuna Drossi (Citt) che ravvede la possibilità di nuove forme di sviluppo economico. La preoccupazione di Pio De Angelis (PRC), invece, è che l'aver tolto il limite percentuale dell'adesione dei proprietari possa portare a speculazioni di ampliamenti della propria azienda agricola da parte di alcuni a discapito di molti più piccoli.