UDC: no al regolamento per i lavori pubblici
(ACON) Trieste, 20 set - COM/AB - "L'appartenenza all'Unione
europea e l'adeguamento della normativa regionale ai principi
comunitari non può costituire un peggioramento delle condizioni
di attività dei Comuni, soprattutto di ridotte dimensioni,
un'occasione per aumentare la burocrazia per professionisti e
imprese, ma soprattutto non può essere lo strumento per uccidere
le medie e piccole imprese del Friuli Venezia Giulia che operano
nel settore delle opere pubbliche".
"Le scelte che si vogliono fare buttano a mare l'importante
lavoro legislativo avviato nella precedente legislatura
regionale, che aveva assicurato positive ricadute nel territorio,
con una imprenditoria sana e attiva e con infrastrutture
realizzate capillarmente. Ora il rischio è, invece, quello di
favorire solo le grandi opere e le grandi imprese, con la
degenerazione anche delittuosa tipica di altre parti del
territorio nazionale."
E' l'allarme che l'UDC del Friuli Venezia Giulia lancia tramite i
consiglieri regionali Roberto Molinaro, Maurizio Salvador, Gina
Fasan e Giorgio Venier Romano in occasione dell'esame da parte
della competente Commissione del Consiglio regionale delle
modificazioni del regolamento in materia di lavori pubblici in
vigore.
"Dopo una pessima modifica legislativa di qualche mese fa, dove
la maggioranza regionale ha rinunciato a esercitare, a differenza
di altre Regioni, le prerogative che l'autonomia speciale
riconosce al Friuli Venezia Giulia - precisano gli esponenti
regionali UDC - ora il presidente Illy e l'assessore Moretton,
con le modifiche al regolamento, vogliono ulteriormente
peggiorare la situazione arrivando a imporre vincoli che né
l'Unione europea né lo Stato prevedono".
" Le progettazioni, anche la redazione di un semplice
frazionamento, del costo di poche migliaia di euro, dovranno
essere precedute da gara alla quale potranno partecipare tutti
coloro che hanno i requisiti previsti dal bando pubblico -
precisano ulteriormente gli esponenti centristi - quindi tempi
più lunghi e costi di burocrazia cresciuti e soprattutto le norme
farraginose potranno favorire i soliti furbi, alla faccia della
trasparenza e della imparzialità".
"Nell'affidamento dei lavori, invece, l'effetto combinato delle
nuove norme metterà fuori gioco tutte le piccole e medie imprese
del settore - precisano ulteriormente Molinaro, Salvador, Fasan e
Venier Romano - dato che per ogni appalto sarà necessario
invitare le imprese, con procedure burocratiche assurde e senza
alcuna tutela per la imprenditoria e per i posti di lavoro delle
imprese locali, spesso evocate dal presidente Illy, che, alla
lunga, saranno costrette a chiudere o a divenire subappaltatori
delle grandi imprese che arriveranno da fuori. Procedure, poi,
che i Comuni non utilizzeranno, ricorrendo al sistema delle aste
pubbliche, molto attento alla trasparenza, ma con nessuna
garanzia nella qualità e nella effettiva realizzazione dei lavori
che vengono affidati".
"Ciò che sorprende è che tutto questo stia avvenendo nella più
totale indifferenza del mondo delle autonomie locali, con la
condivisione dei vertici delle categorie economiche interessate -
concludono i consiglieri Molinaro, Salvador, Fasan e Venier
Romano - mentre sarebbe possibile, con un minimo di
approfondimento e ascoltando gli operatori, proporre norme più
eque e rispondenti alla realtà del nostro territorio. Noi faremo
questo perché pensiamo che per le infrastrutture pubbliche e le
loro progettazioni ci debbano essere procedure adeguate e
trasparenti a misura della realtà del Friuli Venezia Giulia senza
dover ricorrere troppo spesso a quelle norme relative alla
protezione civile riservate, invece, alle sole situazioni di
eccezionalità".