Verdi: Metz, zone cinofile con addestramento su cinghiale
(ACON) Trieste, 07 set - COM/AB - Chiarimenti sull'istituzione
delle zone cinofile con addestramento su cinghiale sono chiesti
dal consigliere regionale dei verdi Alessandro Metz con
un'interrogazione.
Nella nostra regione, ricorda Metz, esiste un numero elevato di
cinghiali che, secondo l'assessore Marsilio, si aggira sui 4.000
- 4.200 capi, ma questi numeri sono stati contraddetti dal
direttore di una riserva di caccia in provincia di Pordenone che
ne avrebbe censiti nel suo ambito poco meno di cento.
Uno dei motivi dell'aumento dei cinghiali è stato l'incrocio
della specie autoctona, con immissioni a scopo venatorio, con
specie più grosse e prolifiche. I danni maggiori causati ai fondi
agricoli, aggiunge il consigliere dei Verdi, sono da attribuirsi
ai cinghiali piccoli che, privati della madre, scorazzano senza
una guida che li riporti a mangiare nelle tane. Per fortuna, con
effetti positivi, in alcune riserve della regione sono stati
installati dei pastumatori per fornire loro il cibo necessario e
tenerli fuori dai terreni coltivati.
Questo tipo di pratica venatoria, esercitata da una minoranza di
cacciatori della nostra regione, rileva inoltre Metz, oltre a
essere crudele per l'animale braccato ha causato, poco tempo
addietro, anche ferimenti mortali durante battute di caccia.
Il consigliere dei Verdi vuol quindi sapere dalla Giunta in base
a quale criterio è stato stabilito che la caccia col segugio
risolverà il problema, considerato primario, dei danni causati
all'agricoltura, dove dovrebbero essere localizzate le aree per
l'attività di addestramento e allenamento dei cani, con quali
fondi si dovrebbero costruire e attrezzare queste aree che devono
avere delle, caratteristiche ben precise, chi saranno i gestori
di tali strutture e chi controllerà l'attività delle stesse, con
quali fondi si pagheranno i cinghiali impiegati per
l'addestramento dei cani.
Ammesso che i cinghiali che, come stabilisce la delibera, "non
possono rimanere all'interno della struttura per un periodo
superiore a un anno", riescano a sopravvivere per un periodo così
lungo, Metz chiede chi e con quale criterio stabilirà che gli
animali "dovranno essere sostituiti qualora presentino segni di
sofferenza fisica e comportamentale", dove finiranno i cadaveri
degli animali abbattuti perché "non più idonei", perché non si
provvede a monitorare le aree agricole più a rischio attivando i
pastori elettrici ove necessari, perché non si sospende la caccia
alla volpe che è, ormai, l'ultimo predatore dei cuccioli di
cinghiale, perché non si creano in più luoghi aree di
foraggiamento minimo, come già realizzato in alcune riserve, per
attirare i cinghiali lontano dalle colture.
Infine, Metz vuole che gli sia fornita esatta evidenza del numero
delle richieste di risarcimento da parte di agricoltori per danni
cagionati da incursioni di cinghiali e vuol conoscere l'ammontare
della spesa per la costruzione e la gestione di queste "palestre
d'addestramento per cani anti-cinghiale".