PDCI: Zorzini su asilo nido in lingua slovena di Gorizia
(ACON) Trieste, 05 lug - COM/AB - Intervenendo in Aula
sull'articolato relativo all'assestamento di bilancio - così
Bruna Zorzini, consigliera regionale del PDCI, in una nota - ho
iniziato il mio discorso in lingua slovena, stigmatizzando il
fatto che la maggioranza dei miei colleghi, sia della Casa delle
Libertà che del centrosinistra avessero ormai instaurato la
prassi di non collegarsi al sistema di traduzione simultanea.
Questo comportamento diventa discriminatorio, in quanto inficia
la possibilità dei colleghi appartenenti alla minoranza di
esercitare un loro diritto acquisito, ma anche la loro stessa
facoltà di intraprendere un confronto dialettico reciproco in
tempo reale. Proprio per questa ragione, per essere da loro
subito capita, ho continuato in italiano, dicendo che i loro
interventi contrari al finanziamento dell'asilo nido con lingua
d'insegnamento slovena a Gorizia hanno scatenando una gazzarra
indegna che ha fatto ripiombare l'Aula in un clima di cui mi
avevano resa avvezza nel quinquennio precedente.
Come allora - aggiunge Zorzini - anche adesso il centrodestra è
incapace di capire che in uno stato di diritto le leggi vanno
applicate. In questo caso, non solo le leggi di tutela della
minoranza, ma trattati internazionali e leggi puntuali dello
Stato normano il funzionamento delle scuole con lingua
d'insegnamento slovena della nostra regione. Gli asili nido, pur
non facendo parte del sistema scolastico, sono comunque un
servizio educativo. In questo senso è giusto che ci sia
un'offerta adeguata anche per la popolazione slovena ed è giusto
che la Regione abbia risposto a una sollecitazione del Comune di
Gorizia che ne era sprovvisto.
Questa - conclude Zorzini - è quindi per me una misura
qualificante della finanziaria, per la quale mi sono adoperata in
prima persona. Se un altro giorno si vorrà parlare di asili nido
bilingui o asili nido per la popolazione friulana o tedesca, sarà
giusto confrontarsi in maniera propositiva su queste questioni
che però non devono essere usate in una sorta di guerra fra le
minoranza.