CR: mozioni cittadinanza italiana, chiuso il dibattito (5)
(ACON) Trieste, 03 ott - RC - Si tratta di una querelle - ha
affermato Di Natale (AN) riaprendo il dibattito sulle mozioni
dedicate alla concessione della cittadinanza italiana - di bassa
macelleria: chi oggi agevola gli stranieri è solo in cerca di
voti per le prossime elezioni. Fosse davvero un argomento tanto
sentito, il presidente Illy sarebbe presente in Aula, invece così
non è.
Per la Battellino (IpR-MRE), è un tema da affrontare con cura, in
un'ottica di rispetto reciproco. Quanto al caso della ragazza
pakistana Hina, condivide che suo padre non avrebbe diritto ad
avere la cittadinanza italiana, ma si è chiesta se Hina avrebbe
potuto ottenerla. Davanti a tutto ci deve essere dignità e lei si
inchina davanti alla donna incinta che affronta il mare su un
gommone pur di far partorire il proprio figlio nel nostro Paese.
E' essenziale il rispetto della nostra cultura e della nostra
Costituzione, ma si possono cercare strade nuove per garantire
gli immigrati.
Metz (Verdi) non si è trovato d'accordo con la filosofia alla
base delle due mozioni, vero è che la cittadinanza non è un
premio. Anche un contratto di soggiorno pone una persona in una
situazione di marginalità e dunque di esclusione: è il
comportamento della società che fa la differenza. Gli stranieri
portano culture e conoscenze diverse, ma non sono queste a creare
problemi, bensì la marginalità. E' questa che crea situazioni non
governabili che devono essere superate.
Pedicini (FI) ha sostenuto che non si può fermare nessuna
emigrazione. Concedere la cittadinanza non può essere considerato
una soluzione; non c'è alcuna faziosità nelle mozioni presentate,
ma il desiderio di una discussione serena sull'argomento.
Del "modello Friuli" e di chi ne viene attirato ha poi parlato
Asquini (FI). Non possiamo fare una legge - ha detto - che
consenta a chi arriva da noi perché attirato da questo modello,
di poterlo poi distruggere o comunque di non integrarsi ad esso.
L'assessore a Cultura e Pace, Antonaz, ha considerato l'argomento
strumentale. Si arriva dopo 5 anni di Bossi-Fini, che non si può
dire una legge che ha risolto e neppure affrontato veramente
l'immigrazione. In regione ho trovato un servizio autonomo per
l'immigrazione che doveva lavorare tenendo un profilo basso; oggi
le organizzazioni prendono dei soldi, ma per fare dei programmi.
Da noi non c'è emergenza, il nostro tasso di immigrazione è
basso, ma cerchiamo di dare risposta a chi vuole venire qui per
lavorare. Siete voi - ha concluso - che, per avere qualche voto
in più, fate il teatrino della politica e arrivate a rinnegare le
vostre radici cristiane.
(segue)