Federalismo fiscale: Tesini con Commissioni Camera e Senato
(ACON) Trieste, 14 ott - MPB - "Il federalismo fiscale è il
vero banco di prova dell'intera riforma, poiché il disegno che ha
portato al nuovo Titolo V si sostiene sul progetto ambizioso e
chiaro di responsabilizzare le istituzioni regionali e locali
nelle politiche di sviluppo e di crescita del Paese. Il che
significa che le Regioni e gli Enti locali non vanno considerati
dei centri di spesa ma attori dello sviluppo, anche perché le
politiche di ridistribuzione sono efficaci solo se c'è ricchezza
da ridistribuire, altrimenti sono velleitarie".
E' quanto ha sostenuto il presidente del Consiglio regionale
Alessandro Tesini negli incontri avuti - venerdì 13 e sabato 14
ottobre a Roma, nella sala della Regina della Camera dei deputati
- in veste di Coordinatore della Conferenza dei presidenti delle
Assemblee regionali e delle Province autonome, con le Commissioni
affari costituzionali di Camera e Senato, presiedute
rispettivamente da Luciano Violante ed Enzo Bianco, sui temi del
federalismo fiscale, appunto, e del sistema di riparto di
competenze tra Stato, Regioni e Autonomie locali (art.117 della
Costituzione).
Incontri ai quali, oltre ai rappresentati delle Regioni, c'erano
esponenti degli Enti locali, delle imprese, dei sindacati e di
altri enti associativi.
Una posizione, quella sul federalismo, ripresa da molti
parlamentari presenti e sulla quale Tesini ha insistito
affermando che "non si può affrontare il federalismo fiscale come
un espediente per adattarsi al declino, bensì come una
opportunità per la crescita" e rispondendo, così, al
vicepresidente di Confindustria che metteva in guardia sul
rischio - peraltro condiviso dallo stesso Tesini - che il
federalismo fiscale possa configurarsi come un lusso che non ci
si può permettere.
"Per questo - ha detto Tesini - bisogna partire subito,
consapevoli che c'è un prezzo da pagare: la semplificazione e una
classe politica e amministrativa di maggiori spessore e qualità".
"Sui temi in esame la Conferenza ha presentato alle Commissioni
parlamentari un dossier indicando un percorso che costituisce -
ha spiegato Tesini - un minimo comune denominatore pur restando
ferme le specificità e le problematicità delle singole parti del
sistema regionale, perché si è di fronte a un sistema a geometria
variabile, che si identifica in alcuni macroaspetti delle
questioni ma che necessita di attenzioni individuali".
E se la riforma del Titolo V è ancora per larga parte inattuata,
le modifiche da introdurre dovrebbero essere molto limitate;
quanto alle competenze, il vero problema non è aggiungere o
togliere materie dall'elenco delle competenze esclusive dello
Stato, del tutto inutile se non si accompagnano misure idonee; e
la competenza concorrente è positiva se si rafforzano i luoghi
della collaborazione tra i livelli istituzionali. Si potrebbe
pensare per lo Stato materie come grandi reti di trasporto e di
navigazione e produzione e distribuzione di energia elettrica,
lasciando alle Regioni la competenza concorrente sulle stesse
materie nella dimensione locale.
Infine Tesini, a nome di tutte le Regioni speciali, ha chiesto
una corsia preferenziale per l'esame degli Statuti di queste
regioni, richiesta per la quale Violante e Bianco hanno ribadito
l'impegno positivo già assunto.