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Roma: 30° terremoto, intervento Tesini (3)

09.10.2006
18:01
(ACON) Roma, 09 ott - AB - Intorno ai principi della sussidiarietà e del federalismo ante litteram accolti nel primo provvedimento urgente varato dal Parlamento, si sono poi sviluppate tutte le leggi nazionali e regionali che accompagnarono la ricostruzione e lo sviluppo delle zone terremotate e dell'intera regione. La ricostruzione è stata anche un fatto di coesione istituzionale, che ha visto le forze politiche del tempo confrontarsi sui provvedimenti senza mai arroccarsi su posizioni inconciliabili ma, al contrario, ricercando sempre la sintesi più efficace.

Ma la ricostruzione è stata anche un fatto di partecipazione popolare senza precedenti sin dai suoi primissimi momenti. A quel tempo nacquero numerosi strumenti spontanei di partecipazione, come i comitati di tendopoli e i vari coordinamenti, grazie anche alla costante azione di stimolo e di incoraggiamento della Chiesa. L'assunzione di responsabilità dei friulani, ha sottolineato Tesini, si esprime nelle parole più famose, ma nello stesso tempo anche più fraintese,di tutta la vicenda della ricostruzione: "fasin di bessoi". Alcuni hanno creduto di vedervi una chiusura autarchica dei friulani al mondo esterno; altri una tragica illusione di poter fare da soli senza l'aiuto della solidarietà nazionale e internazionale; altri ancora lo slogan di una vera e propria contestazione delle istituzioni dalle quali si pretendeva l'impossibile passaggio "dalle tende alle case", saltando a piè pari il ricovero temporaneo nei prefabbricati. Si trattava, al contrario, di una forte presa di coscienza che la ricostruzione era prima di tutto un problema dei friulani, che dovevano farsi carico in prima persona delle loro sorti, anche per indirizzare le scelte della ricostruzione.

A distanza di trent'anni dall'evento, la rilettura dell'esperienza della ricostruzione permette una significativa sottolineatura.

Il "modello Friuli", basato sul principio della leale collaborazione fra Stato, Regioni e Comuni e improntato a uno stile partecipativo che vede il coinvolgimento delle popolazioni interessate per obiettivi condivisi, costituisce una preziosa eredità che, pur con i necessari adattamenti, può essere tenuta presente anche in altri contesti: per affrontare non solo nuove e non auspicabili calamità, ma anche per gestire in via ordinaria la manutenzione dei territori e la realizzazione di grandi opere infrastrutturali ove è necessario agire con il consenso delle popolazioni interessate.

Le medaglie che consegniamo oggi, ha concluso Tesini, vogliono essere il segno più profondo della gratitudine delle popolazioni del Friuli e dell'intera Regione verso le istituzioni dello Stato che, nei rispettivi ruoli, nella fase dell'emergenza e poi fino al compimento della ricostruzione si sono distinte per il grande impegno e l'attenzione attribuiti al Friuli.

Il Friuli ringrazia e non dimentica: è questa la cifra riassuntiva dello "stile" tutto friulano che consegno alla cronaca di questo giorno. Un grazie che dopo trent'anni è ancora nel cuore di tutto il popolo friulano e della Regione che lo rappresenta.

(segue)