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CR: mozioni cittadinanza italiana, chiuso il dibattito (5)

03.10.2006
15:38
(ACON) Trieste, 03 ott - RC - Si tratta di una querelle - ha affermato Di Natale (AN) riaprendo il dibattito sulle mozioni dedicate alla concessione della cittadinanza italiana - di bassa macelleria: chi oggi agevola gli stranieri è solo in cerca di voti per le prossime elezioni. Fosse davvero un argomento tanto sentito, il presidente Illy sarebbe presente in Aula, invece così non è.

Per la Battellino (IpR-MRE), è un tema da affrontare con cura, in un'ottica di rispetto reciproco. Quanto al caso della ragazza pakistana Hina, condivide che suo padre non avrebbe diritto ad avere la cittadinanza italiana, ma si è chiesta se Hina avrebbe potuto ottenerla. Davanti a tutto ci deve essere dignità e lei si inchina davanti alla donna incinta che affronta il mare su un gommone pur di far partorire il proprio figlio nel nostro Paese. E' essenziale il rispetto della nostra cultura e della nostra Costituzione, ma si possono cercare strade nuove per garantire gli immigrati.

Metz (Verdi) non si è trovato d'accordo con la filosofia alla base delle due mozioni, vero è che la cittadinanza non è un premio. Anche un contratto di soggiorno pone una persona in una situazione di marginalità e dunque di esclusione: è il comportamento della società che fa la differenza. Gli stranieri portano culture e conoscenze diverse, ma non sono queste a creare problemi, bensì la marginalità. E' questa che crea situazioni non governabili che devono essere superate.

Pedicini (FI) ha sostenuto che non si può fermare nessuna emigrazione. Concedere la cittadinanza non può essere considerato una soluzione; non c'è alcuna faziosità nelle mozioni presentate, ma il desiderio di una discussione serena sull'argomento.

Del "modello Friuli" e di chi ne viene attirato ha poi parlato Asquini (FI). Non possiamo fare una legge - ha detto - che consenta a chi arriva da noi perché attirato da questo modello, di poterlo poi distruggere o comunque di non integrarsi ad esso.

L'assessore a Cultura e Pace, Antonaz, ha considerato l'argomento strumentale. Si arriva dopo 5 anni di Bossi-Fini, che non si può dire una legge che ha risolto e neppure affrontato veramente l'immigrazione. In regione ho trovato un servizio autonomo per l'immigrazione che doveva lavorare tenendo un profilo basso; oggi le organizzazioni prendono dei soldi, ma per fare dei programmi. Da noi non c'è emergenza, il nostro tasso di immigrazione è basso, ma cerchiamo di dare risposta a chi vuole venire qui per lavorare. Siete voi - ha concluso - che, per avere qualche voto in più, fate il teatrino della politica e arrivate a rinnegare le vostre radici cristiane.

(segue)