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FI: Camber su ricerca malattie rare

13.10.2006
20:07
(ACON) Trieste, 13 ott - COM/MPB - "La decisione dell'amministrazione regionale di trasferire dal Burlo di Trieste all'Azienda ospedaliero-sanitaria di Udine il centro della ricerca per le malattie rare è un'azione a dir poco scellerata, oltre che antieconomica. Ma soprattutto è in totale contraddizione col piano materno-infantile!".

Una bocciatura senza appelli quella del consigliere di Forza Italia, Piero Camber, a seguito della scelta fatta dalla Giunta Illy di stanziare 750mila euro al capoluogo friulano, soldi finalizzati ad un tipo di ricerca sulla quale i medici del nosocomio infantile triestino hanno già raggiunto in questi anni un elevato tasso di specializzazione.

"Le malattie rare - spiega Camber - hanno una natura prettamente ereditaria e quindi colpiscono soprattutto i bambini. Per questo i ricercatori del Burlo sono in una fase avanzata di studio, tanto da aver codificato e registrato un'importante serie di patologie, cosa che invece a Udine dovrebbero cominciare praticamente da zero, gettando al vento così ricerche ed investimenti fatti a Trieste con il raggiungimento, tra l'altro, di importantissimi risultati scientifici". "Perché Illy - si chiede il consigliere forzista - e il suo assessore Beltrame vogliono spendere i soldi dei contribuenti per creare nuove strutture, quando c'è già una realtà che ha dimostrato di saper operare in maniera ottimale? Perché non si tiene conto della saluta dei cittadini che, per campanilismi di retroguardia, si troverebbero da soli di fronte alla loro malattia? Che ci sia, sotto sotto - sospetta Camber -, da parte della Regione l'obiettivo di ridimensionale il Burlo, fino a ridurlo ad un normale centro ospedaliero di rete?"

"In tal caso - conclude Camber - sarebbe grave che proprio un presidente della Regione triestino si renda protagonista della soppressione delle specializzazioni e della ricerca negli ospedali della nostra città, dal momento che, allo stato attuale, a parte la cardiochirurgia e la neurochirurgia, Trieste si troverebbe ad avere le funzioni di una struttura secondaria e non più di rilievo nazionale".