CR: legge cinema, dibattito (9)
(ACON) Trieste, 04 ott - RC - Aspettative degli spettatori, ma
anche degli attori, ovvero delle tante professioni cresciute nel
settore della cultura cinematografica - così Tamara Blazina (DS)
aprendo il dibattito sulla legge. La consigliera ha puntato allo
spazio che da noi trovano le produzioni dell'Est europeo, alla
competenza che la Regione possiede nel disciplinare l'apertura
delle sale cinematografiche, al fatto che la legge è pensata come
organica per tutti gli interventi finanziari pubblici concessi
per le produzioni audiovisive.
Kristian Franzil (PRC) ritiene che il numero degli emendamenti in
effetti superi quello degli articoli, come denunciato dal
relatore di minoranza, Camber, ma si tratta di interventi tecnici
che non stravolgono l'impianto. Soddisfazione anche da parte sua
per l'operato della Commissione regionale per il cinema, per i
progetti che si vogliono indicare a Film Commission, per i corsi
universitari sulla materia, per la Cineteca del Friuli e la messa
in rete delle mediateche.
E' il momento di far uscire dalla clandestinità la materia, fonte
di risorse economiche e produzione di reddito - così Nevio
Alzetta (DS), che ritiene la legge un primo passo e auspica
maggiore attenzione a partire dalla prossima Finanziaria
regionale.
Giancarlo Tonutti (Margh) ritiene si faccia un atto di giustizia
a tutti gli operatori che hanno sostenuto il settore e che si
vada oltre l'aspetto culturale, prevedendo quello economico ma
anche turistico. Non si tratta di un sottoprodotto
dell'intrattenimento.
Gina Fasan (UDC) ha citato l'importanza delle Giornate del cinema
muto di Pordenone e l'indotto che ogni anno questo appuntamento
garantisce. Il suo voto finale sarà di sostegno alla legge.
L'assessore Roberto Antonaz ha parlato in termini di
coinvolgimento del Consiglio per tutta una serie di norme che la
Regione intende fare nel settore più ampio della cultura, ovvero
per le biblioteche, per gli spettacoli dal vivo, per i musei. La
proposta di oggi nasce oltre un anno fa, vagliata a lungo dalla
Regione e quindi condivisa. Essa, inoltre, dimostra una capacità
di conciliare le esigenze dei singoli territori senza rivalità.
(segue)