III Comm: sì al Piano socio-sanitario regionale (2)
(ACON) Trieste, 20 ott - RC - Bruna Zorzini (PDCI) ritiene
debbano essere fugati i timori di disequilibri territoriali. La
degenza da post acuzie deve essere sviluppata e così il Piano
della riabilitazione; la legge sanitaria regionale 13/1995 dovrà
essere rivista; ritocchi andranno fatti al Piano anche quanto al
ruolo dei privati, complementare e non sostitutivo al pubblico:
tutti questi punti sono trattati nella proposta di legge da lei
presentata con Pio De Angelis.
Il Piano quale risposta ai bisogni del cittadino, per Maria
Cristina Carloni (DS). Spesso, però, è vero che c'è bisogno di
una comunicazione migliore in merito a quanto il Sistema offre.
Il distretto sarà il cuore del territorio e garantirà le risposte
che i suoi cittadini si attendono. E il presidente Alzetta spera
non si concentri tutto il discorso solo sulle questioni
ospedaliere, altrettanto fondamentale è la continuità delle cure;
gli interventi sul territorio sono i più importanti. Non è vero
che il Piano enuncia molto, ma non fa scelte strutturali; la sua
gestazione è senza dubbio stata lunga, ma il risultato lo
giustifica.
Chi vive lontano da un ospedale - ha detto Mirko Spacapan (Margh)
- non è giusto sia curato peggio di chi vive in città; il PSSR
deve garantire standard di cura e di intervento, perciò le sue
criticità dovranno essere eliminate nel tempo, la III Commissione
dovrebbe vigilare in tal senso da qui al 2008. Il suo capogruppo,
Cristiano Degano, ha parlato dei servizi ospedalieri che devono
essere garantiti da Trieste e quali da Udine, e ha chiesto
specifiche puntuali per il Burlo Garofolo. Il collega Sergio
Lupieri ha affermato la pari dignità del territorio rispetto
all'ospedale, anche perché è quello che poi fornisce l'assistenza
più lunga, ed è quello che ha bisogno di un maggiore
coordinamento e pianificazione; è ai medici di famiglia che il
cittadino si rivolge per primo.
L'assessore Ezio Beltrame ha sostenuto la gestazione positiva del
Piano, che ha una strategia chiara, è legato ad altri atti
legislativi, offre più prevenzione, più ricerca e innovazione,
promuove la natalità e la complementarietà della rete
ospedaliera. Certo servono finanziamenti, ma è assicurato il
controllo della spesa. Dal Centro servizi condivisi si attendono
15 milioni di risparmio. Il 90% della crescita della spesa
farmaceutica è stato causato dalla mancanza di un Governo nei
primi mesi dell'anno e qualcuno dovrà rispondere politicamente di
questo. La creazione di un Fondo della non autosufficienza è un
interventi strutturale. Beltrame ha quindi dato risposte puntuali
alle domande altrettanto puntuali postegli dai consiglieri,
accogliendo diverse loro richieste.
(fine)