CR: ddl devoluzione, dibattito generale (7)
(ACON) Trieste, 24 ott - MPB - Per Alessandra Battellino
(IPR-MRE) il trasferimento di competenze potrà funzionare se i
comuni diventeranno più forti. E se la legge 1/2006 è un primo
passo i cui effetti sono ancora da verificare, la devoluzione non
può attuarsi solo in una legge, deve avere precise direttive,
risorse adeguate e personale sufficiente e competente. Stiamo
portando pian piano a compimento la legge sul decentramento, ma
parallelamente va sviluppato il controllo, per non lasciare il
cittadino disorientato di fronte a possibili inefficienze.
Il ddl lascia sconcertato Giorgio Venier Romano (UDC) per il
quale la devoluzione ha senso se si trasferiscono intere
competenze e risorse adeguate, altrimenti - dice - andiamo a
complicare la vita a cittadini, imprese e amministratori. Ecco
perché ho chiesto di rallentare il processo: credo che stiamo
confezionando un pessimo prodotto. C'è stata inoltre notevole
carenza di confronto, e le categorie economiche non sono state
sentite e i loro messaggi e istanze ignorati. Questa giunta è
ancora in tempo per fare un passo indietro e almeno stralciare le
parti economiche e riportarle in Commissione. Altrimenti sarà un
danno.
Deluso ma non sorpreso, si dichiara Luca Ciriani (AN)
sottolineando che il ddl è criticabile dal punto di vista
politico e tecnico, con trasferimenti deboli e confusi: ai Comuni
si devolve una somma di funzioni di scarso significato:
pensiline, api, funghi, un po' di problemi. La storia di questi
anni è di neocentralismo: la Regione dice di voler programmare e
legiferare, ma le sta molto a cuore la gestione. Rimane il
problema del comparto unico e dell'attuazione del decentramento:
se ritenete che questa legge valga, allora appena approvata si
vada alla sottoscrizione immediata del comparto unico, sennò è
una leggina per prendere tempo - conclude Ciriani ricordando la
velocità del percorso in Commissione, senza ascoltare gli
interessati.
Per Giancarlo Tonutti (Margh), che ha chiuso la discussione
generale, questa legge non è meravigliosa, è un po' limitata, ma
coerentemente va nella direzione di applicare quanto previsto. Ed
è l'occasione per dire alla Giunta di osare un po' di più: è vero
che non è facile trasferire competenze e organici - afferma
Tonutti - ma se a livello provinciale si trovano nuclei
organizzati di burocrazia questo va fatto. Non è difficile
trovare dei possibili esempi. Forse gli enti equiordinati non
sono pronti, ma ricordiamo che si diceva che presso ogni Comune
ci sarebbe stato uno sportello della Regione, per cui il
cittadino nel suo territorio può interloquire. Questo è solo un
passo.
(segue)