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Venezia: Tesini a seminario su federalismo fiscale (1)

07.07.2006
16:25
(ACON) Venezia, 07 lug - AB - Le prospettive politiche e i problemi tecnici del federalismo fiscale sono i temi sui quali si sono confrontati a Venezia, a palazzo Franchetti, Governo, Regioni italiane ed europee in un seminario organizzato dal Consiglio regionale del Veneto, in collaborazione con la Conferenza dei presidenti dei Consigli regionali italiani.

I lavori sono stati introdotti dal presidente del Consiglio del Veneto Marino Finozzi e le conclusioni sono state tratte da Alessandro Tesini, presidente del Consiglio regionale del Friuli Venezia Giulia e coordinatore della Conferenza.

Questo è il primo appuntamento di rilevanza che coinvolge il sistema delle Regioni per discutere delle regole istituzionali dopo il referendum costituzionale, ha esordito Tesini. Tutti hanno riconosciuto l'evidenza dell'esito, ma altrettanto generale è la convinzione che ora, su basi nuove e diverse da quelle finora perseguite senza esito, vada ripreso il percorso riformatore. Il Paese ha dimostrato una attenzione, un interesse, una consapevolezza da pochi messa in conto e attesa. Tra questi non ci sono le Assemblee regionali che, 16 su 20, hanno -anche per ragioni opposte - promosso la richiesta di referendum costituzionale, per la prima volta nella storia repubblicana.

A maggior ragione è importante l'incontro a Venezia, nella sola Regione dove - assieme alla Lombardia - ha prevalso la richiesta di conferma della riforma. Siamo qui a riprendere le fila di un ragionamento in una realtà da sempre sensibile ai temi del federalismo, di quello fiscale ora particolarmente, per costruire assieme le condizioni per una convergenza sui contenuti ma innanzitutto sul metodo della riforma.

Perché è vero - così ancora Tesini - che siamo in ritardo e che alcuni nodi - il federalismo fiscale introdotto nel 2001 con il nuovo articolo 119 della Costituzione - da troppo aspettano soluzione. Ma è soprattutto vero che, se non ci si mette d'accordo sul metodo, quel ritardo può solo aumentare con le conseguenze negative prevedibili.

Per queste ragioni il dibattito di Venezia darà un grande contributo ad avviare quel processo che, da settembre in poi, deve consentire al Parlamento, al Governo - in sintonia forte con le Regioni, gli Enti locali e le parti sociali - di studiare l'agenda delle priorità e di trovare le strade concretamente e realisticamente percorribili, sapendo resistere alla facile, ma velleitaria aspirazione alla "grande riforma", ma senza alcun minimalismo rinunciatario, in quanto c'è bisogno di incidere profondamente sulle cose.

Tesini si è detto tra coloro che considerano la Convenzione la via maestra per assicurare autorevolezza ed efficacia a una riforma condivisa, rispettosa delle responsabilità istituzionali, ma anche coerente con i principi della leale collaborazione. Se dovesse risultare impercorribile o se si dovessero preferire altre soluzioni, è però chiaro che non si può rinunciare alle condizioni di un confronto capace di assicurare non solo il necessario consenso, ma anche la individuazione delle migliori soluzioni.

Perché il metodo Convenzione? si è chiesto. Non è una rivisitazione in chiave contemporanea dell'Assemblea costituente. Conveniano tutti che non vi sono le condizioni per quella necessaria temperie culturale che è la conditio sine qua non del metodo costituente. Lo stesso presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha sottolineato la necessità che le riforme debbano essere riposte concrete e puntuali nella rivisitazione del Titolo V e dunque non disegni organici di revisione costituzionale, di cui non c'é la necessità.

Il metodo Convenzione - ha aggiunto - risponde inoltre alla necessità di catalizzare al massimo il contributo di tutti gli attori coinvolti. Un metodo di partecipazione ampio ma regolato e disciplinato. Un metodo di lavoro che tiene conto della maturità delle nostre comunità, del nostro stare in Europa, dell'essere cittadini oggi.

Quanto al federalismo fiscale - ha affermato Tesini - qui non si tratta di rifare, ma di attuare la riforma del 2001 e non ancora attuata. Su di essa si è fatto poco ma si è scritto molto: le idee dovrebbero essere chiare e ci si dovrebbe concentrare, invece, sulle ragioni che l'hanno fin qui frenata.

(segue - immagini e intervista alle tv)