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Pens: Ferone, risposta Beltrame su malattie infettive

24.10.2006
14:33
(ACON) Trieste, 24 ott - COM/AB - L'assessore alla Salute e Protezione sociale Ezio Beltrame ha risposto in Aula a un'interrogazione del consigliere regionale del Partito Pensionati, Luigi Ferone, che voleva sapere come si tutelano i cittadini del Friuli Venezia Giulia dalle malattie infettive che si credevano scomparse quali, ad esempio, la tubercolosi e la sifilide, nonché dalle nuove devastanti forme di malattie infettive.

Lo stesso Ferone rende nota la risposta dell'assessore.

"Le malattie infettive, soprattutto quelle ad alto impatto sociale, sono state significativamente contenute o quasi debellate per molteplici fattori favorevoli scientifici, farmacologici e clinici, grazie alle vaccinazioni e alla sorveglianza epidemiologica e al miglioramento delle condizioni socio-economiche di vita e di lavoro, dalla nutrizione, dall'acqua potabile, dalla salubrità delle abitazioni. Le nuove malattie infettive, come l'Aids e le epatiti, pur avendo un impatto inferiore nella nostra regione rispetto ad altre aree italiane ed europee, sono al centro dell'attenzione di molte iniziative informative ed educazionali. In questi anni, nella nostra regione non sono mai venuti meno i presidi territoriali di prevenzione, di diagnosi e di cura, anche perché è ben presente negli operatori il maggior rischio di contagio connesso all'incremento della mobilità internazionale".

Entrando nel dettaglio delle richieste del consigliere Ferone, Beltrame ha aggiunto:

"La Tbc oggi è una malattia che riguarda in parte gli anziani che hanno contratto la prima infezione durante gli anni in cui era molto diffusa, ma soprattutto è malattia degli immigrati, prevalentemente giovani-adulti, che generalmente hanno contratto l'infezione nei loro Paesi di origine. Considerando tutta la popolazione della Regione FVG l'incidenza della malattia è pari a 7 casi ogni 100.000 abitanti; l'incidenza è sensibilmente maggiore se consideriamo solo la popolazione con più di 65 anni, o la popolazione immigrata.

La diffusione della malattia tubercolare è in lenta ma costante diminuzione in FVG. Nel 1995 i casi segnalati erano 241. Nel 2000 siamo passati a 130 casi. Nel 2005 siamo arrivati a 77 casi.

Nonostante l'incremento degli immigrati, il numero dei casi di malattia tubercolare fra gli stessi immigrati non cresce in modo significativo (20-25 casi all'anno nell'ultimo quinquennio).

Per quanto attiene i nuovi casi di Hiv (mediamente 30-40 casi all'anno nell'ultimo quinquennio), è necessario mantenere costante l'attenzione e l'offerta di servizi di facile accesso, come i centri operanti in ogni provincia nell'ambito degli ambulatori di prevenzione, per eseguire in maniera rapida e riservata il test e il counseling prima e dopo il test e l'educazione sanitaria collegata.

Per quanto riguarda la sifilide siamo in presenza di dati insignificanti, ma anche in questo caso è necessario mantenere costante l'attenzione e l'offerta dei servizi.

Per limitare ulteriormente l'incidenza di queste malattie servono: facilità di accesso ai servizi e accoglienza degli utenti; capacità di relazionare e comunicare con il paziente; lavoro di rete, per risolvere i fattori di rischio sanitario e sociale.

Questo modello, applicato in particolare nel lavoro per la tutela e la promozione della salute dei migranti, vale per tutta la popolazione, anche per quella autoctona e anziana.

Il dipartimento di prevenzione dell'Azienda sanitaria Medio Friuli ha avviato dal 2000 un percorso volto a rendere formali e consolidati, all'interno della sanità pubblica regionale, rapporti di conoscenza-condivisione dei percorsi di salute dei migranti e delle buone pratiche venute costruendosi nel territorio, sia attraverso l'attivazione di processi di mediazione culturale e di formazione degli operatori sanitari/amministrativi, sia attraverso un lavoro di rete con gli enti locali e con le associazioni del volontariato, nella convinzione che questa sia l'unica strada per affrontare in maniera adeguata i problemi, non solo sanitari, degli immigrati.

Questo modello di intervento è stato riconosciuto nel recente convegno internazionale svoltosi alla Bocconi, dove è stato consegnato al dott. Guglielmo Pitzalis, dell'Ass n. 4, il premio di eccellenza per lo studio sulla tutela e la promozione della salute dei migranti in Friuli, nell'ottica del lavoro di rete e della medicina transculturale".