Verdi: Metz su reddito di base per la cittadinanza
(ACON) Trieste, 19 ott - COM/MPB - "Sono sempre più stupito
leggendo i vari interventi che si susseguono sulla stampa in
merito al reddito di base per la cittadinanza. Sembra proprio che
la distanza tra i politici e la realtà dei cittadini si faccia di
giorno in giorno incolmabile. Io ascolto persone che fino a due
anni fa vivevano con redditi garantiti e sufficienti che, in modo
veramente drammatico, esprimono tali livelli di difficoltà per il
presente e tali paure per il futuro, da meritare un trattamento
decisamente più serio e consapevole".
E' quanto scrive in una nota sul reddito di base per la
cittadinanza il consigliere regionale dei Verdi, Alessandro Metz,
che aggiunge: "Il problema non è se nei regolamenti attuativi
vincerà questa o quella linea, non è se i milioni da trovare sono
11 o 22, il problema è rendersi conto che la precarietà che oggi
si vive è uscita dai confini tradizionali della disoccupazione,
dei problemi degli anziani, della povertà, dei disagi sociali e
fisici di varia natura, e allora la posta di bilancio sarà
conseguente. Oggi la precarietà è un fatto strutturale alla vita
normale della maggioranza degli individui e che il futuro
riserverà una endemicità di questo che oramai sta diventando un
vero e proprio stile coatto di vita".
"Va capito - prosegue Metz - che, oggi, l'esclusione sociale, non
è un fenomeno riferito a devianze comportamentali, ma è
costrizione basata sulla impossibilità di portare avanti una vita
organizzata come fino a pochissimo tempo fa si considerava una
vita normale, fatta di impegni finanziari coerenti a spese ovvie,
ma che non sono più sostenibili".
"Purtroppo il rischio di parlare per sentito dire, quando si
affrontano queste problematiche, è sempre in agguato, e allora
parto da un punto fermo, la legge regionale 6 del 31/03/2006 che
all'articolo 59 recita così: 1) Al fine di prevenire e
contrastare fenomeni di povertà ed esclusione sociale, la
Regione, nell'ambito del coordinamento delle politiche per la
cittadinanza sociale di cui all'articolo 3, promuove interventi
integrati volti a perseguire, in modo coordinato e armonico,
l'autonomia economica e l'inclusione sociale delle persone di cui
all'articolo 4, comma 1. 2) Gli interventi di cui al comma 1
consistono in servizi e prestazioni, nonché in interventi
monetari, di seguito denominati reddito di base per la
cittadinanza. I servizi e le prestazioni sono predisposti dal
Servizio sociale dei Comuni nell'ambito di progetti
personalizzati, coordinati con il reddito di base per la
cittadinanza".
"Ricordo che la legge 6 del 2006 - insiste Metz - è la legge
"Sistema integrato di interventi e servizi per la promozione e la
tutela dei diritti di cittadinanza sociale", una legge che
partiva da lontano (L. 328/2000), ideata in una fase economica
profondamente diversa, e che rischia, anche se attuata con vigore
e determinazione, di calarsi, oggi, in una realtà sempre più
drammatica: troppe persone nella nostra regione non sono nelle
condizioni economiche per poter godere dei diritti di
cittadinanza e sempre più persone affollano quella fascia sociale
cosiddetta di marginalità e precarietà".
"Quindi parlavamo di protezione sociale, di tutela e opportunità
a tutti i cittadini della nostra regione di vedersi garantiti i
pieni diritti di cittadinanza, conclude il consigliere. Parlare
di queste persone come di oziosi nullafacenti, pronti a rifiutare
un'occupazione quando riusciranno a percepire un "ricco" introito
di poche centinaia di euro, mi sembra offensivo e umiliante nei
loro confronti".