Roma: 30° terremoto, intervento Tesini (2)
(ACON) Roma, 09 ott - AB - "Il Friul al ringrazie e nol
dismentee" - "Il Friuli ringrazia e non dimentica".
E' con questa frase che il presidente del Consiglio regionale
Alessandro Tesini ha aperto la cerimonia che si è svolta al
Senato, a palazzo Giustiniani, per il 30° anniversario del
terremoto in Friuli con la quale il Friuli Venezia Giulia ha
voluto ringraziare le massime autorità dello Stato per l'impegno
dedicato all'opera di ricostruzione che seguì il sisma del 1976.
Frase che comparve ai tempi dell'emergenza su molti muri delle
case sventrate e divenne, negli anni successivi, il motto dei
diversi anniversari dedicati al tremendo evento che tanti lutti e
rovine ha provocato.
In quella frase, ha aggiunto Tesini, è compendiato un sentimento
di gratitudine profondamente radicato nell'anima dei friulani: un
popolo tenace e laborioso, forse un po' schivo, ma fiero della
propria cultura e della propria storia. Di questo sentimento
vorrei oggi farmi interprete presso le alte cariche e
rappresentanze dello Stato che, nei diversi ruoli ricoperti nel
periodo dell'emergenza e in quello più lungo della ricostruzione
e dello sviluppo, aiutarono concretamente il Friuli a rinascere.
Riconosciamo oggi allo Stato l'atto di fiducia verso la nostra
Regione, alla quale delegò gli interventi sostenuti dal flusso
regolare dei finanziamenti che hanno consentito di portare a
termine la ricostruzione in un tempo contenuto e in modo
eticamente corretto. Rivolgendomi allo Stato, così ancora Tesini,
penso alle sue più alte cariche: dal presidente della Repubblica,
che rappresenta l'unità nazionale, al Parlamento, al Governo, ai
singoli ministri e sottosegretari che hanno saputo fornire gli
strumenti legislativi, amministrativi e finanziari necessari alla
ricostruzione e allo sviluppo non solo delle zone terremotate ma
dell'intera Regione, che allora registrava ancora forte
arretratezza. Un pensiero riconoscente va anche ai parlamentari
regionali del tempo per il costante collegamento che hanno saputo
tenere tra la Regione e il Governo nazionale e per aver dato il
loro apporto decisivo nei lavori parlamentari relativi ai primi
urgenti provvedimenti normativi a favore delle popolazioni
terremotate.
Tesini ha quindi voluto ricordare che alla buona riuscita della
ricostruzione contribuì la presenza costante, pronta e ampia
dello Stato, assieme naturalmente ad altri fattori costitutivi
della dimensione locale e delle genti del Friuli. Tutto ciò
assieme alla presenza capillare di insediamenti dell'esercito,
immediatamente mobilitati per i primi soccorsi. E come non
pensare allora al commissario del Governo, on. Giuseppe
Zamberletti (anch'egli presente alla cerimonia) che seppe usare i
poteri straordinari che gli erano stati conferiti dal Governo con
rapidità ed efficacia.
Resto convinto, ha sottolineato Tesini, che la simpatia e la
solidarietà che hanno subito circondato i friulani da ogni parte,
sia dall'Italia che dall'estero, indusse in qualche modo il
Governo a concedere quanto richiesto da un popolo del quale ci si
poteva fidare, perché formato da cittadini "salts onests
lavoradors", "saldi onesti lavoratori", come recita l'antico
motto.
Il presidente del Consiglio allora in carica, Aldo Moro -
sollecitato dalla Regione - chiese ai suoi esponenti se se la
sentivano di assumersi in prima persona la responsabilità della
ricostruzione. Il presidente Comelli acconsentì (forse più
istintivamente che in modo ragionato e comunque con grande
trepidazione). La scelta, ha ricordato Tesini, fu quella di
affidare alla Regione e, tramite questa, agli Enti locali, il
compito della ricostruzione. Fu una sfida ad alto rischio, ma la
scelta di decentrare l'intero processo si rivelò vincente perché
favorì un'intensa partecipazione e accrebbe il senso di
responsabilità delle istituzioni e dei cittadini.
(segue)