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III Comm: approvata legge sanità, sociale, veterinaria

18.09.2006
16:41
(ACON) Trieste, 18 set - MPB/AB - Approvato dalla III Commissione del Consiglio regionale, presieduta da Nevio Alzetta (DS), il disegno di legge che contiene disposizioni in materia di salute umana e sanità veterinaria e altre norme per il settore sanitario e sociale. A favore la maggioranza, nessun contrario, astenuti FI, UDC e AN.

Trenta articoli, raggruppati in tre capi, costituiscono l'ossatura del provvedimento, già illustrato dall'assessore Ezio Beltrame lo scorso luglio, quando era stato anche esaurito il dibattito generale. A essi si sono aggiunti sei articoli che modificano o abrogano norme precedenti, un articolo sul controllo del servizio farmaceutico e un altro che istituisce specifici registri regionali per valutare l'incidenza e la prevalenza di determinate patologie (casi di mortalità, tumori, malattie cardiovascolari e cerebrovascolari, dializzati, diabetici).

I primi sei articoli (capo I) che riguardano la salute umana e la sanità veterinaria rispondono alle indicazioni del decreto legislativo 126 del giugno 2005 sul trasferimento all'Amministrazione regionale delle funzioni in tali materie, e che vanno dagli indennizzi a favore di soggetti danneggiati da complicanze di tipo irreversibile a causa di vaccinazioni obbligatorie, trasfusioni e somministrazione di emoderivati a tutta una serie di autorizzazioni e riconoscimenti riguardanti la zootecnia (bestiame, prodotti avicunicoli, prodotti ittici) e i suoi derivati.

La Regione ha la possibilità di trattenere le funzioni esercitandole direttamente o di trasferirle ad altri enti pubblici: il disegno di legge dispone che quelle più importanti siano in capo alle aziende per i servizi sanitari e mantiene quelle che necessitano di un esercizio uniforme per l'intero territorio regionale.

Gli articoli conclusivi compongono il capo II: modificano alcune leggi regionali in materia sanitaria e sociale, ne integrano o chiariscono la disciplina eliminando dubbi interpretativi in modo da rispondere alle esigenze operative emerse in sede di attuazione, abrogano talune disposizioni.

Fra l'altro, viene istituita la consulta regionale per l'educazione continua in medicina; viene fissato un termine certo entro il quale i soggetti promotori di opere pubbliche o di pubblica utilità possono presentare alle amministrazioni aggiudicatici le proposte per l'educazione continua; si prevedono criteri più flessibili per la distribuzione sul territorio delle utenze del servizio di telesoccorso-telecontrollo e si modifica il sistema di assegni di studio agli iscritti al corso di diploma universitario per infermiere professionale.

Altre norme riguardano la Conferenza dei presidenti dei collegi sindacali delle aziende sanitarie regionali; la possibilità, per la direzione centrale della salute e protezione sociale di avvalersi di personale degli enti del servizio sanitario regionale e delle altre pubbliche amministrazioni per realizzare progetti di particolare rilevanza in materia di pianificazione sanitaria; la possibilità di concedere anche alle Aziende pubbliche di servizi alla persona i contributi per i lavori di ristrutturazione e di trasformazione di edifici esistenti in forme residenziali sperimentali e alternative alle case di riposo; la modifica della percentuale di contribuzione per investimenti nel settore dei servizi gestiti da soggetti privati per ridurre le liste di attesa negli asili nido comunali; l'erogazione, in via sperimentale, di una somma in denaro in favore dei soggetti affetti da celiachia.

Prima del voto conclusivo sono intervenuti alcuni consiglieri:

Roberto Molinaro (UDC) ha convenuto sulla necessità di por mano ad alcuni correttivi, non ha riscontrato punti di particolare attrito e ha detto di essere poco convinto soltanto su tre norme, che riguardano gli assegni di studio per gli infermieri, l'eliminazione dello studio di fattibilità per il pronto intervento sociale e i servizi per la prima infanzia.

Le critiche di Massimo Blasoni (FI) hanno riguardato aspetti di carattere generale: alcuni principi difficilmente potranno essere collegati alla realtà e la legge di oggi è frutto delle incertezze inside nei provvedimenti che si vanno a modificare.

I punti caratterizzanti, a giudizio di Piero Colussi (Citt) toccano le strutture assistenziali per gli anziani, l'impulso decisivo che si dà alle politiche per il welfare e la risposta ai problemi dei celiachi.

Proprio questo è, per Sergio Lupieri (Margh), l'aspetto chiave, perché cambia l'approccio al problema: le persone che soffrono di questa intolleranza alimentare non saranno più considerate come malati costretti all'acquisto dei prodotti senza glutine solo nelle farmacie, ma potranno rivolgersi alla normale distribuzione. E ciò contribuirà anche a calmierare il mercato.

C'era l'esigenza, così Annamaria Menosso (DS), di rendere operative alcune disposizioni e con questa legge si raggiunge l'obiettivo.

Relatori per l'Aula saranno Sergio Lupieri (Margh) di maggioranza e Adriano Ritossa (AN) e Massimo Blasoni (FI) di minoranza.

(immagini alle tv)