CR: ddl risorse agricole e montagna, relazione Petris (8)
(ACON) Trieste, 25 lug - MPB - Per Renzo Petris (DS), relatore
di maggioranza, il disegno di legge della Giunta regionale
riguardante interventi in materia di risorse agricole, naturali,
forestali e montagna, è un testo tutt'altro che organico:
abbraccia una pluralità di tematiche connesse alla gestione
complessiva delle leggi che riguardano l'agricoltura, la pesca e,
più in generale, alcuni settori affidati alla conduzione
amministrativa della competente direzione, e anche se necessario,
perché dettato dal sedimentarsi di quarant'anni di leggi, dai
cambiamenti del comparto e dalle modifiche nelle direttive
comunitarie, non è particolarmente leggibile secondo le buone
prassi legislative.
Quasi una trentina gli articoli: l'art. 1 incide su una
percentuale contributiva per finalità che interessano le
associazioni di cittadini italiani di nazionalità slovena
insediati nella montagna friulana; l'art. 2 riguarda norme
procedurali in materia di programmazione montana; l'art. 3
attiene i programmi per il risanamento delle acque inquinate da
nitrati di origine agricola.
Altri argomenti affrontati negli articoli successivi: estensione
dell'accesso al Sistema informativo agricolo del Friuli Venezia
Giulia a ulteriori soggetti; disciplina della pesca del novellame
nelle lagune; aiuti de minimis nei settori dell'agricoltura e
della pesca; concertazione con soggetti che si occupano di
tartufi e tartufaie; nascita di una associazione di imprese
boschive e miglioramento dell'offerta formativa; nuovi principi
per le procedure di controllo delle migliaia di istanze a seguito
degli eventi atmosferici; istituzione della riserva naturale
della Val Alba in comune di Moggio udinese; eliminazione del
limite di spesa finanziabile per l'acquisto di terreni per le
ristrutturazioni fondiarie delle imprese agricole; modifiche al
fondo di rotazione in agricoltura; eliminazione della licenza per
le macchine trebbiatrici; modifica dei contributi per le mense
biologiche; riconoscimento delle organizzazioni dei produttori
agricoli; controllo e vigilanza sulle associazioni dei produttori
riconosciute; intervento sulle norme di esproprio riconosciute ai
Consorzi di bonifica; l'esercizio della pesca sportiva in acque
pubbliche che insistono all'interno di proprietà private; le
procedure di assunzione di personale dell'ente Tutela Pesca; la
disciplina per la raccolta dei funghi epigei.
Gli art 22 e 23, su cui Petris ha particolarmente insistito,
riguardano la salvaguardia della natura e della biodiversità con
particolare riferimento ai Magredi del Cellina. Una norma che -
avverte Petris - se venisse estesa a tutte le zone SIC-IT, IBA e
ZPS del Friuli Venezia Giulia finirebbe con il coinvolgere Carso
triestino e Goriziano, Cividalese e Val del Torre, Val Canale e
Canal del Ferro, Val Cellina, Pedemontana pordenonese e Val
Tramontina, parti della Val But, l'intera Val Lumiei, la Val
Tagliamento, il Canale di Gorto e la Zona delle lagune del
litorale in cui sarebbe preclusa qualsiasi attività zootecnica
con inevitabile - in montagna - abbandono dei prati permanenti e
di fondovalle e irreversibile mutamento delle condizioni che
hanno favorito la conservazione degli habitat.
Altri temi, l'attività di monitoraggio su specie faunistiche e
vegetali protette e le competenze anche di gestione e vigilanza
delle aree del demanio idrico regionale con particolari
caratteristiche; la fruizione turistico ricreativa dei compendi
silvo-pastorali dei parchi di proprietà regionale aperti al
pubblico; le disposizioni in materia di piani di ricomposizione
fondiaria da parte dei Consorzi di bonifica, con procedure che
assicurino maggiore partecipazione e informazione dei progetti
preliminari da parte degli interessati.