Roma: 30° terremoto, intervento Tesini (3)
(ACON) Roma, 09 ott - AB - Intorno ai principi della
sussidiarietà e del federalismo ante litteram accolti nel primo
provvedimento urgente varato dal Parlamento, si sono poi
sviluppate tutte le leggi nazionali e regionali che
accompagnarono la ricostruzione e lo sviluppo delle zone
terremotate e dell'intera regione. La ricostruzione è stata anche
un fatto di coesione istituzionale, che ha visto le forze
politiche del tempo confrontarsi sui provvedimenti senza mai
arroccarsi su posizioni inconciliabili ma, al contrario,
ricercando sempre la sintesi più efficace.
Ma la ricostruzione è stata anche un fatto di partecipazione
popolare senza precedenti sin dai suoi primissimi momenti. A quel
tempo nacquero numerosi strumenti spontanei di partecipazione,
come i comitati di tendopoli e i vari coordinamenti, grazie anche
alla costante azione di stimolo e di incoraggiamento della
Chiesa. L'assunzione di responsabilità dei friulani, ha
sottolineato Tesini, si esprime nelle parole più famose, ma nello
stesso tempo anche più fraintese,di tutta la vicenda della
ricostruzione: "fasin di bessoi". Alcuni hanno creduto di vedervi
una chiusura autarchica dei friulani al mondo esterno; altri una
tragica illusione di poter fare da soli senza l'aiuto della
solidarietà nazionale e internazionale; altri ancora lo slogan di
una vera e propria contestazione delle istituzioni dalle quali si
pretendeva l'impossibile passaggio "dalle tende alle case",
saltando a piè pari il ricovero temporaneo nei prefabbricati. Si
trattava, al contrario, di una forte presa di coscienza che la
ricostruzione era prima di tutto un problema dei friulani, che
dovevano farsi carico in prima persona delle loro sorti, anche
per indirizzare le scelte della ricostruzione.
A distanza di trent'anni dall'evento, la rilettura
dell'esperienza della ricostruzione permette una significativa
sottolineatura.
Il "modello Friuli", basato sul principio della leale
collaborazione fra Stato, Regioni e Comuni e improntato a uno
stile partecipativo che vede il coinvolgimento delle popolazioni
interessate per obiettivi condivisi, costituisce una preziosa
eredità che, pur con i necessari adattamenti, può essere tenuta
presente anche in altri contesti: per affrontare non solo nuove e
non auspicabili calamità, ma anche per gestire in via ordinaria
la manutenzione dei territori e la realizzazione di grandi opere
infrastrutturali ove è necessario agire con il consenso delle
popolazioni interessate.
Le medaglie che consegniamo oggi, ha concluso Tesini, vogliono
essere il segno più profondo della gratitudine delle popolazioni
del Friuli e dell'intera Regione verso le istituzioni dello Stato
che, nei rispettivi ruoli, nella fase dell'emergenza e poi fino
al compimento della ricostruzione si sono distinte per il grande
impegno e l'attenzione attribuiti al Friuli.
Il Friuli ringrazia e non dimentica: è questa la cifra
riassuntiva dello "stile" tutto friulano che consegno alla
cronaca di questo giorno. Un grazie che dopo trent'anni è ancora
nel cuore di tutto il popolo friulano e della Regione che lo
rappresenta.
(segue)