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CR: ddl Burlo e CRO, relatori Blasoni e Ciriani (10)

26.07.2006
15:53
(ACON) Trieste, 26 lug - RC - Dopo 13 anni di commissariamento - così il relatore di minoranza, Massimo Blasoni (FI) - pare doveroso disciplinare l'assetto istituzionale e legislativo degli IRCCS. Il provvedimento, nella dicotomia possibile tra gli IRCCS pubblici e fondazioni private, sceglie la natura giuridica di Ente pubblico. Tale opzione pare ragionevole e i benefici che ne derivano superiori a quella maggiore libertà di azione che sottende alla natura privata delle fondazioni.

Punto centrale di critica è la non adeguata enfatizzazione del ruolo della ricerca scientifica. Bisogna riportarla in primo piano destinando, ad esempio, gli utili derivanti da attività strumentali ad attività di ricerca. Forza Italia propone anche l'introduzione di un art. 3 bis ove si rafforza la sinergia possibile pubblico-privato e si evidenzia il diritto-dovere degli IRCCS di porre in essere una efficiente attività di ricerca che conduca a risultati coperti da brevetto.

Quanto agli organi, anche per Blasoni non ci sono garanzie di raccordo istituzionale tra direttore generale e direttore scientifico, inoltre probabilmente non tutti quelli previsti sono necessari e hanno troppo componenti.

Non condivide, infine, per quanto riguarda il Burlo, di voler raggiungere l'integrazione strutturale con l'Azienda ospedaliero-universitaria "Ospedali riuniti" di Trieste perché non coerente con la specificità dell'Istituto voluta dalla legge nazionale di riordino.

Le novità principali del disegno di legge giuntale sono: la rinuncia alla trasformazione degli IRCCS in Fondazione, la distinzione tra poteri di gestione e poteri di indirizzo e verifica, la distinzione tra assistenza e ricerca. Tuttavia - è il commento dell'altro relatore di minoranza, Luca Ciriani (AN) - rimane più di una perplessità sul rischio che si condanni gli Istituti a un conflitto tra direttore generale e direttore scientifico.

La gestione commissariale per Ciriani non ha affatto funzionato male. Speriamo - afferma - di non doverla rimpiangere. Inoltre il Consiglio di indirizzo e di verifica rischia di avere un mero ruolo ornamentale: dovrebbe esercitare funzioni essenziali di stimolo e vigilanza, ma così come configurato risulta debole e subordinato: i suoi componenti sono nominati dal direttore generale, che in questo modo finisce col sommare il potere di controllore e di controllato.

Perplessità anche per la moltiplicazione di organi prevista a corollario delle funzioni del direttore scientifico e del direttore generale; la ricerca pare sarà depotenziata; positiva la possibilità di collaborazioni con i privati, ma i canali di finanziamento non devono inaridirsi e deve essere perseguita, per una corretta integrazione, la collaborazione con le Aziende ospedaliere.

Gli emendamenti che presenteremo - ha chiosato - saranno volti a raggiungere miglioramenti affatto strumentali.

(segue)