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CR: ddl Burlo e CRO, discussione geenrasle (11)

26.07.2006
17:45
(ACON) Trieste, 26 lug - MPB - Bruna Zorzini (PDCI), ha aperto la discussione generale, sottolineando tra l'altro l'importanza del provvedimento e la necessità di una solida rete pubblica a sostengo alle missioni della ricerca e all'assistenza di questi istituti, con un occhio di riguardo al ruolo pubblico di questi istituti.

Per Sergio Lupieri (Margh) i due IRCS sono fiori all'occhiello da mantenere all'intero di un sistema pubblico e hanno valore aggiunto e peso tanto più possono raggiungere sinergie e collaborazioni. E' chiaro che gli IRCS per mantenere gli standard e per proiettarsi in una collaborazione transfrontaliera debbano ricevere qualcosa in più.

Legge tanto attesa che deve stabilire nuove regole con impegno da maggioranza e minoranza, per Gina Fasan (UDC) che ha sottolineato come questi istituti non appartengano solo alla comunità regionale e ha auspicato che il passaggio dal commissario alla nuova dirigenza avvenga nel rispetto di chi ha lavorato in questo tempo. Lavoro condivisibile sul quale sono state già introdotte variazioni positive, secondo Bruno Malattia (Citt), secondo il quale per la Regione è necessaria una integrazione con la rete ospedaliera che non deve andare a discapito della ricerca. Va anche ricercata la collaborazione con i privati, ad esempio le fondazioni bancarie. La prima prova della bontà della legge sarà data dalle nomine - ha infine aggiunto, sottolineando che, seppure gli amministratori degli enti debbano essere indicati da chi ha responsabilità di governo, la struttura amministrativa debba rimanere indenne da contrasti di natura politica.

Mirko Spacapan (Margh) associandosi alla generale condivisione sul disegno di legge, ha apprezzato che si concordi sulla necessità di avere istituzioni sanitarie che, fiore all'occhiello, abbiano condizioni e risorse adeguate per fare ricerca applicata, risultato a cui tende questo testo.

Non esiste, per Pio De Angelis (PRC), una ricerca efficace se non si coniuga adeguatamente con la clinica. Con questo provvedimento approviamo un ulteriore tassello dell'organizzazione del servizio sanitario regionale - ha affermato auspicando che il prossimo passo, per completare il mosaico, sia la modifica della legge regionale 13 del 1995, ormai inapplicata e inapplicabile.

Secondo Nevio Alzetta (DS) il provvedimento consente di definire chi fa che cosa: assistenza, ricerca, formazione con l'elemento di novità dato dalla distinzione tra gestione e indirizzo. E la preoccupazione di diarchia è superata nel momento in cui, pur senza obbligo, si va a concertazione sulla nomina del direttore generale e di quello scientifico.

L'assessore alla salute e protezione sociale Ezio Beltrame, sottolineando l'apprezzamento generale per il ddl e la sottolineatura che gli IRCS diventino fulcro della ricerca applicata per tutto il sistema sanitario, ha insistito sul fatto che la ricerca, come missione fondamentale, va integrata con la rete sanitaria: sinergia fra Governo e Regione, fra enti regionali, dentro le singole unità operative della rete di assistenza, perché - ha aggiunto - certe esperienze non possono stare in piedi solo guardando al singolo istituto, e occorre una consequenzialità dal grande al piccolo.

(segue)