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UDC: mozione su ottenimento cittadinanza italiana

25.09.2006
15:01
(ACON) Trieste, 25 set - COM/RC - Mozione del gruppo consiliare dell'UDC sulla cittadinanza italiana, un diritto - affermano Molinaro, Fasan, Salvador e Venier Romano - che va riconosciuto a quanti si impegnano per una effettiva integrazione, nel rispetto dell'identità italiana, con la conoscenza della lingua, della cultura e dei principali valori e precetti della Costituzione della nostra Repubblica. Per l'ottenimento della cittadinanza, quindi, è necessaria tale precondizione, da favorire anche con dei facilitatori che affianchino e verifichino la condizione di ciascuna persona immigrata, e non soltanto la presenza regolare in Italia per un congruo periodo di tempo.

La mozione - fanno sapere i centristi - sarà discussa in Aula i primi giorni di ottobre e sollecita la Regione a esprimere al Governo e al Parlamento nazionali in relazione alle nuove norme in discussione sulla cittadinanza.

Le regole per l'ottenimento della cittadinanza è una delle questioni centrali nella società italiana, interessata da tempo da una costante immigrazione e da un progressivo multiculturalismo - precisano i consiglieri regionali UDC - dato che numerosi episodi di cronaca di questi ultimi mesi che coinvolgono immigrati regolari dimostrano il permanere di usi e comportamenti anche delittuosi in contrasto con le regole e i valori del Paese che li ospita. Se si vuole diventare cittadini di questo Paese va rispettata la sua identità, che è prevalentemente cristiana, da sempre tollerante e aperta. Per questo le pubbliche istituzioni e quanti sono chiamati a rappresentarle devono essere responsabili e determinati, senza agitare paure che pur ci sono, con scelte precise di rassicurazione per i cittadini.

Il Consiglio regionale del Friuli Venezia Giulia, interprete di una consolidata consuetudine di accoglienza nel rispetto delle regole - concludono i quattro consiglieri - deve rendersi interprete di questa prospettiva nei confronti del Governo e del Parlamento, con un responsabile esercizio della funzione di rappresentanza che gli è proprio, senza cercare pretestuose polemiche tra parti politiche che fanno solo confusione senza far progredire di un passo la civile convivenza della comunità regionale.