CR: ddl Burlo e CRO, discussione geenrasle (11)
(ACON) Trieste, 26 lug - MPB - Bruna Zorzini (PDCI), ha aperto
la discussione generale, sottolineando tra l'altro l'importanza
del provvedimento e la necessità di una solida rete pubblica a
sostengo alle missioni della ricerca e all'assistenza di questi
istituti, con un occhio di riguardo al ruolo pubblico di questi
istituti.
Per Sergio Lupieri (Margh) i due IRCS sono fiori all'occhiello da
mantenere all'intero di un sistema pubblico e hanno valore
aggiunto e peso tanto più possono raggiungere sinergie e
collaborazioni. E' chiaro che gli IRCS per mantenere gli standard
e per proiettarsi in una collaborazione transfrontaliera debbano
ricevere qualcosa in più.
Legge tanto attesa che deve stabilire nuove regole con impegno da
maggioranza e minoranza, per Gina Fasan (UDC) che ha sottolineato
come questi istituti non appartengano solo alla comunità
regionale e ha auspicato che il passaggio dal commissario alla
nuova dirigenza avvenga nel rispetto di chi ha lavorato in questo
tempo.
Lavoro condivisibile sul quale sono state già introdotte
variazioni positive, secondo Bruno Malattia (Citt), secondo il
quale per la Regione è necessaria una integrazione con la rete
ospedaliera che non deve andare a discapito della ricerca. Va
anche ricercata la collaborazione con i privati, ad esempio le
fondazioni bancarie. La prima prova della bontà della legge sarà
data dalle nomine - ha infine aggiunto, sottolineando che,
seppure gli amministratori degli enti debbano essere indicati da
chi ha responsabilità di governo, la struttura amministrativa
debba rimanere indenne da contrasti di natura politica.
Mirko Spacapan (Margh) associandosi alla generale condivisione
sul disegno di legge, ha apprezzato che si concordi sulla
necessità di avere istituzioni sanitarie che, fiore
all'occhiello, abbiano condizioni e risorse adeguate per fare
ricerca applicata, risultato a cui tende questo testo.
Non esiste, per Pio De Angelis (PRC), una ricerca efficace se non
si coniuga adeguatamente con la clinica. Con questo provvedimento
approviamo un ulteriore tassello dell'organizzazione del servizio
sanitario regionale - ha affermato auspicando che il prossimo
passo, per completare il mosaico, sia la modifica della legge
regionale 13 del 1995, ormai inapplicata e inapplicabile.
Secondo Nevio Alzetta (DS) il provvedimento consente di definire
chi fa che cosa: assistenza, ricerca, formazione con l'elemento
di novità dato dalla distinzione tra gestione e indirizzo. E la
preoccupazione di diarchia è superata nel momento in cui, pur
senza obbligo, si va a concertazione sulla nomina del direttore
generale e di quello scientifico.
L'assessore alla salute e protezione sociale Ezio Beltrame,
sottolineando l'apprezzamento generale per il ddl e la
sottolineatura che gli IRCS diventino fulcro della ricerca
applicata per tutto il sistema sanitario, ha insistito sul fatto
che la ricerca, come missione fondamentale, va integrata con la
rete sanitaria: sinergia fra Governo e Regione, fra enti
regionali, dentro le singole unità operative della rete di
assistenza, perché - ha aggiunto - certe esperienze non possono
stare in piedi solo guardando al singolo istituto, e occorre una
consequenzialità dal grande al piccolo.
(segue)