CR: mozioni cittadinanza italiana, i contenuti (2)
(ACON) Trieste, 03 ott - RC - Cittadinanza italiana agli
stranieri all'attenzione del Consiglio regionale attraverso due
mozioni, la prima a firma dei capigruppo Gottardo di FI, Ciriani
di AN e Guerra di LN, la seconda sottoscritta da tutto il gruppo
dell'UDC, il capogruppo Molinaro in primis.
"Agire contro chi vuole minare la nostra società occidentale e
cittadinanza italiana solo a chi accetta i nostri valori e le
nostre leggi" è il titolo esplicito del documento con cui FI, AN
e LN ricordano che il Governo intende ridurre a 5 gli anni
necessari agli stranieri immigrati per acquisire la cittadinanza
italiana.
I tre capigruppo, nell'affermare che c'è bisogno di subordinare
ogni acquisizione al possesso di determinati requisiti,
menzionano l'accoglienza e la solidarietà di cui da sempre ha
dato prova l'Europa, caratterizzata da radici giudaico-cristiane;
il caso di Hina, la ragazza pakistana uccisa a Brescia dal padre
e il diritto di emancipazione che va tutelato; l'integrazione che
passa attraverso la conoscenza della lingua e l'accettazione
della cultura e dei valori del Paese ospitante.
Ebbene - denunciano i tre proponenti - nella legge italiana e
nella proposta del Governo nazionale non c'è nulla di tutto ciò.
Ecco perché vorrebbero che il presidente della Giunta regionale
esprimesse al Governo parere contrario ad una legislazione sulla
cittadinanza basata su requisiti esclusivamente quantitativi (gli
anni trascorsi regolarmente in Italia), che non accertano la
reale volontà di integrazione, la conoscenza della lingua
italiana e l'accettazione delle nostre leggi e dei valori
fondanti della società.
Gli chiedono poi di tutelare il diritto dei cittadini a vivere in
sicurezza e di promuovere le necessarie politiche di
integrazione, nonché di impegnarsi affinché qualsiasi tipo di
finanziamento o di agevolazione previsti dalla legislazione
regionale a favore delle associazioni di immigrati (in
particolare a quelle di cultura e religione islamica) siano
subordinate alla sottoscrizione di un documento di principi che
contenga il riconoscimento e il rispetto dei principi fondanti la
nostra Costituzione e la condanna netta e inequivocabile di ogni
forma di discriminazione o di antisemitismo.
Diverso il tono della mozione dell'UDC, ma non lontana nei
contenuti. Anche qui si afferma la necessità di non limitarsi a
parametri meramente temporali e dunque di subordinare la
concessione della cittadinanza anche in questo caso alla
conoscenza della lingua e della cultura italiana, nonché dei
precetti della nostra Costituzione. Per aiutare gli immigrati a
raggiungere queste pre-condizioni, il presidente della Regione
dovrebbe inoltre impegnarsi a far affiancare gli stranieri da dei
"facilitatori dell'integrazione" che garantiscano questo preciso
fine.
Nel loro documento, Molinaro, Salvador, Fasan e Venier Romano tra
l'altro ricordano che il Friuli Venezia Giulia è sempre stato un
territorio aperto all'accoglienza nel rispetto delle regole e che
nel 2005 si è dotato di una nuova legge proprio sull'accoglienza
e l'integrazione sociale degli immigrati.
(segue)