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Federalismo fiscale: Tesini con Commissioni Camera e Senato

14.10.2006
14:52
(ACON) Trieste, 14 ott - MPB - "Il federalismo fiscale è il vero banco di prova dell'intera riforma, poiché il disegno che ha portato al nuovo Titolo V si sostiene sul progetto ambizioso e chiaro di responsabilizzare le istituzioni regionali e locali nelle politiche di sviluppo e di crescita del Paese. Il che significa che le Regioni e gli Enti locali non vanno considerati dei centri di spesa ma attori dello sviluppo, anche perché le politiche di ridistribuzione sono efficaci solo se c'è ricchezza da ridistribuire, altrimenti sono velleitarie".

E' quanto ha sostenuto il presidente del Consiglio regionale Alessandro Tesini negli incontri avuti - venerdì 13 e sabato 14 ottobre a Roma, nella sala della Regina della Camera dei deputati - in veste di Coordinatore della Conferenza dei presidenti delle Assemblee regionali e delle Province autonome, con le Commissioni affari costituzionali di Camera e Senato, presiedute rispettivamente da Luciano Violante ed Enzo Bianco, sui temi del federalismo fiscale, appunto, e del sistema di riparto di competenze tra Stato, Regioni e Autonomie locali (art.117 della Costituzione).

Incontri ai quali, oltre ai rappresentati delle Regioni, c'erano esponenti degli Enti locali, delle imprese, dei sindacati e di altri enti associativi.

Una posizione, quella sul federalismo, ripresa da molti parlamentari presenti e sulla quale Tesini ha insistito affermando che "non si può affrontare il federalismo fiscale come un espediente per adattarsi al declino, bensì come una opportunità per la crescita" e rispondendo, così, al vicepresidente di Confindustria che metteva in guardia sul rischio - peraltro condiviso dallo stesso Tesini - che il federalismo fiscale possa configurarsi come un lusso che non ci si può permettere.

"Per questo - ha detto Tesini - bisogna partire subito, consapevoli che c'è un prezzo da pagare: la semplificazione e una classe politica e amministrativa di maggiori spessore e qualità". "Sui temi in esame la Conferenza ha presentato alle Commissioni parlamentari un dossier indicando un percorso che costituisce - ha spiegato Tesini - un minimo comune denominatore pur restando ferme le specificità e le problematicità delle singole parti del sistema regionale, perché si è di fronte a un sistema a geometria variabile, che si identifica in alcuni macroaspetti delle questioni ma che necessita di attenzioni individuali".

E se la riforma del Titolo V è ancora per larga parte inattuata, le modifiche da introdurre dovrebbero essere molto limitate; quanto alle competenze, il vero problema non è aggiungere o togliere materie dall'elenco delle competenze esclusive dello Stato, del tutto inutile se non si accompagnano misure idonee; e la competenza concorrente è positiva se si rafforzano i luoghi della collaborazione tra i livelli istituzionali. Si potrebbe pensare per lo Stato materie come grandi reti di trasporto e di navigazione e produzione e distribuzione di energia elettrica, lasciando alle Regioni la competenza concorrente sulle stesse materie nella dimensione locale.

Infine Tesini, a nome di tutte le Regioni speciali, ha chiesto una corsia preferenziale per l'esame degli Statuti di queste regioni, richiesta per la quale Violante e Bianco hanno ribadito l'impegno positivo già assunto.