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Verdi: Metz, zone cinofile con addestramento su cinghiale

07.09.2006
10:15
(ACON) Trieste, 07 set - COM/AB - Chiarimenti sull'istituzione delle zone cinofile con addestramento su cinghiale sono chiesti dal consigliere regionale dei verdi Alessandro Metz con un'interrogazione.

Nella nostra regione, ricorda Metz, esiste un numero elevato di cinghiali che, secondo l'assessore Marsilio, si aggira sui 4.000 - 4.200 capi, ma questi numeri sono stati contraddetti dal direttore di una riserva di caccia in provincia di Pordenone che ne avrebbe censiti nel suo ambito poco meno di cento.

Uno dei motivi dell'aumento dei cinghiali è stato l'incrocio della specie autoctona, con immissioni a scopo venatorio, con specie più grosse e prolifiche. I danni maggiori causati ai fondi agricoli, aggiunge il consigliere dei Verdi, sono da attribuirsi ai cinghiali piccoli che, privati della madre, scorazzano senza una guida che li riporti a mangiare nelle tane. Per fortuna, con effetti positivi, in alcune riserve della regione sono stati installati dei pastumatori per fornire loro il cibo necessario e tenerli fuori dai terreni coltivati.

Questo tipo di pratica venatoria, esercitata da una minoranza di cacciatori della nostra regione, rileva inoltre Metz, oltre a essere crudele per l'animale braccato ha causato, poco tempo addietro, anche ferimenti mortali durante battute di caccia.

Il consigliere dei Verdi vuol quindi sapere dalla Giunta in base a quale criterio è stato stabilito che la caccia col segugio risolverà il problema, considerato primario, dei danni causati all'agricoltura, dove dovrebbero essere localizzate le aree per l'attività di addestramento e allenamento dei cani, con quali fondi si dovrebbero costruire e attrezzare queste aree che devono avere delle, caratteristiche ben precise, chi saranno i gestori di tali strutture e chi controllerà l'attività delle stesse, con quali fondi si pagheranno i cinghiali impiegati per l'addestramento dei cani.

Ammesso che i cinghiali che, come stabilisce la delibera, "non possono rimanere all'interno della struttura per un periodo superiore a un anno", riescano a sopravvivere per un periodo così lungo, Metz chiede chi e con quale criterio stabilirà che gli animali "dovranno essere sostituiti qualora presentino segni di sofferenza fisica e comportamentale", dove finiranno i cadaveri degli animali abbattuti perché "non più idonei", perché non si provvede a monitorare le aree agricole più a rischio attivando i pastori elettrici ove necessari, perché non si sospende la caccia alla volpe che è, ormai, l'ultimo predatore dei cuccioli di cinghiale, perché non si creano in più luoghi aree di foraggiamento minimo, come già realizzato in alcune riserve, per attirare i cinghiali lontano dalle colture.

Infine, Metz vuole che gli sia fornita esatta evidenza del numero delle richieste di risarcimento da parte di agricoltori per danni cagionati da incursioni di cinghiali e vuol conoscere l'ammontare della spesa per la costruzione e la gestione di queste "palestre d'addestramento per cani anti-cinghiale".