II Comm: approvato ddl cooperazione sociale (1)
(ACON) Trieste, 12 set - RC - Un disegno di legge, il 195, per
disciplinare la cooperazione sociale, materia attualmente
regolata dalle leggi regionali 7/1992 e 3/2002, che vengono
abrogate in parte. Lo ha presentato l'assessore Enrico Bertossi
alla II Commissione consiliare, presidente Mirio Bolzan (DS), che
l'ha approvato a maggioranza con i voti favorevoli di DS,
Margherita, Cittadini e PRC, l'astensione di FI, LN e UDC.
Trentatre gli articoli in tutto - ha detto il titolare delle
Attività produttive - per adeguare l'azione della Regione in
questo campo e consolidare il ruolo della cooperazione a sostegno
dei più deboli, nel campo socio-sanitario ed educativo, nonché
nell'inserimento lavorativo di persone svantaggiate, il tutto
attraverso una completa revisione degli incentivi.
Abbiamo utilizzato principi di impresa sociale, senza però
incidere sugli istituti di natura civilistica che disciplinano le
cooperative sociali (particolare valore è dato a quelle che
presentano un radicamento organico e stabile con le comunità
territoriali e a quelle che orientano le loro attività a favore
delle persone incapaci di provvedere alle proprie esigenze).
L'Albo regionale delle cooperative sociali (suddiviso in sezioni
e con la doppia iscrizione per le cooperative a scopo plurimo) è
stato ridefinito quale strumento di monitoraggio dei soggetti
iscritti e fa riferimento a meccanismi del legislatore nazionale
in modo tale che successive riforme saranno automaticamente
recepite.
Il provvedimento non manca di determinare i requisiti per avere
titolo all'iscrizione e come ottenerla; come comportarsi nel caso
in cui alcuni requisiti venissero meno; le cause di sospensione e
cancellazione dall'Albo; come impugnare i provvedimenti
dell'Amministrazione regionale.
Il Capo III (articoli 10-21) riorganizza il sistema
dell'incentivazione e della rendicontazione della spesa: rispetto
alla disciplina vigente, che è quasi totalmente abrogata, si è
ampliata la possibilità di intervento a favore delle cooperative
sociali da parte delle Province. Alla Regione, invece, spetta,
oltre alla definizione dei criteri per il riparto annuale delle
risorse finanziarie tra le singole Province, la determinazione -
mediante regolamento - dei contributi alle cooperative che
operano per l'inserimento delle persone svantaggiate o gestiscono
servizi socio-sanitari ed educativi, ciò al fine di garantire
l'armonia con la normativa comunitaria sugli aiuti di Stato. Si
prevede, poi, l'istituzione del Comitato regionale tecnico
consultivo per la cooperazione, che avrà il compito di esprimere
pareri e proporre iniziative in materia di incentivazione alla
cooperazione sociale. Annualmente, con legge regionale, sono
determinate agevolazioni fiscali per le cooperative sociali
iscritte all'Albo.
Nel Capo IV (articoli 22-29), tra l'altro, sono tracciate le
linee generali del ruolo della cooperazione per quanto concerne
il sistema integrato dei servizi sociali e della formazione
professionale; è stato introdotto l'obbligo di redazione del
bilancio sociale; si disciplinano i casi di convenzione che
prevedono la creazione di opportunità di lavoro per le persone
svantaggiate e per quelle disabili, e le partecipazioni agli
appalti.
Gli articoli 30-33 - ha terminato Bertossi - trattano le norme
finanziarie e finali, compreso il regime transitorio in attesa
dell'entrata in vigore delle disposizioni regolamentari.
(segue)