CR: ddl Burlo e CRO, relatori Blasoni e Ciriani (10)
(ACON) Trieste, 26 lug - RC - Dopo 13 anni di commissariamento
- così il relatore di minoranza, Massimo Blasoni (FI) - pare
doveroso disciplinare l'assetto istituzionale e legislativo degli
IRCCS. Il provvedimento, nella dicotomia possibile tra gli IRCCS
pubblici e fondazioni private, sceglie la natura giuridica di
Ente pubblico. Tale opzione pare ragionevole e i benefici che ne
derivano superiori a quella maggiore libertà di azione che
sottende alla natura privata delle fondazioni.
Punto centrale di critica è la non adeguata enfatizzazione del
ruolo della ricerca scientifica. Bisogna riportarla in primo
piano destinando, ad esempio, gli utili derivanti da attività
strumentali ad attività di ricerca. Forza Italia propone anche
l'introduzione di un art. 3 bis ove si rafforza la sinergia
possibile pubblico-privato e si evidenzia il diritto-dovere degli
IRCCS di porre in essere una efficiente attività di ricerca che
conduca a risultati coperti da brevetto.
Quanto agli organi, anche per Blasoni non ci sono garanzie di
raccordo istituzionale tra direttore generale e direttore
scientifico, inoltre probabilmente non tutti quelli previsti sono
necessari e hanno troppo componenti.
Non condivide, infine, per quanto riguarda il Burlo, di voler
raggiungere l'integrazione strutturale con l'Azienda
ospedaliero-universitaria "Ospedali riuniti" di Trieste perché
non coerente con la specificità dell'Istituto voluta dalla legge
nazionale di riordino.
Le novità principali del disegno di legge giuntale sono: la
rinuncia alla trasformazione degli IRCCS in Fondazione, la
distinzione tra poteri di gestione e poteri di indirizzo e
verifica, la distinzione tra assistenza e ricerca. Tuttavia - è
il commento dell'altro relatore di minoranza, Luca Ciriani (AN) -
rimane più di una perplessità sul rischio che si condanni gli
Istituti a un conflitto tra direttore generale e direttore
scientifico.
La gestione commissariale per Ciriani non ha affatto funzionato
male. Speriamo - afferma - di non doverla rimpiangere. Inoltre il
Consiglio di indirizzo e di verifica rischia di avere un mero
ruolo ornamentale: dovrebbe esercitare funzioni essenziali di
stimolo e vigilanza, ma così come configurato risulta debole e
subordinato: i suoi componenti sono nominati dal direttore
generale, che in questo modo finisce col sommare il potere di
controllore e di controllato.
Perplessità anche per la moltiplicazione di organi prevista a
corollario delle funzioni del direttore scientifico e del
direttore generale; la ricerca pare sarà depotenziata; positiva
la possibilità di collaborazioni con i privati, ma i canali di
finanziamento non devono inaridirsi e deve essere perseguita, per
una corretta integrazione, la collaborazione con le Aziende
ospedaliere.
Gli emendamenti che presenteremo - ha chiosato - saranno volti a
raggiungere miglioramenti affatto strumentali.
(segue)