News


Verdi: presentato a Roma da Metz esposto Agenzia entrate

13.09.2006
14:58
(ACON) Trieste, 13 set - COM/AB - Secondo quanto sancito dall'articolo 37 del decreto Bersani dello scorso luglio, a partire dall'1 ottobre 2006, i soggetti titolari di partita IVA sono tenuti a utilizzare, anche tramite intermediari, modalità di pagamento telematiche delle imposte, dei contributi, dei premi e delle entrate spettanti agli enti e alle casse previdenziali.

A seguito di queste disposizione, l'Agenzia delle entrate ha tempestivamente messo a disposizione dei cittadini un software dedicato all'operazione di pagamento telematico, scaricabile gratuitamente dal sito dell'Agenzia.

Tutto ciò è stato puntualizzato oggi a Roma dal consigliere regionale dei Verdi Alessandro Metz in una conferenza stampa tenuta assieme ad altri esponenti della Comunità del software libero italiani, nel corso della quale ha illustrato le ragioni dell'esposto presentato al ministro Bersani contestualmente a una lettera aperta sottoscritta da decine di personalità.

Il software, ha aggiunto Metz, funziona solo ed esclusivamente su piattaforme proprietarie. Di conseguenza, un cittadino titolare di partita IVA non solo è costretto ad acquistare un computer, ma soprattutto è costretto ad acquistare anche le costose licenze di software proprietario, sebbene vi siano in circolazione delle validissime alternative libere, facilmente scaricabili dalla rete. Metz ha precisato che anche nell'ipotesi in cui il privato cittadino titolare di partita IVA si rivolgesse al fine dell'espletamento dell'operazione a un intermediario, quest'ultimo non potrebbe che effettuare l'operazione tramite un software proprietario.

Inoltre, con una circolare del 6 settembre scorso, l'Agenzia delle entrate ha precisato che il pagamento per via telematica è possibile tramite servizio home-banking; questa ulteriore alternativa finisce però per incidere egualmente nei confronti del cittadino, in quanto tale servizio ha un costo anche relativamente a un conto già disponibile presso la banca. Tutto ciò, a giudizio di Metz, risulta indiscutibilmente in contraddizione con la "direttiva Stanca per l'open source", che fissa regole e criteri tecnici per l'acquisto e per il riuso del software nella Pubblica Amministrazione imponendo che le stesse, nell'acquisto dei programmi informatici, debbano privilegiare le soluzioni che: - assicurino interoperabilità e cooperazione applicativa tra i diversi sistemi informatici della PA, salvo che ricorrano peculiari ed eccezionali esigenze di sicurezza e di segreto; - rendano i sistemi informatici non dipendenti da un unico fornitore o da un'unica tecnologia proprietaria; - garantiscano la disponibilità del codice sorgente per l'ispezione e la tracciabilità da parte delle PA; - esportino dati e documenti in più formati, di cui almeno uno di tipo aperto.

Al consigliere dei Verdi appare evidente anche la contraddizione rispetto alla normativa europea sulla concorrenza, dal momento che l'iniziativa istituzionale avvantaggia in maniera assoluta alcuni venditori di software senza tenere conto del mercato nella sua complessità e gravando ingiustificatamente a livello economico sul cittadino. Non da ultimo, appare palese la violazione di principi sanciti a livello costituzionale e di norme previste dal Codice dell'amministrazione digitale. Tutto questo, ha concluso Metz, rischia di essere un ulteriore piccolo tassello contro l'auspicata civiltà tecnologica. L'esposto e la lettera aperta tendono a mettere un freno a queste pratica a favore di una vera pluralità digitale.