III Comm: presentato Piano sanitario regionale 2006-2008
(ACON) Trieste, 10 ott - RC - Il Piano sanitario e
sociosanitario regionale del triennio 2006-2008 che abbiamo
preparato è uno strumento di integrazione a cui sottendono molti
altri atti (Piano della riabilitazione, della prevenzione, del
sangue, progetto materno-infantile, per le dipendenze, per gli
anziani, per la disabilità, riordino degli Istituti di ricerca
IRCCS), è il frutto di un'amplissima concertazione non di forma e
di sperimentazioni già avviate, si basa su una spesa finanziaria
sostenibile che però non dipende da fattori esclusivamente
regionali (proponimento della Regione è stare sotto il tasso
medio nazionale di spesa).
A parlare in questi termini è stato l'assessore alla Salute, Ezio
Beltrame, alla III Commissione consiliare presieduta da Nevio
Alzetta (DS) e che venerdì 20 ottobre esprimerà un parere in
merito.
Andiamo a colmare un vuoto - ha spiegato ancora il titolare della
sanità regionale - in quanto l'ultimo Piano a medio termine
valeva per il triennio 2000-2002, inoltre il nuovo è coordinato
con il Piano degli interventi e dei servizi sociali che stiamo
redigendo in questi giorni, ha già ottenuto l'approvazione della
Conferenza permanente per la programmazione socio-sanitaria, del
ministero della Salute e delle Università. Dopo il parere della
III Commissione, dovrà essere approvato dalla Giunta regionale. A
chi accusa chiusure va detto che l'unica chiusura che abbiamo
fatto è quella di posti letto inutilizzati.
Entrando, poi, più in dettaglio, si è appreso che i principali
contenuti del Piano sono il potenziamento della prevenzione,
della sanità pubblica territoriale e delle cure intermedie
conferendo centralità al Distretto, nonché la riorganizzazione
della rete ospedaliera per funzioni e per area vasta.
Nel triennio si prevedono più prevenzione e promozione della
salute (vaccinazioni, screening oncologici, campagne
informative); più soddisfazione per utenti e operatori
(valutazione e formazione del personale, calo dei tempi di
attesa, erogazione diretta dei farmaci); più assistenza
territoriale con un maggior ruolo del Distretto e assistenza per
obiettivi prioritari; programmazione con tre aree vaste
(giuliano-isontina, udinese, pordenonese) e tre Aziende sanitarie
coordinatrici (ASS 1, 4 e 6); individuazione di tre poli
ospedalieri (Trieste, Udine e Pordenone) integrati tra loro così
come integrazione tra Burlo Garofolo e Azienda ospedali uniti di
Trieste, CRO di Aviano e Azienda ospedaliera di Pordenone (gli
IRCCS fanno parte dell'area vasta); mantenimento delle attuali
funzioni per acuti a Cividale, Gemona, Maniago e Sacile con un
progetto specifico.
Quanto alle risorse, si prevede un sistema di finanziamento
differenziato per il territorio (che avrà un tasso di crescita
del 7,2%) e gli ospedali (tasso di crescita del 3,1%), per un
totale di crescita prevista del sistema generale del 4%; il
Centro servizi condivisi dovrà conseguire a regime un risparmio
di costi (beni, servizi e personale) di 60 milioni di euro; non
si ritiene ci saranno incrementi per il rinnovo dei contratti di
lavori e della farmaceutica superiori al 3% annuo. Il
riequilibrio territoriale c'è stato con il riparto delle risorse,
Udine e Pordenone hanno ricevuto di più perché avevano bisogno di
più fondi, si deve smettere di ragionare per campanilismi.
Infine, l'assessore non ha mancato di evidenziare le maggiori
criticità registrate presso gli ospedali: rigidità su come
organizzarsi con conseguenti duplicazioni; scarsa integrazione
dei processi di accesso e di dismissione; sovraffollamento
dell'area medica e necessità di sviluppare le post acuzie; ruolo
limitato di programmare per area vasta; costi elevati;
insoddisfazione del personale; livelli di performance, inclusi i
tempi di attesa, da migliorare. Non ci sarà alcuna chiusura di
ospedali, per quelli piccoli è previsto un progetto di
potenziamento, nessuno perderà funzioni.
(immagini alle tv)