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II Comm: approvato ddl cooperazione sociale (1)

12.09.2006
12:41
(ACON) Trieste, 12 set - RC - Un disegno di legge, il 195, per disciplinare la cooperazione sociale, materia attualmente regolata dalle leggi regionali 7/1992 e 3/2002, che vengono abrogate in parte. Lo ha presentato l'assessore Enrico Bertossi alla II Commissione consiliare, presidente Mirio Bolzan (DS), che l'ha approvato a maggioranza con i voti favorevoli di DS, Margherita, Cittadini e PRC, l'astensione di FI, LN e UDC.

Trentatre gli articoli in tutto - ha detto il titolare delle Attività produttive - per adeguare l'azione della Regione in questo campo e consolidare il ruolo della cooperazione a sostegno dei più deboli, nel campo socio-sanitario ed educativo, nonché nell'inserimento lavorativo di persone svantaggiate, il tutto attraverso una completa revisione degli incentivi.

Abbiamo utilizzato principi di impresa sociale, senza però incidere sugli istituti di natura civilistica che disciplinano le cooperative sociali (particolare valore è dato a quelle che presentano un radicamento organico e stabile con le comunità territoriali e a quelle che orientano le loro attività a favore delle persone incapaci di provvedere alle proprie esigenze).

L'Albo regionale delle cooperative sociali (suddiviso in sezioni e con la doppia iscrizione per le cooperative a scopo plurimo) è stato ridefinito quale strumento di monitoraggio dei soggetti iscritti e fa riferimento a meccanismi del legislatore nazionale in modo tale che successive riforme saranno automaticamente recepite.

Il provvedimento non manca di determinare i requisiti per avere titolo all'iscrizione e come ottenerla; come comportarsi nel caso in cui alcuni requisiti venissero meno; le cause di sospensione e cancellazione dall'Albo; come impugnare i provvedimenti dell'Amministrazione regionale.

Il Capo III (articoli 10-21) riorganizza il sistema dell'incentivazione e della rendicontazione della spesa: rispetto alla disciplina vigente, che è quasi totalmente abrogata, si è ampliata la possibilità di intervento a favore delle cooperative sociali da parte delle Province. Alla Regione, invece, spetta, oltre alla definizione dei criteri per il riparto annuale delle risorse finanziarie tra le singole Province, la determinazione - mediante regolamento - dei contributi alle cooperative che operano per l'inserimento delle persone svantaggiate o gestiscono servizi socio-sanitari ed educativi, ciò al fine di garantire l'armonia con la normativa comunitaria sugli aiuti di Stato. Si prevede, poi, l'istituzione del Comitato regionale tecnico consultivo per la cooperazione, che avrà il compito di esprimere pareri e proporre iniziative in materia di incentivazione alla cooperazione sociale. Annualmente, con legge regionale, sono determinate agevolazioni fiscali per le cooperative sociali iscritte all'Albo.

Nel Capo IV (articoli 22-29), tra l'altro, sono tracciate le linee generali del ruolo della cooperazione per quanto concerne il sistema integrato dei servizi sociali e della formazione professionale; è stato introdotto l'obbligo di redazione del bilancio sociale; si disciplinano i casi di convenzione che prevedono la creazione di opportunità di lavoro per le persone svantaggiate e per quelle disabili, e le partecipazioni agli appalti.

Gli articoli 30-33 - ha terminato Bertossi - trattano le norme finanziarie e finali, compreso il regime transitorio in attesa dell'entrata in vigore delle disposizioni regolamentari.

(segue)