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CR: ddl risorse agricole e montagna, relazione Petris (8)

25.07.2006
16:57
(ACON) Trieste, 25 lug - MPB - Per Renzo Petris (DS), relatore di maggioranza, il disegno di legge della Giunta regionale riguardante interventi in materia di risorse agricole, naturali, forestali e montagna, è un testo tutt'altro che organico: abbraccia una pluralità di tematiche connesse alla gestione complessiva delle leggi che riguardano l'agricoltura, la pesca e, più in generale, alcuni settori affidati alla conduzione amministrativa della competente direzione, e anche se necessario, perché dettato dal sedimentarsi di quarant'anni di leggi, dai cambiamenti del comparto e dalle modifiche nelle direttive comunitarie, non è particolarmente leggibile secondo le buone prassi legislative.

Quasi una trentina gli articoli: l'art. 1 incide su una percentuale contributiva per finalità che interessano le associazioni di cittadini italiani di nazionalità slovena insediati nella montagna friulana; l'art. 2 riguarda norme procedurali in materia di programmazione montana; l'art. 3 attiene i programmi per il risanamento delle acque inquinate da nitrati di origine agricola.

Altri argomenti affrontati negli articoli successivi: estensione dell'accesso al Sistema informativo agricolo del Friuli Venezia Giulia a ulteriori soggetti; disciplina della pesca del novellame nelle lagune; aiuti de minimis nei settori dell'agricoltura e della pesca; concertazione con soggetti che si occupano di tartufi e tartufaie; nascita di una associazione di imprese boschive e miglioramento dell'offerta formativa; nuovi principi per le procedure di controllo delle migliaia di istanze a seguito degli eventi atmosferici; istituzione della riserva naturale della Val Alba in comune di Moggio udinese; eliminazione del limite di spesa finanziabile per l'acquisto di terreni per le ristrutturazioni fondiarie delle imprese agricole; modifiche al fondo di rotazione in agricoltura; eliminazione della licenza per le macchine trebbiatrici; modifica dei contributi per le mense biologiche; riconoscimento delle organizzazioni dei produttori agricoli; controllo e vigilanza sulle associazioni dei produttori riconosciute; intervento sulle norme di esproprio riconosciute ai Consorzi di bonifica; l'esercizio della pesca sportiva in acque pubbliche che insistono all'interno di proprietà private; le procedure di assunzione di personale dell'ente Tutela Pesca; la disciplina per la raccolta dei funghi epigei.

Gli art 22 e 23, su cui Petris ha particolarmente insistito, riguardano la salvaguardia della natura e della biodiversità con particolare riferimento ai Magredi del Cellina. Una norma che - avverte Petris - se venisse estesa a tutte le zone SIC-IT, IBA e ZPS del Friuli Venezia Giulia finirebbe con il coinvolgere Carso triestino e Goriziano, Cividalese e Val del Torre, Val Canale e Canal del Ferro, Val Cellina, Pedemontana pordenonese e Val Tramontina, parti della Val But, l'intera Val Lumiei, la Val Tagliamento, il Canale di Gorto e la Zona delle lagune del litorale in cui sarebbe preclusa qualsiasi attività zootecnica con inevitabile - in montagna - abbandono dei prati permanenti e di fondovalle e irreversibile mutamento delle condizioni che hanno favorito la conservazione degli habitat.

Altri temi, l'attività di monitoraggio su specie faunistiche e vegetali protette e le competenze anche di gestione e vigilanza delle aree del demanio idrico regionale con particolari caratteristiche; la fruizione turistico ricreativa dei compendi silvo-pastorali dei parchi di proprietà regionale aperti al pubblico; le disposizioni in materia di piani di ricomposizione fondiaria da parte dei Consorzi di bonifica, con procedure che assicurino maggiore partecipazione e informazione dei progetti preliminari da parte degli interessati.