CR: ddl devoluzione, relatore minoranza Follegot (5)
(ACON) Trieste, 24 ott - MPB - Il ddl 199 giunge in Aula dopo
un veloce passaggio in V Commissione mentre - denuncia il
relatore di minoranza Fulvio Follegot (LN) - avrebbe meritato ben
più ampia discussione, ma la maggioranza non ha condiviso la
proposta dell'opposizione di rivedere il documento alla luce
della bocciatura del comparto unico da parte della Corte dei
Conti, secondo la quale questo provvedimento non porterebbe un
elemento utile a ritenere realizzato il tanto auspicato
decentramento, considerando anche l'osservazione formulata dalla
I Commissione circa la stretta connessione tra l'attuazione del
comparto unico del pubblico impiego regionale e il disegno di
legge in oggetto.
Il consigliere della Lega esprime un giudizio negativo su una
legge che, dice, è nata già vecchia e auspica un ravvedimento
operoso e la possibilità di trovare maggioranze qualificate per
leggi riguardanti l'architettura istituzionale.
La relazione diventa valutazione anche della situazione
complessiva: il no al comparto unico pronunciato dalla Corte dei
Conti costituisce una bocciatura delle politiche di Illy in
merito a devolution o federalismo, perché finora ciò che è stato
proposto è solo conferimento di funzioni di scarso rilievo
pratico e di nessuna valenza politica. Il comparto unico assume
sostanza solo se produce utili, ovvero riduce le spese di
gestione dell'apparato burocratico, con una mobilità dei
lavoratori e una flessibilità del lavoro al momento sconosciute e
può stare in piedi solo se viene supportato da un chiaro e
definito progetto politico che mantenga in capo alla Regione la
potestà legislativa, l'alta programmazione ed il controllo; tutto
il resto deve diventare compito di Comuni, Province e Comunità
Montane.
Se nel disegno di legge ci sono comunque una serie di competenze
che vengono girate agli Enti locali, senza che peraltro la
Regione perda il controllo gestionale, per quanto riguarda il
trasferimento di personale c'è ben poco. La Giunta non ha
provveduto finora ad alcuna proiezione, non è dato sapere quante
persone saranno trasferite alle Province e ai Comuni, né quante
sono tuttora impiegate in questa o quella posizione. E' poi una
pura dimostrazione di forza prevedere che le funzioni e i
procedimenti conferiti siano esercitati dagli Enti locali a
decorrere dal 1 gennaio 2007, perché è evidente che non potranno
essere pronti. Intanto la Regione conserva intatto il suo potere.
La catena del comando, anziché semplificata è stata complicata,
ha concluso Follegot sottolineando l'incapacità di rinnovarsi
delle istituzioni e di percorrere la strada già tracciata del
federalismo istituzionale e quello fiscale.
(segue)