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UDC: Salvador, legge di riforma e piccoli Comuni

07.08.2006
11:37
(ACON) Trieste, 07 ago - COM/RC - "Da tempo l'UDC sostiene che, per i piccoli Comuni della nostra regione, sono molti di più i rischi che i vantaggi che derivano dalla legge di riforma delle Autonomie locali. Una legge che si regge sui idee deboli e obiettivi precari, e la cui applicazione comporterà la perdita di identità dei piccoli Comuni".

Lo afferma il consigliere regionale dell'UDC, Maurizio Salvador, che così prosegue:

"La Giunta regionale, con la proposta contenuta nelle linee guida per la disciplina dell'ordinamento degli enti locali, approvata nei giorni scorsi, crea le premesse perché vi siano nella nostra regione Comuni di serie A e Comuni di serie B. Stabilire, infatti, per i Comuni fino a mille abitanti (47 in Friuli Venezia Giulia) la previsione facoltativa della Giunta e un ruolo maggiore del sindaco e del Consiglio va in questa direzione, con il rischio tra l'altro di aumentare la conflittualità in questi enti anziché il rapporto dialettico tra maggioranza e minoranza.

"Giova ricordare che, con l'attuale legge elettorale, la composizione dei Consigli comunali in questi centri, indipendentemente dal risultato elettorale, assegna alla minoranza una forte rappresentanza (cinque consiglieri su dodici) e il rischio di ingovernabilità è del tutto evidente, così come appare del tutto discutibile l'idea di trasformare i sindaci di queste località in tanti piccoli "podestà". Sembra quasi di tornare al Comune rustico del Carducci.

"Facciamo fatica a comprendere tanto accanimento nei confronti dei piccoli Comuni, presenti soprattutto nella zona montana della nostra regione, che costano poco o nulla al bilancio regionale e svolgono una funzione insostituibile. Il bilancio del Comune di Ligosullo, ad esempio, costa alla Regione quanto l'ufficio di segreteria del sindaco di Udine o di Trieste. In fondo il numero dei Comuni della nostra regione non è elevato se rapportato ad altre realtà europee (ad esempio la Francia). Il problema non è, quindi, ridurre in numero dei Comuni che rappresentano un forte momento di conservazione dei valori e dell'integrità culturale e neppure di snellire i suoi organi. Quello che va rivisto sono le competenze e il trasferimento delle risorse del sistema Regione-Autonomie locali, spezzando quel neocentralismo regionale che in questi anni di giunta Illy è riemerso in tutta la sua forza. Questo sì con costi non accettabili dalla comunità regionale.

"La Giunta regionale dia, invece, applicazione all'articolo 7 della legge di riforma delle Autonomie locali, fortemente voluto dall'UDC, valorizzando il territorio dei piccoli Comuni attraverso la promozione, il sostegno e la tutela delle attività economiche, sociali, ambientali e culturali esercitate in queste realtà. I piccoli Comuni svolgono, nell'interesse della comunità regionale, un ruolo insostituibile nella gestione del territorio ed è auspicabile che questa funzione venga riconosciuta non solo in occasione della "Festa dei piccoli Comuni", ma 365 giorni l'anno.

"E' importante che la Giunta regionale avvii una forte pressione nei confronti del Governo nazionale amico per ottenere un sostegno alla montagna non attraverso le solite forme di contribuzione, ma con lo strumento del federalismo fiscale. Occorre prevedere agevolazioni ed esenzioni fiscali per chi già vive e opera, decida di trasferire la residenza o avviare nuove attività economiche nei territori montani della nostra regione".