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III Comm: sì al Piano socio-sanitario regionale (2)

20.10.2006
14:31
(ACON) Trieste, 20 ott - RC - Bruna Zorzini (PDCI) ritiene debbano essere fugati i timori di disequilibri territoriali. La degenza da post acuzie deve essere sviluppata e così il Piano della riabilitazione; la legge sanitaria regionale 13/1995 dovrà essere rivista; ritocchi andranno fatti al Piano anche quanto al ruolo dei privati, complementare e non sostitutivo al pubblico: tutti questi punti sono trattati nella proposta di legge da lei presentata con Pio De Angelis.

Il Piano quale risposta ai bisogni del cittadino, per Maria Cristina Carloni (DS). Spesso, però, è vero che c'è bisogno di una comunicazione migliore in merito a quanto il Sistema offre. Il distretto sarà il cuore del territorio e garantirà le risposte che i suoi cittadini si attendono. E il presidente Alzetta spera non si concentri tutto il discorso solo sulle questioni ospedaliere, altrettanto fondamentale è la continuità delle cure; gli interventi sul territorio sono i più importanti. Non è vero che il Piano enuncia molto, ma non fa scelte strutturali; la sua gestazione è senza dubbio stata lunga, ma il risultato lo giustifica.

Chi vive lontano da un ospedale - ha detto Mirko Spacapan (Margh) - non è giusto sia curato peggio di chi vive in città; il PSSR deve garantire standard di cura e di intervento, perciò le sue criticità dovranno essere eliminate nel tempo, la III Commissione dovrebbe vigilare in tal senso da qui al 2008. Il suo capogruppo, Cristiano Degano, ha parlato dei servizi ospedalieri che devono essere garantiti da Trieste e quali da Udine, e ha chiesto specifiche puntuali per il Burlo Garofolo. Il collega Sergio Lupieri ha affermato la pari dignità del territorio rispetto all'ospedale, anche perché è quello che poi fornisce l'assistenza più lunga, ed è quello che ha bisogno di un maggiore coordinamento e pianificazione; è ai medici di famiglia che il cittadino si rivolge per primo.

L'assessore Ezio Beltrame ha sostenuto la gestazione positiva del Piano, che ha una strategia chiara, è legato ad altri atti legislativi, offre più prevenzione, più ricerca e innovazione, promuove la natalità e la complementarietà della rete ospedaliera. Certo servono finanziamenti, ma è assicurato il controllo della spesa. Dal Centro servizi condivisi si attendono 15 milioni di risparmio. Il 90% della crescita della spesa farmaceutica è stato causato dalla mancanza di un Governo nei primi mesi dell'anno e qualcuno dovrà rispondere politicamente di questo. La creazione di un Fondo della non autosufficienza è un interventi strutturale. Beltrame ha quindi dato risposte puntuali alle domande altrettanto puntuali postegli dai consiglieri, accogliendo diverse loro richieste.

(fine)