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Verdi: Metz su reddito di base per la cittadinanza

19.10.2006
16:43
(ACON) Trieste, 19 ott - COM/MPB - "Sono sempre più stupito leggendo i vari interventi che si susseguono sulla stampa in merito al reddito di base per la cittadinanza. Sembra proprio che la distanza tra i politici e la realtà dei cittadini si faccia di giorno in giorno incolmabile. Io ascolto persone che fino a due anni fa vivevano con redditi garantiti e sufficienti che, in modo veramente drammatico, esprimono tali livelli di difficoltà per il presente e tali paure per il futuro, da meritare un trattamento decisamente più serio e consapevole".

E' quanto scrive in una nota sul reddito di base per la cittadinanza il consigliere regionale dei Verdi, Alessandro Metz, che aggiunge: "Il problema non è se nei regolamenti attuativi vincerà questa o quella linea, non è se i milioni da trovare sono 11 o 22, il problema è rendersi conto che la precarietà che oggi si vive è uscita dai confini tradizionali della disoccupazione, dei problemi degli anziani, della povertà, dei disagi sociali e fisici di varia natura, e allora la posta di bilancio sarà conseguente. Oggi la precarietà è un fatto strutturale alla vita normale della maggioranza degli individui e che il futuro riserverà una endemicità di questo che oramai sta diventando un vero e proprio stile coatto di vita".

"Va capito - prosegue Metz - che, oggi, l'esclusione sociale, non è un fenomeno riferito a devianze comportamentali, ma è costrizione basata sulla impossibilità di portare avanti una vita organizzata come fino a pochissimo tempo fa si considerava una vita normale, fatta di impegni finanziari coerenti a spese ovvie, ma che non sono più sostenibili".

"Purtroppo il rischio di parlare per sentito dire, quando si affrontano queste problematiche, è sempre in agguato, e allora parto da un punto fermo, la legge regionale 6 del 31/03/2006 che all'articolo 59 recita così: 1) Al fine di prevenire e contrastare fenomeni di povertà ed esclusione sociale, la Regione, nell'ambito del coordinamento delle politiche per la cittadinanza sociale di cui all'articolo 3, promuove interventi integrati volti a perseguire, in modo coordinato e armonico, l'autonomia economica e l'inclusione sociale delle persone di cui all'articolo 4, comma 1. 2) Gli interventi di cui al comma 1 consistono in servizi e prestazioni, nonché in interventi monetari, di seguito denominati reddito di base per la cittadinanza. I servizi e le prestazioni sono predisposti dal Servizio sociale dei Comuni nell'ambito di progetti personalizzati, coordinati con il reddito di base per la cittadinanza".

"Ricordo che la legge 6 del 2006 - insiste Metz - è la legge "Sistema integrato di interventi e servizi per la promozione e la tutela dei diritti di cittadinanza sociale", una legge che partiva da lontano (L. 328/2000), ideata in una fase economica profondamente diversa, e che rischia, anche se attuata con vigore e determinazione, di calarsi, oggi, in una realtà sempre più drammatica: troppe persone nella nostra regione non sono nelle condizioni economiche per poter godere dei diritti di cittadinanza e sempre più persone affollano quella fascia sociale cosiddetta di marginalità e precarietà".

"Quindi parlavamo di protezione sociale, di tutela e opportunità a tutti i cittadini della nostra regione di vedersi garantiti i pieni diritti di cittadinanza, conclude il consigliere. Parlare di queste persone come di oziosi nullafacenti, pronti a rifiutare un'occupazione quando riusciranno a percepire un "ricco" introito di poche centinaia di euro, mi sembra offensivo e umiliante nei loro confronti".