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CR: ddl devoluzione, dibattito generale (6)

24.10.2006
14:35
(ACON) Trieste, 24 ott - MPB - Ci preoccupa questo progetto di legge, perché ciò che si intende devolvere sono solo le briciole e i problemi con uno spezzettamento delle materie spesso contraddittorio. Non vorrei fosse la terza occasione mancata, dopo lo Statuto di autonomia e la legge 1 del 2006. Così Roberto Molinaro (UDC) aprendo il dibattito generale ed evidenziando questioni di interlocuzione e di contenuti. Sul piano dell'interlocuzione questa è la prima prova del Consiglio delle Autonomie, che in questa materia ha dimostrato la sua totale inadeguatezza; inoltre, i rapporti con i portatori di interessi sono stati condotti in modo discontinuo; sul piano dei contenuti, con c'è coerenza sul ruolo del Consiglio regionale, che viene solo informato di come viene fatta la devoluzione.

Bisogna capire dove questo ddl ci porta - ha affermato Maurizio Paselli (Citt) ricordando i capisaldi del percorso intrapreso: il riordino delle autonome locali, alle spalle; sul tavolo il comparto unico; di fronte la legge di bilancio. La devoluzione non può essere solo trasferimento di faldoni, va fatta per materie organiche e coerenti. Se questa Regione sarà un ente di pianificazione si spoglierà di competenze e organico - ha detto ancora Paselli ricordando che il processo delle Autonomie locali deve avere un approdo di sostanza con alleggerimento di leggi di settore specifiche, trasferimento si risorse da parte della Regione e sburocratizzazione a favore dei cittadini.

Per Patrizia Della Pietra (DS) questo ddl aggiunge un tassello al percorso riformatore di Intesa Democratica avviato con Statuto e legge 1 del 2006 che proseguirà con future norme. Gli effetti di queste scelte, nonostante le perplessità delle opposizioni, stanno prendendo corpo con processi di aggregazione e riassestamento strutturale. Criticando lo spostamento del dibattito da parte della minoranza sui rilievi della Corte dei Conti, ha sottolineato che si tratta di un processo di medio periodo, il cui costo non può esser valutato solo sui dipendenti trasferiti nell'immediato, e che il percorso andrà via via verificato e accompagnato. Secondo Daniele Galasso (FI) il ddl in parte trasferisce e in parte finge di farlo, spezzettando funzioni su più livelli, disperdendo professionalità e moltiplicando i centri di spesa. Ed elencando i livelli (Regione, Provincia, Comunità Montana, Unione di Comuni, Comune, Aste, Ato, Società di gestione dei servizi pubblici, ambito sociale, azienda sanitaria) ha sottolineato che in questa fase c'è soltanto la certezza che i costi possono solo aumentare e che con questo provvedimento di fatto si inserisce la quinta stella della Provincia della montagna, quando le materie sono trasferite alle Province e alle Comunità montane con una moltiplicazione degli uffici nei due enti.

(segue)