Avviato seminario per giornalisti e comunciatori su Europa
(ACON) Trieste, 30 ott - MPB - A che punto siamo con il
Trattato Costituzionale europeo? Quale rapporto tra la realtà
dell'Euro e la strategia di Lisbona?
Sono solo due dei temi che da questo pomeriggio, per due giorni,
vengono affrontati nell'Aula del Consiglio regionale, in un
seminario per imparare a "comunicare l'Europa" destinato a
giornalisti e comunicatori, organizzato dall'Associazione dei
consiglieri regionali del Friuli Venezia Giulia insieme con
Dialoghi Europei, con il patrocinio della presidenza del
Consiglio regionale e della rappresentanza in Italia della
Commissione europea, e realizzato in collaborazione con l'Ordine
dei Giornalisti, l'Associazione regionale della Stampa e il
Circolo della Stampa di Trieste.
Dei due momenti di approfondimento odierno, sviluppati alla
presenza del presidente della Regione Riccardo Illy, il primo è
stato coordinato da Antonio Martini, presidente della V
Commissione consiliare competente per i rapporti esterni e con
l'UE, il secondo da Sergio Dressi, presidente del Comitato per la
legislazione, la valutazione e il controllo.
I cittadini sentono distanti le istituzioni europee, la
conoscenza delle politiche europee è scarsa, ci sono problemi di
comunicazione - ha detto il presidente dell'Associazione
consiglieri Bruno Longo in apertura, ricordando le iniziative che
l'associazione sta portando avanti da tre anni con il Centro
studi economici e sociali di Dialoghi Europei, per una
sensibilizzazione dei giovani attraverso la scuola, con risultati
di grande significato se si considera che nell'anno scolastico
2005-2006 vi hanno partecipato oltre cento scuole.
Mentre siamo molto informati su personaggi e vicende della
politica italiana, dell'Europa si parla solo in casi clamorosi,
come per esempio la bocciatura del trattato da parte di Francia e
Olanda - ha fatto eco il presidente di Dialoghi europei Giorgio
Rossetti rivolgendo un appello a giornalisti e comunicatori a
farsi mediatori attivi e competenti di questa realtà.
Con l'Ue l'Europa ha fatto enormi progressi, ci ha regalato
cinquant'anni di pace, ci ha aiutato ad affermare un certo rigore
nei conti pubblici, ha detto Illy elencando i risultati
straordinari raggiunti nell'ultimo decennio, i grandi passi
compiuti, dall'unione monetaria all'allargamento a dieci nuovi
membri.
La costituzione europea è in stallo proprio ora che nuovi
allargamenti sono necessari per avere massa critica nel confronto
con i grandi competitori, che serve maggiore integrazione in
termini di mercati e di servizi (dal lavoro all'assistenza
sanitaria), in politica estera e nel campo della difesa - ha
commentato ancora Illy sottolineando la necessità di rilanciare
lo spirito europeo, facendo comprendere ai cittadini che, se sono
importanti gli stati membri con la loro lingua, le loro
tradizioni, i loro mercati, doppiamente importante è l'Ue per
elevare il livello di competitività del sistema Europa e la
conoscenza globale.
Bisognerà rimettere mano al trattato costituzionale - ha
avvertito Illy: occorre una Costituzione vera e propria che
contenga solo le regole fondamentali dell'Ue e che costituisca un
fattore di stimolo, per esempio indicando la strada verso una
confederazione di stati, affrontando il nodo difficile della
lingua comune. E poi gli allargamenti.
Fino a dove? Per Illy, ai paesi già membri del Consiglio
d'Europa: un confine non tanto geografico o storico, quanto
politico. Senza accantonare a priori l'opzione di comprendere la
Russia, per essere competitivi con Cina e India.
Comunicare resta centrale, anche se carenti sono gli strumenti a
disposizione a livello europeo: per Illy, che ha sottolineato
l'importanza di un impegno della scuola sul tema Europa, il no
al trattato è stato certamente per un deficit di comunicazione,
ed anche perché in esso c'era non troppa ma troppo poca Europa. E
di comunicazione l'Are (l'Associazione delle Regioni d'Europa)
parlerà prossimamente all'assemblea generale a Palma de Maiorca.
Ai lavori delle due tavole rotonde hanno partecipato i
parlamentari europei Vittorio Prodi e Roberto Musacchio e
l'assessore regionale Roberto Cosolini che, oltre alla competenza
in materia di lavoro, formazione, università e ricerca, ha
l'incarico di seguire i temi della Strategia di Lisbona.