News


UDC: no al regolamento per i lavori pubblici

20.09.2006
17:13
(ACON) Trieste, 20 set - COM/AB - "L'appartenenza all'Unione europea e l'adeguamento della normativa regionale ai principi comunitari non può costituire un peggioramento delle condizioni di attività dei Comuni, soprattutto di ridotte dimensioni, un'occasione per aumentare la burocrazia per professionisti e imprese, ma soprattutto non può essere lo strumento per uccidere le medie e piccole imprese del Friuli Venezia Giulia che operano nel settore delle opere pubbliche". "Le scelte che si vogliono fare buttano a mare l'importante lavoro legislativo avviato nella precedente legislatura regionale, che aveva assicurato positive ricadute nel territorio, con una imprenditoria sana e attiva e con infrastrutture realizzate capillarmente. Ora il rischio è, invece, quello di favorire solo le grandi opere e le grandi imprese, con la degenerazione anche delittuosa tipica di altre parti del territorio nazionale."

E' l'allarme che l'UDC del Friuli Venezia Giulia lancia tramite i consiglieri regionali Roberto Molinaro, Maurizio Salvador, Gina Fasan e Giorgio Venier Romano in occasione dell'esame da parte della competente Commissione del Consiglio regionale delle modificazioni del regolamento in materia di lavori pubblici in vigore.

"Dopo una pessima modifica legislativa di qualche mese fa, dove la maggioranza regionale ha rinunciato a esercitare, a differenza di altre Regioni, le prerogative che l'autonomia speciale riconosce al Friuli Venezia Giulia - precisano gli esponenti regionali UDC - ora il presidente Illy e l'assessore Moretton, con le modifiche al regolamento, vogliono ulteriormente peggiorare la situazione arrivando a imporre vincoli che né l'Unione europea né lo Stato prevedono".

" Le progettazioni, anche la redazione di un semplice frazionamento, del costo di poche migliaia di euro, dovranno essere precedute da gara alla quale potranno partecipare tutti coloro che hanno i requisiti previsti dal bando pubblico - precisano ulteriormente gli esponenti centristi - quindi tempi più lunghi e costi di burocrazia cresciuti e soprattutto le norme farraginose potranno favorire i soliti furbi, alla faccia della trasparenza e della imparzialità".

"Nell'affidamento dei lavori, invece, l'effetto combinato delle nuove norme metterà fuori gioco tutte le piccole e medie imprese del settore - precisano ulteriormente Molinaro, Salvador, Fasan e Venier Romano - dato che per ogni appalto sarà necessario invitare le imprese, con procedure burocratiche assurde e senza alcuna tutela per la imprenditoria e per i posti di lavoro delle imprese locali, spesso evocate dal presidente Illy, che, alla lunga, saranno costrette a chiudere o a divenire subappaltatori delle grandi imprese che arriveranno da fuori. Procedure, poi, che i Comuni non utilizzeranno, ricorrendo al sistema delle aste pubbliche, molto attento alla trasparenza, ma con nessuna garanzia nella qualità e nella effettiva realizzazione dei lavori che vengono affidati".

"Ciò che sorprende è che tutto questo stia avvenendo nella più totale indifferenza del mondo delle autonomie locali, con la condivisione dei vertici delle categorie economiche interessate - concludono i consiglieri Molinaro, Salvador, Fasan e Venier Romano - mentre sarebbe possibile, con un minimo di approfondimento e ascoltando gli operatori, proporre norme più eque e rispondenti alla realtà del nostro territorio. Noi faremo questo perché pensiamo che per le infrastrutture pubbliche e le loro progettazioni ci debbano essere procedure adeguate e trasparenti a misura della realtà del Friuli Venezia Giulia senza dover ricorrere troppo spesso a quelle norme relative alla protezione civile riservate, invece, alle sole situazioni di eccezionalità".