UDC: Salvador, legge di riforma e piccoli Comuni
(ACON) Trieste, 07 ago - COM/RC - "Da tempo l'UDC sostiene che,
per i piccoli Comuni della nostra regione, sono molti di più i
rischi che i vantaggi che derivano dalla legge di riforma delle
Autonomie locali. Una legge che si regge sui idee deboli e
obiettivi precari, e la cui applicazione comporterà la perdita di
identità dei piccoli Comuni".
Lo afferma il consigliere regionale dell'UDC, Maurizio Salvador,
che così prosegue:
"La Giunta regionale, con la proposta contenuta nelle linee guida
per la disciplina dell'ordinamento degli enti locali, approvata
nei giorni scorsi, crea le premesse perché vi siano nella nostra
regione Comuni di serie A e Comuni di serie B. Stabilire,
infatti, per i Comuni fino a mille abitanti (47 in Friuli Venezia
Giulia) la previsione facoltativa della Giunta e un ruolo
maggiore del sindaco e del Consiglio va in questa direzione, con
il rischio tra l'altro di aumentare la conflittualità in questi
enti anziché il rapporto dialettico tra maggioranza e minoranza.
"Giova ricordare che, con l'attuale legge elettorale, la
composizione dei Consigli comunali in questi centri,
indipendentemente dal risultato elettorale, assegna alla
minoranza una forte rappresentanza (cinque consiglieri su dodici)
e il rischio di ingovernabilità è del tutto evidente, così come
appare del tutto discutibile l'idea di trasformare i sindaci di
queste località in tanti piccoli "podestà". Sembra quasi di
tornare al Comune rustico del Carducci.
"Facciamo fatica a comprendere tanto accanimento nei confronti
dei piccoli Comuni, presenti soprattutto nella zona montana della
nostra regione, che costano poco o nulla al bilancio regionale e
svolgono una funzione insostituibile. Il bilancio del Comune di
Ligosullo, ad esempio, costa alla Regione quanto l'ufficio di
segreteria del sindaco di Udine o di Trieste. In fondo il numero
dei Comuni della nostra regione non è elevato se rapportato ad
altre realtà europee (ad esempio la Francia). Il problema non è,
quindi, ridurre in numero dei Comuni che rappresentano un forte
momento di conservazione dei valori e dell'integrità culturale e
neppure di snellire i suoi organi. Quello che va rivisto sono le
competenze e il trasferimento delle risorse del sistema
Regione-Autonomie locali, spezzando quel neocentralismo regionale
che in questi anni di giunta Illy è riemerso in tutta la sua
forza. Questo sì con costi non accettabili dalla comunità
regionale.
"La Giunta regionale dia, invece, applicazione all'articolo 7
della legge di riforma delle Autonomie locali, fortemente voluto
dall'UDC, valorizzando il territorio dei piccoli Comuni
attraverso la promozione, il sostegno e la tutela delle attività
economiche, sociali, ambientali e culturali esercitate in queste
realtà. I piccoli Comuni svolgono, nell'interesse della comunità
regionale, un ruolo insostituibile nella gestione del territorio
ed è auspicabile che questa funzione venga riconosciuta non solo
in occasione della "Festa dei piccoli Comuni", ma 365 giorni
l'anno.
"E' importante che la Giunta regionale avvii una forte pressione
nei confronti del Governo nazionale amico per ottenere un
sostegno alla montagna non attraverso le solite forme di
contribuzione, ma con lo strumento del federalismo fiscale.
Occorre prevedere agevolazioni ed esenzioni fiscali per chi già
vive e opera, decida di trasferire la residenza o avviare nuove
attività economiche nei territori montani della nostra regione".