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Venezia: Tesini a 10° Conferenza plenaria CALRE (2)

30.10.2006
15:06
(ACON) Venezia, 30 ott - COM/AB - Molto interessante e vivace il secondo confronto introdotto dal presidente Alessandro Tesini alla decima Conferenza plenaria della CARLE di Venezia - quello sul federalismo fiscale - nel corso del quale, dopo una puntuale illustrazione tecnica dei diversi modelli a cura del professor Antonini, membro dell'Alta Commissione sul federalismo fiscale, c'è stato un utile scambio di vedute tra le principali esperienze a livello europeo.

Tesini ha esordito con l'affermazione che il federalismo non può essere sostenuto come un espediente per adattarsi al declino. Là dove esso è costitutivo dell'ordinamento e là - come nel nostro caso - invece è l'approdo di una lunga e complessa riforma, il federalismo è inteso, e così va perseguito, come la forma più trasparente e responsabilizzante per assicurare la crescita economica e il benessere dei cittadini secondo i principi di una avanzata coesione sociale.

In questa accezione, Regioni ed Enti locali non si possono pensare solo come centri di spesa, ma devono approdare con lungimiranza e capacità al ruolo di attori dello sviluppo, nella consapevolezza che la competizione globale si affida sicuramente a forti strategie unitarie dell'Europa e degli Stati, ma per l'attuazione a politiche e programmi locali.

Al riguardo, la qualità della legislazione regionale e quella delle funzioni amministrative devono affinarsi e migliorare rapidamente e sostanzialmente. Solo così è possibile rispondere con credibilità ai molti che, dopo gli entusiasmi degli scorsi anni, oggi denunciano il federalismo come "un lusso che non ci si può più permettere", sostenendo che il nostro sistema non sarebbe capace di devolvere ai livelli inferiori competenze e attribuzioni sopprimendo quelle precedenti, senza alimentare un circuito perverso di doppioni.

Il federalismo fiscale - ha detto Tesini - oggi priorità assoluta delle riforme nel nostro Paese, deve essere il propellente per alimentare il circuito virtuoso che porterà alla crescita in forza di una maggiore competitività e attrattività dei sistemi territoriali, dove economia, servizi, ambiente, istruzione, cultura e pubblica amministrazione perseguono assieme obiettivi di eccellenza.

Quanto agli strumenti, Tesini ha aggiunto che dopo i molti studi di questi anni è indispensabile passare alla fase operativa. È unanime - ha detto - la tesi secondo cui l'art. 119 del nuovo Titolo V - non toccato nemmeno dalla riforma rigettata dal referendum del 25 giugno 2006 - è chiaro ed esaustivo. In ragione di ciò, ogni livello istituzionale, purché adeguato - principio troppo spesso rimosso - e sulla base di un sistema finanziario coordinato per iniziativa dello Stato, al riguardo ancora da assumere, deve poter esercitare la propria competenza in ragione di tributi propri, risorse trasferite, compartecipazioni ed eventualmente attingendo al fondo perequativo.

Tesini ha concluso soffermandosi su due questioni.

La prima, che vede le Regioni speciali al momento dotate della maggiore competenza nel pronunciarsi sull'argomento, riguarda i limiti del sistema delle compartecipazioni, ovvero della finanza derivata, sempre esposte al rischio di mantenere spese certe a fronte di entrate incerte, essendo il modello fiscale competenza dello Stato.

La seconda riguarda la consapevolezza - che secondo Tesini non può sfuggire alle Regioni speciali - che la prossima discussione sul federalismo fiscale vedrà le Regioni ordinarie pretendere attribuzioni oggi riservate esclusivamente a quelle speciali. Discussione alla quale, ha chiosato, non si può andare sulla difensiva o indisponibili al confronto.

(foto in e-mail; immagini alle tv)

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