Roma: 30° terremoto, intervento Illy (4)
(ACON) Roma, 09 ott - AB - Il terremoto fu un'immane tragedia e
purtroppo sono i numeri a dirlo: mille morti, centomila
senzatetto, migliaia di immobili distrutti. Da quell'esperienza,
ha ricordato il presidente della Regione Riccardo Illy, il Friuli
Venezia Giulia e l'intero Paese devono trarre importanti
insegnamenti.
Innanzitutto la ricostruzione diede il via al sistema della
protezione civile, ma fu anche determinante nel creare un modello
di prevenzione delle calamità naturali e nell'adozione di
tecniche di costruzione che poi sono state seguite in moltissime
occasioni, grazie alle quali il Friuli fu ricostruito dov'era e
com'era. Importante fu poi la dimostrazione di collaborazione tra
lo Stato e la Chiesa, ma nacque anche una nuova attenzione per il
patrimonio storico e culturale. Vincente fu la scelta delle
priorità, dove si decise di iniziare la ricostruzione dalle
fabbriche e dalle case.
Ma il dopo terremoto ha significato anche infrastrutture,
sviluppo, con l'Università di Udine che seppe gestire una grande
fase evolutiva, e una scelta coraggiosa e vincente come quella
del federalismo, grazie alla quale furono dati ampi poteri ai
sindaci prima per il soccorso e poi per le opere di
ricostruzione.
Dopo aver ricordato che proprio i sindaci sono stati premiati lo
scorso maggio a Gemona, a trent'anni esatti dal sisma e nel luogo
che ne fu il simbolo, Illy ha sostenuto che nulla di tutto ciò
sarebbe però potuto accadere così se non ci fosse stato il
fondamentale ruolo dello Stato italiano, che mise a disposizione
risorse finanziarie, umane e organizzative.
Se oggi siamo qui al Senato, ha infine detto Illy, è perché
riteniamo giusto che le celebrazioni si concludano con il
coinvolgimento delle cariche dello Stato, alle quali va la
gratitudine del Friuli e di tutta la regione Friuli Venezia
Giulia.
(segue)