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PRC: Franzil su situazione e futuro Insiel

02.10.2006
17:40
(ACON) Trieste, 02 ott - COM/AB - Nelle molte incertezze che segnano il dibattito su Insiel di questi giorni, crediamo sia giusto ribadire le uniche due certezze in campo: il decreto Bersani può avere effetti dirompenti sull'azienda e al questionario distribuito dal PRC il 69% degli intervistati ha indicato di non ritenere sicuro il proprio lavoro (perché mancano notizie certe sull'Azienda, perché il suo futuro appare incerto, perché ha un lavoro precario).

Lo mette in evidenza, in una nota, il consigliere regionale del PRC Kristian Franzil che aggiunge:

Le organizzazioni sindacali hanno convocato le assemblee dei lavoratori, primo passo necessario per fare chiarezza. Affinché possa realizzarsi la linea fin qui espressa dalla Regione per voce dell'assessore Pecol Cominotto, contraria alla vendita e allo "spezzatino", pensiamo sia necessario innanzitutto continuare la discussione con il Governo nazionale in tutte le sedi opportune. L'art. 13 del decreto in questione può essere modificato in sede di finanziaria, come previsto dall'ordine del giorno presentato da alcuni parlamentari, tra cui quelli di Rifondazione comunista, che impegna al vaglio delle conseguenze del decreto stesso e a una sua possibile ricalibratura in base a dati oggettivi.

I costi che dovrebbe pagare Insiel, in analogia con le aziende delle altre regioni d'Italia, sembrano una solida base di discussione.

In ogni caso, vanno valorizzate le professionalità e le conoscenze presenti in azienda passando attraverso l'assegnazione di un nuovo ruolo regionale, un piano industriale adatto sia alla specificità del campo d'intervento che alla proprietà totalmente pubblica dell'ente. Indispensabile e urgente, a questo scopo, la stabilizzazione dei contratti di lavoro, la cui attuale precarietà mina il valore dell'azienda.

In questo quadro va inserita la discussione sugli assetti proprietari, partendo dall'ipotesi che Insiel resti regionale e che sia autosufficiente dal punto di vista finanziario rispondendo alle necessità di sviluppo e innovazione dei servizi informatici regionale. Per evitare, nel caso peggiore, di metterla tutta o in parte sul mercato in un momento in cui sarebbe svalutata, vista l'obbligatorietà della decisione e la situazione aziendale, ma soprattutto per evitare di perdere, in mani regionali o extra poco importa, un patrimonio necessario alla crescita del sistema Regione.