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Roma: 30° terremoto, intervento Tesini (2)

09.10.2006
18:00
(ACON) Roma, 09 ott - AB - "Il Friul al ringrazie e nol dismentee" - "Il Friuli ringrazia e non dimentica".

E' con questa frase che il presidente del Consiglio regionale Alessandro Tesini ha aperto la cerimonia che si è svolta al Senato, a palazzo Giustiniani, per il 30° anniversario del terremoto in Friuli con la quale il Friuli Venezia Giulia ha voluto ringraziare le massime autorità dello Stato per l'impegno dedicato all'opera di ricostruzione che seguì il sisma del 1976.

Frase che comparve ai tempi dell'emergenza su molti muri delle case sventrate e divenne, negli anni successivi, il motto dei diversi anniversari dedicati al tremendo evento che tanti lutti e rovine ha provocato.

In quella frase, ha aggiunto Tesini, è compendiato un sentimento di gratitudine profondamente radicato nell'anima dei friulani: un popolo tenace e laborioso, forse un po' schivo, ma fiero della propria cultura e della propria storia. Di questo sentimento vorrei oggi farmi interprete presso le alte cariche e rappresentanze dello Stato che, nei diversi ruoli ricoperti nel periodo dell'emergenza e in quello più lungo della ricostruzione e dello sviluppo, aiutarono concretamente il Friuli a rinascere.

Riconosciamo oggi allo Stato l'atto di fiducia verso la nostra Regione, alla quale delegò gli interventi sostenuti dal flusso regolare dei finanziamenti che hanno consentito di portare a termine la ricostruzione in un tempo contenuto e in modo eticamente corretto. Rivolgendomi allo Stato, così ancora Tesini, penso alle sue più alte cariche: dal presidente della Repubblica, che rappresenta l'unità nazionale, al Parlamento, al Governo, ai singoli ministri e sottosegretari che hanno saputo fornire gli strumenti legislativi, amministrativi e finanziari necessari alla ricostruzione e allo sviluppo non solo delle zone terremotate ma dell'intera Regione, che allora registrava ancora forte arretratezza. Un pensiero riconoscente va anche ai parlamentari regionali del tempo per il costante collegamento che hanno saputo tenere tra la Regione e il Governo nazionale e per aver dato il loro apporto decisivo nei lavori parlamentari relativi ai primi urgenti provvedimenti normativi a favore delle popolazioni terremotate.

Tesini ha quindi voluto ricordare che alla buona riuscita della ricostruzione contribuì la presenza costante, pronta e ampia dello Stato, assieme naturalmente ad altri fattori costitutivi della dimensione locale e delle genti del Friuli. Tutto ciò assieme alla presenza capillare di insediamenti dell'esercito, immediatamente mobilitati per i primi soccorsi. E come non pensare allora al commissario del Governo, on. Giuseppe Zamberletti (anch'egli presente alla cerimonia) che seppe usare i poteri straordinari che gli erano stati conferiti dal Governo con rapidità ed efficacia.

Resto convinto, ha sottolineato Tesini, che la simpatia e la solidarietà che hanno subito circondato i friulani da ogni parte, sia dall'Italia che dall'estero, indusse in qualche modo il Governo a concedere quanto richiesto da un popolo del quale ci si poteva fidare, perché formato da cittadini "salts onests lavoradors", "saldi onesti lavoratori", come recita l'antico motto.

Il presidente del Consiglio allora in carica, Aldo Moro - sollecitato dalla Regione - chiese ai suoi esponenti se se la sentivano di assumersi in prima persona la responsabilità della ricostruzione. Il presidente Comelli acconsentì (forse più istintivamente che in modo ragionato e comunque con grande trepidazione). La scelta, ha ricordato Tesini, fu quella di affidare alla Regione e, tramite questa, agli Enti locali, il compito della ricostruzione. Fu una sfida ad alto rischio, ma la scelta di decentrare l'intero processo si rivelò vincente perché favorì un'intensa partecipazione e accrebbe il senso di responsabilità delle istituzioni e dei cittadini.

(segue)